L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 27 GIUGNO 2024 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT L'Italia agli Europei: così così con l'Albania, lezione subi- ta dalla Spagna, partita al cardiopalma con la Croazia I nserita in uno dei gironi più complicati di Euro 2024, l'Italia passa il turno come seconda dopo tre partite non faci- li e mettendo in mostra più difetti che pregi. Tutti sapevamo come questa Nazionale non fosse esen- te da difetti, così come sembra sempre essere nel Dna azzurro la difficoltà nelle fasi a gironi delle grandi manifestazioni. Ma ora si comincia a fare sul serio e - forse - viene il bello: l'Italia non sarà uno 'squadrone' ma, in una gara ad eliminazione diretta, può far paura. ITALIA-ALBANIA 2-1 (1' Bajrami; 11' Bastoni, 16' Barella): L'ILLUSIONE DOPO LO SPAVENTO - In un Signal Iduna Park tutto rosso per la clamorosa superiorità numerica dei tifosi albanesi, l'Italia comincia l'Europeo nel peggiore dei modi: dopo soli 23'' Dimarco effettua un maldestro fallo laterale e sor- prende Bastoni. Bajrami intercet- ta il pallone e - complice un'inde- cisione dello stopper interista - avanza in area per poi fulminare Donnarumma sul primo palo. È il gol più rapido mai segnato in un Europeo ed è un regalo clamoro- so, che potrebbe esaltare la Nazionale di Sylvinho (consape- vole di giocare la partita più importante della sua storia) e aprire l'ennesimo psicodramma azzurro. Invece no. L'Italia reagi- sce alla grande e, in un quarto d'ora, raddrizza il risultato, conti- nuando poi a giocare in modo convincente ed efficace. Già al 2' Pellegrini spreca l'occasione per il pareggio ma il gol arriva solo 9' dopo: proprio il capitano della Roma crossa per Bastoni che - appostato sul secondo palo - batte Strakosha. Passano solo 5' e Barella, servito al limite da Dimarco, con un gran tiro di prima, inchioda per la seconda volta l'ex portiere della Lazio. Il 4-2-3-1 disegnato da Spalletti è molto fluido (con Calafiori che ha licenza di accompagnare l'a- zione) e l'Italia domina giocando bene. L'Albania, sorpresa e fra- stornata, si arrocca in difesa, ma patisce l'aggressività azzurra. Scamacca spreca un ottimo assist di testa del solito Pellegrini, poi (33') c'è il palo di Frattesi. Infine (40') è ancora Scamacca a libe- rarsi al tiro dopo una bella gioca- ta: Strakosha è bravo a chiudere lo specchio. Su tutti, però, impressiona Chiesa: coinvolto spesso nella manovra azzurra, è un moto per- petuo che fa ammattire i difensori avversari, spadroneggiando sulla destra e andando vicino al gol in un paio di occasioni. Risultato ribaltato rapidamente con gli autori dell'errore iniziale prota- gonisti della rimonta, gioco con- vincente, ritmi alti: c'è tutto per illudersi di essere al cospetto di un'Italia compatta e mentalmente forte. Invece, già a partire dal secondo tempo del match contro l'Albania, ci sono le avvisaglie di alcuni limiti - in primis caratte- riali - che si riproporranno per le successive partite del girone. Scamacca&co. calano mostruosa- mente. Sia dal punto di vista della tenuta fisica, sia - soprattut- to - da quello della tenuta menta- le. L'Albania non sbanda più e anzi ha lo spazio per colpire. L'Italia sembra accontentarsi e non ha più la forza per riprendere il controllo delle operazioni. Complici i limiti dei balcanici, la partita, scivola comunque via senza grandi scossoni ma al 91' serve il (primo) miracolo di Donnarumma per evitare la beffa firmata da Manaj (bravissimo ad approfittare di uno dei rari errori di Calafiori). Tre punti in casci- na, dopo lo spavento e l'illusione. SPAGNA-ITALIA 1-0 (55' Aut. Calafiori): LA DURA LEZIONE - Superiori tecnicamente, atletica- mente, tatticamente e mental- mente, gli spagnoli impartiscono una lezione di gioco a un'Italia bruttissima, in cui si salvano solo Calafiori (che beffa: è stato auto- re dell'autogol decisivo) e Donnarumma (gigantesco). Se, dopo l'Albania, si poteva dubita- re di quale fosse la vera Italia - tra quella dominante del primo tempo e quella pigra e vulnerabi- le della ripresa - al termine della sfida con gli iberici sembra pro- prio che i veri Azzurri siano la squadra 'zoppicante' del secondo tempo di Dortmund. Contro le 'Furie Rosse' non c'è stata partita, lo dicono anzi- tutto i numeri: 10 tiri a 0, una tra- versa colpita da Nico Williams, almeno 5 interventi decisivi di Donnarumma. L'inferiorità azzurra si palesa in tutti i reparti: balla la difesa, soprattutto sugli esterni dove Nico Williams fa impazzire la brutta copia di Di Lorenzo; soffre il centrocampo, sistematicamente soverchiato dal palleggio avversario e sempre costretto a rincorrere; arranca l'attacco, in cui Scamacca tocca pochissimi palloni e Chiesa non ripete la prova arrembante offerta contro l'Albania. Con il pallone sempre nei piedi spagnoli, la Nazionale si sfianca in continue, vane rincorse che producono errori a profusione nelle ripartenze: non si contano gli errori in uscita che riconse- gnano immediatamente la palla ai funamboli spagnoli. Non è una banalità: la miglior difesa è dav- vero una buona fase d'attacco. L'unico azzurro che non trema è Donnarumma: il capitano è decisivo al 2' su Pedri, al 24' su Morata e al 25' su Fabian Ruiz. I suoi miracoli ci tengono in parti- ta. Nell'intervallo, Spalletti cerca di serrare i ranghi, effettuando sostituzioni difensive, ma la musica non cambia. Però, dopo un'ennesima occasione fallita da Pedri (51'), quando la crescente frustrazione spagnola per i tanti sprechi potrebbe far pensare a nuovi scenari, arriva la sfortunata autorete di Calafiori (ennesimo duello vinto da Williams su Di Lorenzo, cross sporcato da Morata e Donnarumma, rimpallo sulle gambe del difensore del Bologna) che spegne ogni velleità azzurra. È il 55' e la Spagna potrebbe dilagare. Servono la tra- versa (colpita dal solito Williams) e altre due super parate di Donnarumma per evitare il tra- collo e una brutta differenza reti. La partita con la Croazia diventa così decisiva. CROAZIA-ITALIA 1-1 (55' Modric; 98' Zaccagni): IL MIRACOLO - La 'vec- chia' Nazionale balcanica - imperniata sulla generazione dei Modric, Kovacic, Brozovic e Perisic, giunta all'ultimo ballo - deve conquistare i tre punti per rimanere nel torneo: dopo il netto ko contro la Spagna e il rocambo- lesco pareggio conto l'Albania, un pareggio non potrebbe bastare nemmeno per il ripescaggio. Agli Azzurri, invece, restano a dispo- sizione due risultati su tre per centrare il 2° posto nel girone (a meno, chiaramente, di una sor- prendente vittoria dell'Albania sulla Spagna). Spalletti cambia parecchio: si torna al 3-5-2 e Frattesi, Chiesa e Scamacca lasciano posto a Darmian, Raspadori e Retegui. Sembra un ritorno ad un sistema di gioco più prudente ma, soprat- tutto, più conosciuto. Solo che l'Italia fatica comunque ad ingra- nare: frenata dalla possibilità 'poter non vincere', la Nazionale disputa una partita ordinata ma tecnicamente povera. La Croazia è imbrigliata nella folta mediana azzurra ma, in fase di costruzio- ne, fioccano gli errori dovuti a frenesia, disposizione in campo troppo prudente e stato di forma pessimo di alcune individualità (Retegui, Dimarco e Di Lorenzo su tutti). Ne esce un primo tempo povero, dove comunque serve una paratona di Donnarumma (al 5', su Stanisic) per congelare lo 0-0 e in cui si palesano i limiti offensivi degli attuali Azzurri (Retegui, attorno al 20', ha alme- no tre occasioni per rendersi peri- coloso, ma spreca sempre in malo modo). Al 27', invece, è Livakovic ad essere miracoloso su Bastoni. Nella ripresa, Spalletti inseri- sce Frattesi: cambio non ispirato perché l'incursore interista, schierato con compiti di mezz'ala creativa, non si ritrova. Sarà casualità ma è proprio un suo scomposto intervento di mano a concedere ai croati, dal dischetto, la prima grande occasione. Modric, però, si fa ipnotizzare dal monumentale Donnarumma di questa prima fase. È il 52' e potrebbe essere una svolta, ma la testa degli Azzurri non è fuori dal tunnel e, dopo solo un minuto, un pasticcio tra Darmian e Bastoni consente a Budimir di colpire a pochi passi dalla porta. Donnarumma è nuovamente 'super', ma sul rimpallo il più lesto (incredibile!) è proprio Modric: la Croazia è in vantag- gio. Come accade di sovente, a un passo dal baratro, gli Azzurri trovano la forza nervosa per diventare più arrembanti: la Croazia è schiacciata nella tre- quarti come mai era successo nei 60' precedenti e Spalletti si gioca ogni carta offensiva a disposizio- ne (anche se mantiene troppo a lungo in campo Darmian, palese- mente fuori luogo come terzino sinistro chiamato a spingere). A conti fatti - e complici i tanti falli commessi - però, non è che Livakovic corra poi chissà quanti rischi: la manovra azzurra è più 'di nervi' che 'di testa' e cozza spesso sulla muraglia che Dalic continua ad infittire. L'occasione più ghiotta è per Scamacca (87') che arriva in leg- gero ritardo su un cross radente del ritrovato Chiesa, fallendo il comodo tap-in. Il maxi-recupero (8') ci vede più occupati a fare i conti (come si potrebbe passare da ripescati?) che a prendere a pallate Livakovic ma, quando tutto sembra perduto, si concre- tizza la regola non scritta di que- sto Europeo, secondo cui chi difende ad oltranza è sempre 'punito': al 98' Calafiori esce palla al piede dalla difesa e, con un istinto da trequartista, tarda a liberarsi del pallone fino a quan- do non possa giocarlo in modo efficace. Il suo tocco premia Zaccagni, inseritosi sul fianco destro della retroguardia avversa- ria. L'esterno laziale non control- la la palla ma, di prima, fa partire un tiro a giro che si infila - impa- rabile - sotto la traversa, alla sini- stra di Livakovic. Il miracolo è compiuto: la Croazia va a casa e l'Italia affronterà la Svizzera negli ottavi di finale. STEFANO CARNEVALI Il difensore centrale azzurro Alessandro Bastoni (Ph © Agenzia LiveMedia | Dreamstime.com)

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