L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-25-2024

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GIOVEDÌ 25 LUGLIO 2024 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Dopo 8 mesi di restauro torna al Pantheon la Madonna di San Luca, icona bizantina del VII secolo L'icona appena restaurata della Madonna d'Odegitria del Pantheon di Roma (Crediti foto: Emanuele Antonio Minerva Ministero della Cultura) Esterno ed interno del Pantheon con l'icona della Madonna (Ph Emanuele Antonio Minerva Ministero Cultura) È stata restaurata l'icona nota come Madonna del Pantheon. Datata agli anni della consacrazione della Basilica, avvenuta nel 609 d.C., è stata restaurata dopo 63 anni dalla prima e unica volta grazie ai fondi messi a disposizione da parte dello sponsor Bulgari. Un lavoro durato 8 mesi e caratteriz- zato da una campagna di studio e ricerca, da scelte diagnostiche e scientifiche innovative e dall'uso di tecnologie all'avanguardia. L'opera, realizzata a tempera su legno di olmo, è strettamente collegata dalla tradizione alla data del 13 maggio del 609 d.C., quando Papa Bonifacio IV, rice- vuto in dono il Pantheon dall'Imperatore bizantino Foca, decideva di consacrare il luogo a tutti i martiri cristiani e alla Vergine di Santa Maria ad Martyres. In quella occasione, il Papa riceveva l'icona della Beata Vergine realizzata secondo la narrazione orale dall'Apostolo Luca, al quale la storia attribui- sce molte altre icone mariane. L'antica Madonna di San Luca, detta Madonna del Pantheon, venne da allora custodita nell'au- la principale, affrontando con il monumento secoli di storia e vicende. L'icona rappresenta la Madonna Odigitria, termine di origine greca che significa "colei che conduce", con la mano destra rivolta verso il Bambino, ad indicare la via della salvezza e della verità. Nel 1961, dopo il restauro curato da Carlo Bertelli, fu collocata nella cappella inter- na della Basilica, la cosiddetta Cappellina d'inverno, per motivi di conservazione. Al centro dell'abside del Pantheon, proprio sopra l'altar maggiore, si trova invece ancora oggi la copia ese- guita nel 1959 da Geneviève Garnier. Adesso, l'icona verrà riposta nuovamente nella Cappellina d'inverno, in un'area del complesso monumentale che nei prossimi mesi, al termine dei lavori di riqualificazione in corso, potrà essere fruita dal pub- blico grazie a un programma di visite guidate dedicate. Il restauro è una delle tappe della valorizzazione di uno dei monumenti più visitati della nostra Nazione. Un anno fa è stato previsto che l'ingresso fosse a pagamento e questa misura sta generando incassi per circa un milione di euro al mese. Queste importanti risorse saranno utiliz- zate per portare avanti molti altri interventi significativi tra cui la riqualificazione degli spazi posteriori a ridosso della Basilica di Nettuno, denominati lapida- rium, ampliando l'offerta con nuovi percorsi di visita. "Una icona è uno dei tre tipi fondamentali di segni, distinti secondo il rapporto che li unisce alla realtà esteriore; nel nostro caso parliamo dell'antichissima icona della Madonna del Pantheon. La restaurata icona di Maria presenta una delle prero- gative e dei titoli della Vergine: ella ci mostra Gesù, il Dio fatto uomo, il Salvatore della Storia, Ella è l'Odigitria. Restaurare significa ristabilire, ridare vita e luce e questo mistero, ricollocar- lo oggi all'interno dell'esperien- za umana contemporanea, che ha nuovo bisogno di vedere, di tra- guardare il domani, di sperare e costruire", ha spiegato il rettore della Basilica di Santa Maria ad Martyres, monsignor Daniele Micheletti. Il restauro a cura dell'istituto Pantheon e Castel Sant'Angelo - Direzione Musei nazionali della città di Roma guidato da Massimo Osanna, d'intesa con il Capitolo della Basilica di Santa Maria ad Martyres e svolto da un gruppo interdisciplinare di pro- fessionisti, rientra in un percorso di valorizzazione che comprende il restauro del pregiato pavimen- to marmoreo policromo e dei candelabri settecenteschi ricoper- ti in foglia d'oro, per i quali sono stati attivati cantieri aperti all'os- servazione del pubblico. Questa è anche la nuova visione del sito culturale che, rigenerando conte- nitore e contenuto, racconta il Pantheon nel suo mutamento sto- rico.

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