L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-27-2024

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invito fu lo scultore e scrittore Pietro Consagra che volle valorizzare i piccoli comuni per offrire loro, al territorio e " a l l a c o m u n i t à a r t i s t i c a nazionale e internazionale l'occasione per legarsi alla creatività continua dell'arte che esprime fiducia". Sono queste le parole dell'artista che era nato a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, il 6 ottobre 1920 e morto a Milano il 16 luglio 2005, scul- tore e scrittore tra i più pre- stigiosi esponenti dell'astrat- tismo internazionale. Quando nella notte tra il 14 e il 15 gen- naio 1968 la valle del Belice fu devastata dal sisma che rase completamente al suolo i comuni di Gibellina, Poggio- reale, Salaparuta e Monteva- go e decimò la popolazione, il sindaco di Gibellina fece suo l'impegno di rendere Gibelli- na città d'arte. Quando Pie- tro Consagra accorse, coin- volse anche altri tra i più grandi artisti, architetti e intellettuali di fama mondiale del tempo. All'appello di Cor- rao e dello scultore risposero M a r i o S c h i f a n o , A n d r e a Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo Sciascia e A l b e r t o B u r r i i l q u a l e s i rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano che si stava costruen- GIOVEDÌ 27 GIUGNO 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 13 N e h a f a t t a d i strada la valle del Belice, nella Sicilia occiden- tale, da quando il terremoto del 1968 distrus- se parecchi paesi del suo ter- ritorio. Il sisma, violentissi- m o , o l t r e a d a n n i e n t a r e materialemnte luoghi, a ucci- dere circa 300 persone e a ferirne un migliaio procurò centomila sfollati, costrin- gendone moltissimi a emigra- re, chi negli Stati Uniti, chi in Australia, chi in Canada, chi in Venezuela. Chi rimase, visse parecchi anni nelle baracche e tra que- ste persone vi fu anche la madre e la famiglia di "Cud- duredda", all'anagrafe Eleo- nora Di Girolamo, una bam- bina di circa sette anni che, r i m a s t a m i r a c o l o s a m e n t e viva sotto le macerie per qua- rantotto ore, estratta e porta- ta in ospedale, sopravvisse purtroppo soltanto per altri d u e g i o r n i . L a f o t o d e l l a madre curva al suo capezzale fece il giro del mondo; Leo- narda Fontana, che visse fino all'età di novantuno anni, oltre a non togliere mai il lutto, portò sempre al collo una catenina con un penden- te che conteneva la fotografia della figlia. Al momento del tragico fatto, era in attesa di un'altra bambina a cui fu posto il nome della sorellina morta. P r o b a b i l m e n t e i l n o m e Gibellina deriva dall'arabo ǧabal - al plurale ğibāl - mon- tagna, in quanto originaria- mente il borgo sorgeva sulle colline dell' alto Belice e a cui, probabilmente, fu aggiunto il suffisso -ina. Secondo alcune fonti stori- che fu fondata dagli Arabi nell'Alto Medioevo e il nucleo centrale medioevale si formò nel XIV secolo, intorno al castello fatto edificare da Manfredi Chiaramonte, conte di Modica il quale aveva com- m i s s i o n a t o , t r a l ' a l t r o , l a costruzione del Palazzo Chia- ramonte Steri a Palermo. D o p o i l t e r r e m o t o d e l 1968, l'intero paese fu rico- struito più a valle, a circa venti chilometri di distanza. Ludovico Corrao, avvocato e politico (fu anche senatore) che allora ne era il sindaco, volle farne un centro culturale ritenendo che fosse l'unica strada per ridare dignità a quel territorio così fortemente devastato e offeso dal sisma e da un certo abbandono da parte delle istituzioni. Chiamò a sé grandi artisti e intellet- tuali dell'epoca ed ebbe colla- borazione e risposte positive. Il primo ad accogliere il suo do e, di contro, realizzò il Cretto di Burri, o Grande Cretto, sulla vecchia Gibelli- na, a memoria del sisma che l a distr usse. Una enor me colata di cemento, estesa a coprire tutte le macerie cau- sate dal terremoto che lascia liberi soltanto gli spazi in cui erano le strade. Alcune mace- rie sono ancora visibili sotto il cemento e il valore artistico dell'opera è dato dal congela- mento della memoria storica del paese e inteso dall'artista come un sudario collocato su una ferita mai rimarginata.Il cretto, a tutt'oggi, rimane una delle più estese opere d'arte al mondo. Fanno parte delle opere ricostruite o create "a e t e r n a m e m o r i a " a n c h e i l Museo d'Arte Contempora- nea, intitolato a Ludovico Corrao, che può considerarsi c o m e u n p e r c o r s o , s e n z a soluzione di continuità, in cui ritrovare la generosità degli artisti che hanno donato alla città centinaia di opere di scultura, pittura, fotografia e arti grafiche. E, per dirla con le stesse parole del promoto- re e in gran parte realizzatore della sua rinascita, Gibellina è il luogo dove è tangibile "il soffio generatore dell'arte". Dopo il terremoto, Gibelli- na risorse dalle sue macerie, divenendo un laboratorio di sperimentazione artistica che stravolse, rinnovandolo com- pletamente, l'aspetto di tutto il territorio e nel 1981 Consa- gra realizzò una grande stella, in acciaio inox e alta 24 metri che si trova all'ingresso della valle del Belice. Sarà per la rinascita e la voglia di crescere sempre e di farne un territorio aperto a nuove arti, a nuovi modi di r a p p r e s e n t a r e l ' a r t e , c h e Gibellina si candida a Capita- le dell'Arte Contemporanea 2026? C'è tempo fino al 30 giugno per presentare il dos- sier. La cittadina della pro- vincia trapanese ha dunque intenzione di giocare le pro- prie carte al meglio per otte- nere la prestigiosa candidatu- ra e troverà a sostenerla e a collaborare con lei il comune di Erice. L'obiettivo del nuovo rico- noscimento, promosso dal Ministero della Cultura, è q u e l l o d i " i n c o r a g g i a r e e sostenere la capacita` proget- tuale e attuativa delle citta` italiane nel campo della pro- m o z i o n e e v a l o r i z z a z i o n e d e l l ' a r t e c o n t e m p o r a n e a ...attraverso la realizzazione di progetti culturali che pre- vedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e la riqualifica- zione di spazi e aree dedicate alla fruizione, affinché venga recepito, in maniera sempre più diffusa, il valore della cul- tura per il processo identita- rio nazionale, per la coesione e l'inclusione sociale, l'inte- grazione, la creatività, l'inno- vazione, la crescita, lo svilup- po economico e il benessere individuale e collettivo".Per Gibellina questa candidatura ha un valore particolare. "La nostra storia, le nostre opere, e le attività artistiche sempre presenti a Gibellina sono il punto di partenza per il pro- getto di candidatura" sono parole del sindaco Salvatore Sutera. L'ambizione, in que- sto caso, è quella di offrire al territorio e «alla comunità artistica nazionale e interna- zionale l'occasione per legarsi alla creatività continua del- l'arte che esprime fiducia. Ma Gibellina non sarà la sola in Sicilia a correre per conquistare il riconoscimento di Città Nazionale dell'Arte Contemporanea 2026: anche Catania si prepara a presen- tare i suoi progetti. Il suo obiettivo è quello di rilanciare i l c a p o l u o g o d e l l a S i c i l i a orientale rendendo sistemati- ca la produzione culturale e artistica che possa creare nuovi sviluppi per l'economia locale e rinnovata coesione s o c i a l e p e r r e a l i z z a r e i n ambito artistico e culturale un unicum con il contributo del territorio. SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Gibellina: dal terremoto del 1968 a una nuova visione per il 2026 Un' opera d'arte di Fausto Melotti a Gibellina e, in basso a sinistra, "Aratro" di Arnaldo Pomodoro (Photos: Michele Lombardo/Dreamstime)

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