L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-4-2024

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25 GIOVEDÌ 4 APRILE 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI L o scorso fine set- timana l'Italia, insieme a molti a l t r i P a e s i , è passata all'ora legale, una pratica volta a massimizzare le ore diurne durante la sera impostando gli orologi 60 minuti avanti. Questo adeguamento annua- le è una soluzione moderna per ottimizzare il consumo di energia e promuovere le attività all'aperto. Tuttavia, il concetto di misurare il tempo, si è evoluto in modo significati- vo nel corso dei secoli, con antiche civiltà come i Roma- ni che adottavano metodi unici per organizzare la pro- pria routine quotidiana. A differenza del nostro moder- no sistema di intervalli fissi e uguali, gli antichi Romani avevano un approccio note- volmente diverso, che si tra- duceva in alcune pratiche che oggi considereremmo piuttosto peculiari. I l t r a d i z i o n a l e m e t o d o romano per tenere traccia del tempo nacque intorno al 293 a.C. con l'installazione della prima meridiana a R o m a e s i d i f f e r e n z i a v a n o t e v o l m e n t e d a l n o s t r o sistema moderno: invece di attenersi a intervalli fissi e uguali, i Romani dividevano la giornata dall'alba al tra- monto in dodici ore, e simil- mente dal tramonto all'alba. Ciò ha comportato durate orarie variabili durante tutto l'anno, poiché la durata della luce del giorno cambia con le stagioni e la latitudine geografica. Durante il solstizio d'esta- te, alla latitudine di Roma, un'ora poteva durare circa 75 minuti, mentre durante il solstizio d'inverno si con- traeva a circa 45 minuti. In un recente articolo, James Ker, professore di studi clas- s i c i a l l ' U n i v e r s i t à d e l l a Pennsylvania, ha spiegato a l l a c o r r i s p o n d e n t e d e l l a BBC Zaria Gorvet che la durata delle ore cambiava giorno dopo giorno dal Sol- stizio d'estate al Solstizio d'inverno. Si tratta di uno spostamento orario minu- scolo, forse appena percetti- bile giornalmente, che però alla fine poteva portare ad avere ore di 60 minuti, pro- prio come oggi, due volte all'anno nel giorno dell'equi- nozio, quando il Sole è per- pendicolare all'Equatore e giorno e notte durano all'in- c i r c a l o s t e s s o t e m p o . I n questo modo, conclude Gor- vet, gli antichi Romani sfrut- tavano al mas- s i m o l a l u c e d e l g i o r n o t u t t o l ' a n n o , l a v o r a n d o quando il sole e r a a l t o n e l cielo e riposan- d o s i q u a n d o era buio. A q u e i t e m p i i l tempo veniva comunemente misurato uti- l i z z a n d o l e meridiane, che s i b a s a v a n o sulla posizione d e l S o l e p e r una rappresen- t a z i o n e v i s i v a del tempo. Tipi- c a m e n t e p r e - sentavano una p i a s t r a p i a t t a , circolare o ret- t a n g o l a r e c o n segni che indi- c a v a n o l e o r e del giorno, com- pletata da uno gnomone posi- zionato al cen- tro per proietta- r e u n ' o m b r a sulla superficie segnata. Varia- vano nel design e n e l l e dimensioni, dalle meridiane tascabili por- tatili alle installazioni più grandi in spazi pubblici, cia- scuna attentamente orienta- ta per ricevere la luce solare d i r e t t a p e r u n ' a c c u r a t a misurazione dell'ora. Al di là della loro funzione pratica, l e m e r i d i a n e a v e v a n o u n significato simbolico e deco- rativo, spesso erano adorna- t e c o n i n t r i c a t i d i s e g n i e iscrizioni. Nel 159 a.C., tuttavia, i R o m a n i i n t r o d u s s e r o u n nuovo strumento per misu- rare il tempo, la clessidra, c h e m i s u r a v a i l t e m p o mediante il flusso regolato dell'acqua da un contenitore a l l ' a l t r o . Era costituita da un reci- piente con un piccolo foro sul fondo, che permetteva a l l ' a c q u a d i g o c c i o l a r e a ritmo costante in un altro recipiente sottostante; segni o divisioni sul contenitore i n d i c a v a n o i l p a s s a r e d e l tempo in base al livello di acqua accumulata. Scopo principale era quello di divi- dere il giorno e la notte in ore uguali, indipendente- mente dalla durata variabile d e l l a l u c e d e l g i o r n o , i n modo da poter utilizzare un m o d o p i ù uniforme e stan- dardizzato di tene- r e t r a c c i a d e l tempo. Tuttavia, la cles- s i d r a f a c e v a ancora affida- m e n t o s u l l e meridiane per la calibrazione e la regolazione, il che significa che questa forma più antica di tenere il tempo non passò m a i d e l t u t t o "fuori moda". La misurazione del tempo da parte d e i R o m a n i h a avuto un impatto significativo sulla cultura e sulla reli- g i o n e , l a s c i a n d o un'eredità duratu- ra che continua a influenzare le pra- tiche moderne. Un impatto notevole è evidente nella tem- p i s t i c a d e l l e p r e - ghiere e nella desi- gnazione delle ore, che giocavano un r u o l o c r u c i a l e nella vita quotidiana roma- na e nei ritmi sociali: il con- cetto di dividere la giornata in intervalli specifici per la preghiera e altre attività è persistito attraverso i secoli, plasmando sia espressioni linguistiche sia anche riti e t r a d i z i o n i r e l i g i o s e . A d esempio, il termine siesta in spagnolo deriva dall'espres- sione latina hora sexta, che si riferiva alla sesta ora con- tata dall'alba, corrisponden- te approssimativamente a mezzogiorno. Durante que- sto periodo, i Romani abi- t u a l m e n t e m e t t e v a n o i n pausa le loro attività per un periodo di riposo o relax, i n f l u e n z a t i d a l c a l d o d e l giorno e dalla pratica cultu- r a l e d i f a r e u n a p a u s a d i mezzogiorno. La tradizione del riposo di mezzogiorno si è evoluta gradualmente nella siesta osservata oggi in molti Paesi di lingua spagnola. La misurazione del tempo influenzò anche lo sviluppo delle ore canoniche nella Chiesa cattolica. I tempi designati per la preghiera e il culto, stabiliti dalle comu- nità monastiche all'inizio dell'era cristiana, si basava- no sulla divisione romana della giornata in intervalli fissi: ciascuna ora canonica corrispondeva a orari speci- fici del giorno o della notte, consentendo ai monaci e al cl er o di impegnar si nel l a p r e g h i e r a c o m u n i t a r i a e nella riflessione spirituale durante tutta la giornata. Le ore canoniche, tra cui M a t t u t i n o , L o d i , P r i m a , Terza, Sesta, Nona, Vespri e Compieta, divennero parte integrante del calendario liturgico e del ritmo della vita monastica, modellando la struttura dei servizi di culto quotidiani e l'osservan- za delle feste religiose. Que- sta tradizione continua ad e s s e r e p r a t i c a t a i n v a r i e forme all'interno della Chie- sa cattolica e di altre deno- minazioni cristiane, il che d i m o s t r a c o m e , i n a l c u n i contesti, ci affidiamo ancora ai vecchi metodi di misura- zione dei romani! L'implementazione dell'o- ra legale è, certamente, il risultato dei nostri sforzi contemporanei per ottimiz- z a r e l a p r o d u t t i v i t à e i l t e m p o l i b e r o , m a v a l e l a pena notare l'ingegnosità di antiche civiltà come quella dei Romani, nel loro approc- c i o a l l a m i s u r a z i o n e d e l tempo. I loro metodi non solo servivano a scopi prati- ci, ma hanno lasciato anche eredità durature che conti- nuano a influenzare le prati- che e le tradizioni moderne. Quindi, mentre regoliamo i nostri orologi per adattarli ai c a m b i a m e n t i s t a g i o n a l i , apprezziamo anche la sag- gezza senza tempo di coloro che sono venuti prima di noi e hanno trovato l'armonia tra lavoro e riposo grazie ai f l u s s i e r i f l u s s i d e i r i t m i della natura. M i s u r a r e i l t e m p o . . . c o m e u n romano!

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