L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-30-2024

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29 GIOVEDÌ 16 MAGGIO 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES " È bello avere sogni n e i c a s s e t t i , m a i cassetti vanno aper- ti, altrimenti restano solo sogni", ci rac- conta Francesco Bauco, che il suo cassetto l'ha aperto all'Hudson Theater di Hol- lywood, dove lo scorso 18 maggio ha debuttato negli Stati Uniti con lo spettacolo What Am I Doing Here?, del quale l'attore italiano è regi- sta e protagonista. Un atto unico in cui Elio, il personag- gio interpretato da Bauco, sul palco coadiuvato da sei attori, fa un bilancio della propria vita e della propria solitudine all'alba dei quarant'anni. L o s p e t t a c o l o e r a s t a t o rappresentato in Italia con il titolo Come mai sono qui, un monologo composto da una serie di frasi e aneddoti tratti dal libro di Paolo Silvestrini, Dettagli di dettagli. "What Am I Doing Here è un viag- gio teatrale incentrato su un uomo alle prese con i suoi amori passati, le sue incertez- ze e il fascino enigmatico delle donne, intrecciando ricordi toccanti e incontri stravaganti. Le interazioni di E l i o c o n u n a v a r i o p i n t a gamma di personaggi si svol- gono su un palco scenografa- t o i n m a n i e r a e s s e n z i a l e , m i s c h i a n d o u m o r i s m o e introspezione", spiega Bauco, nato e cresciuto a Roma ma residente a Los Angeles dal 2015. "Dopo il tour in Italia, in diverse località marittime, in arene romane e in alcuni spazi archeologici come acca- duto nello splendido antico teatro romano di Formia, in provincia di Latina, ho senti- to che ci potevano essere le p o t e n z i a l i t à p e r p o r t a r l o negli Stati Uniti". Come è nata l'idea di portare in un teatro di Hollywood uno spettaco- lo italiano? Esibirmi in Italia come regista e protagonista è stata una bella sfida, ma il riscon- tro del pubblico italiano mi ha dato la forza di fare una cosa che avevo desiderio di f a r e d a t e m p o m a d i c u i avevo paura di non essere all'altezza: recitare in inglese e dirigere attori americani. Poi mi son ricordato che nella vita dobbiamo fare proprio le cose che ci spaventano, che ci f a n n o u s c i r e d a l l a n o s t r a comfort zone, e sfidarci sem- pre, fare un passo più in là ogni volta. Q u a l i d i f f i c o l t à h a incontrato nell'adatta- mento dall'italiano all'in- glese? Il sarcasmo americano è differente in alcuni aspetti dall'ironia schietta italiana. L a u r e n W a i t e s , u n a d e l l e attrici dello spettacolo, ha avuto il difficile compito di adattare il testo in inglese s e n z a t r a d i r e l a s c r i t t u r a asciutta e a tratti cinica di Paolo Silvestrini. Per What Am I Doing Here ha curato anche la r e g i a . H a a v u t o d e g l i autori di riferimento? La regia teatrale è qualco- sa che amo fare con tutto me stesso da sempre. Essendo attore, lavorare con gli attori parlando lo stesso linguaggio e coinvolgerli nella tua visio- ne è una esperienza unica, quasi un processo magico. I riferimenti per il riadatta- mento sono stati quelli dei film italiani e non, ma anche di spettacoli di Broadway a me cari. Ho inserito infatti citazioni e omaggi a Federico Fellini, Vittorio De Sica, Alan A y c b o u r n e , W o o d y Allen, Mike Nichols e persino Carlo Verdone. I l c a s t a m e r i c a n o è composto da attori italia- ni e americani. Era una c o s a c h e d e s i d e r a v a avere anche attori italia- ni? Sì, l'ho voluto fortemente. Nonostante le due attrici ita- liane Ilaria Cerini e Gaia Pas- s a l e r p a r l i n o b e n i s s i m o inglese, per me aveva una forte valenza simbolica ed energetica creare un'equa ripartizione delle due nazio- nalità. Per questo insieme a noi tre attori italiani, ci sono gli americani Lauren Waites, Alex Mason e Michael Col- lins. Q u a n t o i t a l i a n e e quanto universali consi- dera le tematiche dello spettacolo? Elio è tutti noi, a prescin- dere dalla nazionalità. Con le sue paure, i dubbi, le insicu- rezze, le malinconie e le spe- ranze. Elio è universale. La sua paura di invecchiare, di non aver lo stesso appeal sulle donne come a 30 anni, son paure che appartengono alla sfera maschile, e non solo, di tutto il globo. Lo s p e t t a c o l o è u n a s o r t a d i lente di ingrandimento sulle decisioni che prendiamo nel corso della vita; al momento magari non ce ne accorgiamo ma quelle decisioni cambia- no il percorso che intrapren- diamo, che prende una dire- zione piuttosto di un'altra. D a q u a n d o è n e g l i Stati Uniti, ha recitato con Bruce Willis, Matt D a m o n , K a t h l e e n Turner e Christian Bale. A quale successo cinema- tografico è più legato? Sicuramente la mia svolta cinematografica è avvenuta nel 2018 quando ho firmato con la 20th Century Fox per interpretare Lorenzo Bandi- ni, storico pilota della Ferrari degli anni '60, nel film Ford V Ferrari, tradotto in Italia come Le Mans '66 - La gran- de sfida. Il film ha ottenuto quattro candidature agli Aca- demy Awards nel 2019, tra cui "Miglior Film" vincendo poi ben due statuette. L'anno successivo sono stato special guest star nella serie televisi- va della CBS, Mom, nella quale ho recitato al fianco di attrici come Kathleen Tur- ner, il premio Oscar Allison Janney, e Anna Faris. Come attore cosa le ha insegnato il cinema che ha portato con sè anche a teatro? Lavorare fianco a fianco sul set con grandi star di Hollywood mi ha portato due insegnamenti che porto con m e n o n s o l o i n s c e n a m a nella vita: la disciplina e l'u- miltà. Entrambe fondamen- tali per costruire qualcosa rimanendo con i piedi per terra e non dimenticando da dove si è venuti. Quanto è stato impor- tante avere l'aiuto dal S i s t e m a I t a l i a a L o s Angeles, dal Consolato Italiano all'Istituto Italia- no di Cultura? Avere il sostegno e il sup- porto dalle prestigiose istitu- zioni italiane qui a Los Ange- les è stato fondamentale non solo dal punto di vista logisti- c o m a a n c h e p s i c o l o g i c o . Saper di esser affiancato da loro mi ha dato molta carica e fiducia. Quando le persone credono in te, aumenta la responsabilità, ma parallela- mente aumenta anche l'entu- siasmo e la voglia di fare bene. La Console Raffaella Valentini e il direttore dell'I- stituto Italiano di Cultura Emanuele Amendola erano in prima fila. Quali sono gli obiettivi d i " W h a t A m I D o i n g Here" in futuro? Ne stiamo parlando con gli altri Istituti Italiani di Cultura per portarlo non solo in altri sedi in California, ma anche a Washington D.C. e New York. Lo considero par- ticolarmente adatto a que- st'ultima città, non solo per l a c u l t u r a t e a t r a l e c h e s i respira nella Grande Mela, ma anche perché a New York la comunità italoamericana è solida ed è una vera istituzio- ne. Lo spettacolo dell'italiano Francesco Bauco all'Hudson Theater di Hollywood Da sinistra: Michael Collins, Lauren Waites, Milena Gligic, Francesco Bauco, Ilaria Cerini, Alex Mason, Xavier Mason e Gaia Passaler (Photo: Stefano Lisci)

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