L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-13-2024

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cati i giudici: lo chef Tony Lo Coco, Presidente de "Le soste di Ulisse" e poi il già citato R e s p o n s a b i l e F e . N . C o Andrea Marchione; i consoli onorari dei tre paesi in gara; Laura Lucaioli, Tenente di Vascello e Comandante Uffi- cio Marittimo Terrasini; lo chef Giuseppe Carollo; Vin- cenzo Costa, Direttore Conf- commercio Sicilia; Salvatore Fiore, Presidente Federazione Ordini Agronomi e Forestali Sicilia; Maurizio Scaglione, Presidente Accademia del Tonno Rosso; Rosario Seidi- t a , P r e s i d e n t e R e g i o n a l e Fic(Federazione Italiana Cuo- chi) e, infine, Roberto Vivaldi, Bailli (Presidente) Baillage (Delegazione) di Palermo del- l'Associazione Confraternita Mondiale Enogastronomica Chaine des Rotisseurs. Quest'anno, re della tavola in giudizio, è stato il baccalà, piatto tipico delle tre nazioni in concorso. Gruppi di allievi dell'Istituto si sono cimentati, grazie alle ricette fornite dai rispettivi consoli, nella realiz- zazione dei piatti caratteristi- ci dei tre paesi ai quali è stato aggiunto un cocktail da abbi- nare. Il tutto secondo le ricet- te originali e realizzate dagli studenti. Nell'esposizione del procedimento di ogni singolo piatto, non è mancata anche la narrazione di un itinerario turistico del paese rappresen- GIOVEDÌ 13 GIUGNO 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 13 P uò il cibo essere nutrimento del- l'anima oltre che d e l c o r p o ? L a d o m a n d a , t e n - denziosa, aspetta una sola risposta: sì!| Ad avvalorare questa tesi sono le tante occa- sioni enogastronomiche che continuamente si svolgono in giro per tutti i luoghi, soprat- tutto, in cui la tradizione culi- naria è molto apprezzata. E si sa: quando si parla di cucina, il riferimento alla Sicilia non è casuale. Una vera cultura quella del cibo di cui è impre- gnata l'isola del Mediterraneo in cui odori, sapori e amicizia s i f o n d o n o i n u n u n i c u m straordinario. E allora, perché non celebrare sempre e di più queste sane abitudini di abbi- nare, cioè, il piacere del corpo a quello dello spirito? E nel momento in cui – questo è uno di quelli – le guerre in corso sono tante e i rapporti con i popoli non sono sempre sereni, perché non celebrare una giornata della pace attra- verso il cibo? E chi meglio dei rappresentanti di paesi stra- nieri può dare testimonianza – attraverso un piatto – di fratellanza? E perché non unire la cultura, le storia e le tradizioni culinarie di diverse nazioni in un'unica giornata? In un'unica occasione in cui la stima nelle persone che le rappresentano si presta a stringere ancor di più rappor- ti di amicizia e di diplomazia tra e con loro? G r a z i e a l l ' I n n e r W e e l Qarinis, si è svolta la terza giornata – per il terzo anno consecutivo – della manife- stazione "Il Piatto per la Pace" organizzato, oltre che dalle socie del Club, anche da rap- p r e s e n t a n t i d e l l a F i d a p a (Federazione Italiana Arti Professioni Affari) di Palermo (Mondello) e di Partinico. In che cosa è consistita la mani- festazione? Grazie all'ospita- lità dell'Istituto Superiore "Danilo Dolci" di Partinico e del suo Dirigente Gioacchino Chimenti, alla presenza dei Consoli Onorari di Danimar- ca – Carolina Castellucci, di Norvegia – Isabella Tagliavia, di Claudio Gallina Montana – d i P o r t o g a l l o e d i A n d r e a Marchione – Responsabile Fe.N.Co (Federazione Nazio- nale Consoli Onorari)Distret- to Sicilia, è stato indetto un concorso in cui sono stati coinvolti gli allievi dell'Istitu- to ospitante che hanno prepa- rato e sottoposto a giudizio un piatto tipico delle nazioni rap- presentate dai rispettivi Con- soli Onorari. Non sono man- tato. La nazione - o meglio il piatto della propria tradizio- ne - vincitrice è stata la Nor- vegia con il suo Clipfish. Riconoscimenti sono stati, comunque, per tutti e sul palco, oltre agli esecutori materiali delle pietanze e dei cocktail, ai consoli, alle auto- rità cittadine intervenute, erano le rappresentanti del- l'Inner Weel Club Qarinis: la Presidente Francesca Taran- tino, la past President Mario- lina Frisella (alla quale è stato a s s e g n a t o d a l l a F e . N . C o anche un riconoscimento per il suo costante impegno), Maria Teresa Cultrara, Mary Di Martino e altre prestigiose socie. Al termine, tutti i pre- senti hanno potuto gustare quanto gli allievi dell'Istituto avevano preparato e hanno offerto in un sontuoso buffet. La proposta del baccalà e dello stoccafisso è stata deter- minata dalla volontà di arric- chire di storia non la compe- tizione bensì la scelta di un messaggio di pace attraverso il dialogo tra i popoli. E il cibo, in quanto cultura, può essere un forte legame. Ma la storia, che fa parte del nostro presente, ci racconta che nel 1431 il nobile Patrizio Vene- ziano Pietro Querini salpò con la Cocca (nave in uso nel Medioevo nel Mar Baltico) Q u e r i n a d a C a n d i a , o g g i Creta, per portare alle Fian- dre, un carico di vino Malva- sia. Una tempesta lo dirottò verso la Norvegia e furono in pochi a salvarsi grazie all'aiu- to di alcuni pescatori locali. Pietro Querini, tornato con c i ò c h e r i m a n e v a d e l s u o equipaggio a Venezia, mostrò al Doge e consegnò ai posteri non soltanto il racconto della loro avventura, ma anche la scoperta dello stoccafisso che d a a l l o r a f e c e p a r t e d e l l a gastronomia veneta. La storia del Club Qarinis ci conduce a Carini, città in provincia di Palermo da cui dista poco meno di trenta chi- lometri, come esempio di resilienza per chi non si lascia abbattere dalle difficoltà ma trova sempre la forza di rial- zarsi. Carini infatti, il cui nome era precedentemente Iccara, tra l'VIII e il IX secolo d.C. subì le incursioni dei Saraceni. Venne in seguito conquistato dagli Arabi che già dominavano la Sicilia occidentale. Nel 909, come si legge nella Maramma (In Sicilia, nel tardo Medioevo e all'inizio dell'età moderna, l ' o r g a n o a m m i n i s t r a t i v o ecclesiastico e in genere l' ente che soprintendeva alla costruzione e manutenzione delle opere pubbliche) della Chiesa Matrice di Carini, l'e- miro Mulei Almoad concesse ai superstiti delle incursioni saracene, di ricostruire il loro paese dove oggi si trova, dan- dogli il nome Qarinis. M a p a r l a n d o d i q u e s t a città non può non ricordarsi la storia della Baronessa di Carini, ovvero Donna Laura Lanza di Trabia, sposata gio- vanissima, 14 anni a Don Vin- cenzo La Grua-Talamanca, anch'egli giovanissimo, 16 anni. Vittima di femminici- dio, compiuto per mano del p a d r e d i l e i , d o n C e s a r e L a n z a d i T r a b i a – e r a i l dicembre 1563 – in quanto sorpresa tra le braccia dell' appassionato amante, Ludo- vico Vernagallo, parente del marito. Narra la storia che la sua morte fu così cruenta che l'impronta della mano insan- guinata che la donna si era p o r t a t a i s t i n t i v a m e n t e a l petto e poi poggiata al muro, vi rimase per secoli. Alcune testimonianze di abitanti del luogo giurarono di averla vista fino alla metà del XX secolo quando, il custode, stanco del viavai di turisti in cerca di "morbose" emozioni, non decise di raschiare l'im- pronta dal muro. Il vedovo non tenne a lungo il lutto ma si risposò molto presto, stra- v o l g e n d o i n p a r t e a l c u n e stanze del castello, quelle cioé che ricordavano maggior- mente la presenza di Donna Laura Lanza di Trabia, Baro- nessa di Carini. SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Promuovere pace e comunità in Sicilia: il potere del buon cibo Zuppa di pesce… alla siciliana! (Photo: Inuella365/Dreamstime) e, in basso a sinistra, alcune delle personalità che hanno preso parte a Un Piatto per la Pace (Photo courtesy of Teresa Di Fresco)

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