L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 25 LUGLIO 2024 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT " Il Dream Team era uno spettacolo. Difficile ricorda- re un canestro o un'azione. Era una squadra che vinceva facile con tutti, con una velocità incredibile. Neanche la fortissi- ma Croazia di Petrovic e Kukoc riusciva a stargli dietro. Potevano demolire chiunque. E così fu". Inizia così il viaggio nei ricordi di Stefano Cazzaro, arbitro veneziano che ebbe il pri- vilegio di arbitrare tre volte la squadra di pallacanestro statuni- tense che partecipò alle Olimpiadi di Barcellona '92 e che è stata la più forte della sto- ria (e non solo del basket). Non a caso fu subito chiamata Dream Team, la squadra dei sogni. Nel 1992 per la prima volta gli Usa mandarono alle Olimpiadi i professionisti del basket. Il meglio del meglio dell'Nba, sebbene ci fu l'ingiusta esclusione del bi-campione dei Detroit Pistons, Isiah Thomas, inviso a gran parte di quei gioca- tori. Scrivere insieme i nomi di quei campioni fa ancora impres- sione, anche a distanza di più di trent'anni, a cominciare dai capi- tani Magic Johnson e Larry Bird, simboli del basket anni '80, quindi l'incontrastato goat del basket Michael Jordan, e via via gli altri: Scottie Pippen, Patrick Ewing, David Robinson, John Stockton, Clyde Drexler, Karl Malone, Chris Mullin, il solo giocatore proveniente dal colle- ge, Christian Laettner, e il vulca- nico Charles Barkley. La storia di Cazzaro inizia negli anni '70 sui parquet vene- ziani. La pallacanestro si respira- va in casa. Sua mamma è stata una delle prime campionesse con la Reyer Venezia. Dopo le prime esperienze sul campo, Stefano diventa istruttore di minibasket, quindi il passaggio all'arbitrag- gio che lo porterà a dirigere pre- stigiose partite nazionali e inter- nazionali: Final Four Eurolega, Coppa Korac, Campionati Europei, Mondiali e appunto le Olimpiadi. A fine carriera, dopo 22 anni tra serie A1 e A2, potrà vantare 596 incontri in A, 99 playoff e 9 finali scudetto e dal 2012 l'inserimento nella Hall of Fame italiana. Arbitrò per la prima volta il Dream Team durante il torneo pre-olimpico, a Portland, contro il Canada (105-61), quindi nella finale della manifestazione con- tro il Venezuela (127-80). "Io avevo la designazione per fare il Preolimpico, e già per me era incredibile. Non sapevo che avrei arbitrato la squadra statuni- tense. Le designazioni venivano comunicate il giorno prima. Il A un passo dalle Olimpiadi parigine, l'arbitro veneziano Cazzaro ricorda il fantastico Dream Team a Barcellona '92 Dream Team era ovviamente il più ambito da tutti. Quando me lo dissero, ero davvero emozio- nato. Inaspettatamente poi, mi arrivò la designazione per le Olimpiadi, che erano due mesi dopo. Erano già dieci anni che lavoravo in banca e ricoprivo un incarico piuttosto importante (responsabile filiale, ndr). Grazie al mio boss, ebbi 15 giorni di aspettativa, senza stipendio, e così riuscii ad andare". Alle Olimpiadi, Cazzaro arbi- trò la 5° partita del girone, sfida che vide gli Usa imporsi sui padroni di casa della Spagna, con l'ennesima performance superla- tiva e un distacco di più di 40 punti, terminata 122-81. Mattatore di questa sfida Charles Barkley, che sarebbe poi risulta- to il miglior marcatore del torneo con 98 punti e una media di 16.3 a partita. Nessuno nel Dream Team fece come lui (Jordan incluso, che si fermò a 76 con 12.7 di media). "Mi ha molto stupito la cor- rettezza di questa squadra, sem- pre, e il rispetto che hanno per gli arbitri in generale. Sei consi- derato parte del gioco. In tutte le loro partite ho dovuto richiamare solo Barkley. Era l'unico che magari non alzava subito la mano quando faceva fallo. Sempre un po' sopra le righe, ma faceva parte del suo personaggio. Chuck Daly, il loro coach, non chiamò mai un time out in tutta la competizione olimpica" rac- LUCA FERRARI Adesso c'è una nuova storia pronta a cominciare sul parquet. I Giochi Olimpici di Parigi 2024 (26 luglio - 11 agosto) vedranno il ritorno dei pesi massimi dell'Nba, per la prima volta dai tempi del Redeem Team di Kobe Bryant. Una scelta voluta per "riabilitarsi" dopo la cocente delusione ai Mondiali 2023 dove la nazionale statunitense è stata eliminata in semifinale dalla Germania, poi vincitrice della competizione. Guidati dall'ex- stella dei Chicago Bulls e coach plurivincitore con i Golden State Warriors, Steve Kerr avrà a disposizione una squadra forma- ta (tra gli altri) dai super-cam- pioni Lebron James, Steph Curry, Kevin Durant, Joel Embiid, Jayson Tatum, Anthony Edwards e ancora molti altri. Inevitabile l'eterna domanda: qual è stata la squadra più forte? Difficile, se non impossibile dirlo. "I confronti generazionali sono difficili da fare. Spesso mi dicono che si giocava meglio negli anni in cui arbitravo io. Non è vero. Oggigiorno si gioca in maniera molto più atletica, energica e veloce. Una volta c'e- rano giocatori con fondamentali che forse difficilmente trovi adesso. Per fare un confronto nostrano, penso a un Drazen Dalipajic (alla Reyer nel triennio 1985-'88). Era un tiratore incre- dibile, con una notevole velocità di esecuzione e precisione. Però non aveva la potenza di un conta a L'Italo Americano l'ar- bitro. Una delle rarissime foto del Dream Team di dominio pubbli- co sul web e pubblicabili purché si citi l'autore, è proprio quella dell'arbitro veneziano a fianco di His Airness, disponibile su molte pagine Wikipedia (quella dell'arbitro in italiano così come su quella del Dream Team in inglese). "Sembra quasi una rimessa ma è un tiro libero. Credo fosse la partita con il Venezuela. Ottenni quella foto grazie a un accordo con un foto- grafo americano, prima dell'ini- zio della partita. Gli chiesi espressamente di immortalarmi a fianco di MJ se ci fosse stata l'occasione, e in cambio gli avrei dato una maglia dell'Italia. Quella foto, poi riuscii anche a farmela autografare". Stefano non ebbe solo l'onore di arbitrare il Dream Team, ma anche di vederli dal vivo in ogni loro match, a Badalona, dove si giocava. "Non me ne persi una. C'era il mondo intero a vederli. Durante una partita mi ritrovai vicino a Evander Holyfield (campione del mondo di boxe) e il velocista Carl Lewis, che in quella edizione vinse l'oro nella staffetta 4x100 e nel salto in lungo. Poco distante, c'era anche il regista Spike Lee". Quando si parla di basket e Olimpiadi, la memoria schiaccia subito lì, all'edizione catalana del 1992 col Dream Team. Rayjon Tucker (americano, in forza a Venezia dal 2023). Una partita di 20 anni fa non si gioca- va come adesso. Non si tirava così tanto da 3. Le difese oggi sono meno aggressive. Una volta era molto più marcata la diffe- renza tra Nba e... comuni morta- li. Oggi si è molto più assotti- gliata anche perché i regolamenti si stanno avvicinando. L'ottica dell'Nba è quella di rendere il gioco il più spettacolare possibi- le, a svantaggio delle difese. Tutte le regole sono pro-attac- cante". Di recente, in occasione del Basket Camp organizzato dall'Alvisiana Basket Venezia, Cazzaro ha incontrato le giovani e giovanissime leve della palla- canestro lagunare, città dove la palla a spicchi è molto amata. Dinnanzi ai tanti "campioncini", molti dei quali indossano proprio le casacche dei protagonisti dell'Nba, del passato e del pre- sente, Stefano Cazzaro ha rac- contato qualche aneddoto dell'e- poca Dream Team, quando si ritrovò al cospetto di quegli extraterrestri. "Ma chi era il giocatore più forte di quella squadra favolo- sa?" chiede allora uno dei pulci- ni. "Penso, Michael Jordan" risponde Stefano. "Ma erano tutti fantastici: Malone, Drexler, Pippen. Magic Johnson era di una spettacolarità unica. Vederli dal vivo è stato qualcosa di vera- mente eccezionale". La foto autografata da Jordan della partita del Dream Team arbitrata da Stefano Cazzaro ai Giochi di Barcellona (Ph courtesy Stefano Cazzaro)

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