L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-18-2024

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29 GIOVEDÌ 18 APRILE 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | P rima a New York per la presenta- zione ai Bafta e i S a g A w a r d s , e poi a Los Ange- les per la premiere ufficiale. L'attore italiano Maurizio L o m b a r d i è i n t o u r n e g l i Stati Uniti per promuovere Ripley, la nuova serie Netflix che lo vede vestire i panni del detective Pietro Ravini, al fianco di attori di fama internazionale come Andrew S c o t t e D a k o t a F a n n i n g . Girato tra Roma, Firenze, Venezia e la Costiera Amalfi- tana, ma anche a Cinecittà, " I l n o n l u o g o d o v e t u t t o avviene", come mi dice lo stesso Maurizio, gli otto epi- sodi della serie hanno debut- tato su Netflix lo scorso 4 aprile. Scritta e diretta da Steven Zaillian (premio Oscar per Schindler's List) la miniserie si ispira al romanzo di suc- cesso di Patricia Highsmith ed è la versione televisiva del f i l m d e l 1 9 9 9 c o n M a t t D a m o n , J u d e L a w e Gywenth Paltrow. La trama è pressoché la stessa: nella New York degli anni '60, il truffatore Tom Ripley viene assunto da Herbert Green- leaf, ricco industriale, per r i p o r t a r e a c a s a i l f i g l i o Dickie, girovago in Italia, del q u a l e n o n h a p i ù n o t i z i e . Qui, tra gli altri, incontrerà a n c h e l ' i s p e t t o r e P i e t r o Ravani, interpretato dall'at- t o r e f i o r e n t i n o M a u r i z i o Lombardi, che noi de L'Ita- l o - A m e r i c a n o a b b i a m o incontrato a Los Angeles, nella cornice hollywoodiana del Roosevelt Hotel. Maurizio, è negli Usa da qualche giorno. Che idea si è fatto di questo paese? Trovo gli Stati Uniti sor- prendenti, hanno quello spi- r i t o p i o n i e r i s t i c o c h e i o a d o r o e c h e f a c e v a a n c h e p a r t e d e l n o s t r o s p i r i t o quando c'era un'Italia molto più imprenditoriale, molto più coraggiosa. Gli Usa ce l'hanno ancora questa cosa. Inoltre, come me sono inna- m o r a t i d e i m o t o r i , d e l l e macchine e delle moto. Li trovo veramente un popolo spettacolare. E di Los Angeles, la città del cinema? New York mi ha sorpreso p e r l ' a s s u r d i t à d e l l a s u a architettura e per l'imponen- z a d e i s u o i e d i f i c i . È u n a città che ha qualcosa di ecla- tante come le grandi città europee. Los Angeles non mi sorprende ma mi piace tan- tissimo per il semplice moti- vo che la trovo un bellissimo riassunto di tante meravi- gliose città marinare che ci sono nel nostro Paese. Ci rivedo le Cinque Terre, ma anche Viareggio, Forte Dei Marmi, Livorno. Ci ritrovo anche la bellezza delle coste francesi, di Biarritz, nelle colline hollywoodiane vedo la bellezza di Fiesole che è la grande collina che sta sopra Firenze. Ha visitato luoghi ico- nici collegati al cinema? Gli stranieri vengono da noi e rimangono sconvolti dalla bellezza, quasi da sin- drome di Stendhal, di fronte alle nostre opere d'arte. A me è successo il contrario, una specie di sindrome di S t e n d h a l d i f r o n t e a c h e cosa? Al palazzo dove è stato girato il mio film preferito, "Blade Runner", ma anche la strada dove è stato girato "Heat - La sfida" di Michael Mann e l'hotel dove è stato girato "Pretty Woman". Tro- v a r m i d i f r o n t e a q u e s t a magnificenza è come trovar- si di fronte a un'opera d'arte perché alla fine non c'è diffe- renza fra un grande quadro e un grande film. P a r l a n d o d e l s u o ruolo in Ripley, come si è preparato per entrare n e l p e r s o n a g g i o c h e interpreta, Pietro Ravi- ni? Ho dovuto fare un lavoro fisico per ricreare l'imposta- zione di un uomo degli anni '50. Degli uomini di quell'e- poca mi piace l'eleganza, mi piacciono i tessuti, giocare con l'oggettistica, come il taccuino. Ho fatto anche una b e l l a r i c e r c a f o t o g r a f i c a soprattutto dei grandi bar della Milano degli anni '40- '50 dove gli uomini leggeva- no i giornali, fumavano una sigaretta con il calzino bian- co sulla scarpa scura. Ho trovato una foto di un bellis- s i m o u o m o s u l d u o m o d i Milano e devo dire che lui ha ispirato il personaggio di P i e t r o R a v i n i . P o i n e l l a s e c o n d a f a s e c ' è s t a t o u n intervento di Steve Zaillain, lo sceneggiatore, che mi ha chiesto di tenere i baffi, di mettere i capelli indietro, mi h a c h i e s t o u n a l e g g e r a magrezza del volto, proprio per riportarmi a quel tipo di persone, insomma. Abbiamo anche lavorato sull'uso delle sigarette senza filtro, con il t a c c u i n o , c o n l a P a r k e r , oggetti del detective che in scena suonano come musi- ca: si sente il fruscio delle pagine, i clic della penna, l'accensione della sigaretta. Q u e s t i r u m o r i p a r l a n o a l posto mio. T r a l ' a l t r o , p r o p r i o p a r l a n d o d i Z a i l l a i n , come ha rappresentato l'Italia? P e r l a p r i m a v o l t a h o lavorato con un regista che è riuscito a riproporre, con una raffinatezza e un'esat- tezza incredibili, un'Italia che anche io non conoscevo, pur avendo frequentato la Sicilia dei primi anni '70. Nella serie vedrete una Sici- lia molto asciutta, molto raf- finata, con tanto di crocefis- s o a l l a p a r e t e , v a s i particolari e un'attenzione ai dettagli che anche noi italia- n i a v r e m m o d i f f i c o l t à a ricreare. Mi sono davvero trovato di fronte a un regista americano con una cultura sul nostro Paese quasi imba- razzante, di una precisione maniacale e chirurgica. Questo però non è il suo primo set interna- zionale? No, ho avuto la fortuna di aver interpretato il cardinale M a r i o A s s e n t e i n " T h e Y o u n g P o p e " e " T h e N e w Pope" di Paolo Sorrentino. Quest'anno poi sarò anche s u l p i c c o l o s c h e r m o c o n " C i t a d e l : D i a n a " , p r i m o capitolo internazionale della serie d'azione prodotta dai f r a t e l l i R u s s o p e r P r i m e Video, e con "M. Il Figlio del secolo", l'adattamento del primo romanzo di Antonio Scurati su Benito Mussolini, firmato dall'inglese Joe Wri- g h t , n e l q u a l e i n t e r p r e t o Emilio De Bono. Quali altri progetti ha nei prossimi mesi? Il 2 maggio uscirà su Net- flix il biopic su Gianna Nan- nini, "Sei nell'Anima", nel q u a l e i n t e r p r e t o i l p a d r e Danilo. Inoltre, ho aperto una casa di produzione, Vel- vet 9, insieme al mio socio Andrea Antonelli, e abbiamo prodotto il primo spettacolo teatrale che ha debuttato a febbraio, dal titolo "Ho visto cose", ispirato all'incipit del monologo di Blade Runner. Era nato come uno spettaco- lo sull'intelligenza artificiale ma alla fine è diventato uno s p e t t a c o l o s u l g e n e r e umano, perché all'AI manca- no i colori, manca il dolore, manca la contrapposizione, manca la poesia. E' un attore di teatro e fa anche molto cinema. Che differenze trova tra le due realtà? È la differenza che c'è fra la pittura e la fotografia, il cinema e la fotografia, il tea- tro e la pittura. Sono due cose assolutamente essen- z i a l i m a c o n d u e v i s i o n i diverse. Il teatro è più fisico, più faticoso, devi stare un'o- ra o due di fronte al pubbli- c o , i l c i n e m a i n v e c e p i ù tedioso, a volte, perché devi arrivare lì e essere pronto, girare la scena e andartene. Però penso che siano indi- spensabili entrambi. Devo dire che io amo la presenza del pubblico che hai in tea- tro, perché senti la sua rea- z i o n e m e n t r e i n v e c e n e l cinema spesso senti la tua di reazione interiore. La premiere di Ripley si è svolta nello storico Egyptian Theater di Los Angeles. Cosa ha deciso di indossare? Uno smoking, la cosa più classica che ci possa essere. Le piace lo stile classi- co? Il classico, se lo sai porta- re, può essere la cosa più moderna che ci sia. Un paio d i m o c a s s i n i G u c c i e u n completo di Armani sono inarrivabili. Maurizio Lombardi negli Usa per Ripley, serie Netflix girata in Italia Maurizio Lombardi nei panni dell' Ispettore Ravini in Ripley (Photo Credit: Lorenzo Sisti/NETFLIX) LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES

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