L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-22-2024

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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 22 AGOSTO 2024 L ' e s t a t e c a l d a d e l l a S i c i l i a f a v o r i s c e g l i spettacoli all'a- p e r t o e i n f a t t i da maggio in poi sono pro- prio tanti gli eventi che ven- gono svolti in diverse loca- l i t à i s o l a n e s o t t o i l c i e l o stellato o illuminato dalla luna. Anche se con periodi- cità biennale, le più famose rappresentazioni si svolgo- no a Siracusa – da parecchi decenni ormai – e sono le tragedie e le commedie gre- che che vengono interpreta- te al teatro e all'anfiteatro, dopo il tramonto del sole. Ma la più grande isola del Mediterraneo, la Trinacria c o s ì c h i a m a t a p e r l a s u a forma triangolare, vanta moltissimi altri teatri a cielo a p e r t o e q u a s i s e m p r e d i o r i g i n e g r e c a o r o m a n a . Sono anche detti teatri di p i e t r a e , n o m e n o m e n , i l nome ne spiega la natura: sono scavati nella roccia, a g r a d i n i e s o n o t u t t i c o n a n d a m e n t o " i n d i s c e s a " verso il proscenio. Ma non soltanto tragedie e comme- die greche o latine si rap- presentano in questi teatri bensì opere e spettacoli di varia natura. Accade così che al Teatro di Segesta, cit- tadina in provincia di Tra- pani, attaccata a Calatafimi con cui dal 1997 condivide il nome e che dal 2 aprile 2009 ha avuto riconosciuto il titolo di "città" , quest'e- state sia stata rappresenta- ta, inserita nel programma delle attività della stagione 2024 giunta alla terza edi- zione, un'opera scritta da Alberto Samonà - giornali- sta, scrittore, autore teatra- le, che vanta illustri ante- nati intellettuali e di grande s p e s s o r e c u l t u r a l e – d a l t i t o l o : " I l D e r v i s c i o d i Bukhara". Sul palco, con lui e altri attori, a suonare dal vivo, Tito Rinesi & Ensem- ble Dargah, voce, tamburo a cornice e saz, strumenti di chiara matrice mesopotami- ca il primo, turca il secondo. Non sono mancate le bal- lerine di danze persiane e sufi che hanno riempito la scena con la loro continua, i n a r r e s t a b i l e c i r c o l a r i t à r i t u a l e ( s a m à , d e r v i s c i o rotante) liberando spiritua- lità, meditazione, energie e pensieri mistici per raggiun- gere il contatto con Dio, col s u g g e s t i v o s v o l a z z o d e i c o s t u m i , r i g o r o s a m e n t e b i a n c h i e i l o r o o r i g i n a l i cappelli mevlana. Certamente la zona della Sicilia in cui si trova Segesta n e i s e c o l i p a s s a t i è s t a t a contaminata da influssi isla- mici – ne abbiamo memoria anche dalle imprese belliche di Federico II – quindi il suo teatro di pieta ci sembra la più adatta collocazione per questo genere di rappre- sentazioni e la sua storia non è da meno di quella che lo spettacolo sul Derviscio di Bukhara ha voluto rap- p r e s e n t a r e , a l d i l à d e l l a propria spiritualità che usa linguaggi completamente diversi da quelli della civiltà occidentale o cristiana. Non è nota la data della fondazione di Segesta ma risulta documentato che era abitata nel IX secolo a.C. e, secondo quanto narra Tuci- dide lo storico greco, profu- ghi troiani, navigando per il Mare Mediterraneo, giunse- ro in Sicilia e arrivando alla sua costa occidentale, fon- darono Segesta ed Erice. Il nome che assunsero questi profughi fu Elimi. Ad avva- l o r a r e l a t e s i d e l l ' o r i g i n e "troiana" si può fare riferi- mento a Virgilio che nell'E- neide narra che Enea, pro- f u g o d a l l a c i t t à d i T r o i a insieme ad alcuni suoi con- cittadini, prima di arrivare a Roma, si fermò in Sicilia e qui fondò una colonia dove, insieme ad alcuni compagni di viaggio, si fermò il padre Anchise. Anche se tutt'ora non è certa la discendenza d a g l i E l i m i , t u t t a v i a e s s i f u r o n o u n p o p o l o a p e r t o agli influssi della cultura greca e romana la qual cosa consentì loro di intrapren- d e r e v a n t a g g i o s i s c a m b i commerciali anche coi Feni- ci. I Romani, in virtù delle c o m u n i o r i g i n i t r o i a n e , o f f r i r o n o d e i p r i v i l e g i a Segesta tra cui l'esenzione dei tributi e le si rivolsero sempre come alleata e non come dominio. Segesta, dunque, antica c i t t à e l i m a , s o r g e p o c o d i s t a n t e d a A l c a m o e d a Castellammare del Golfo e ha all'interno del suo terri- torio, un parco archeologico nel quale si trovano un tem- p i o g r e c o i n s t i l e d o r i c o (430-420 a.C.) e un teatro dell'età ellenistica e, come g i à s o t t o l i n e a t o , s c a v a t o nella roccia della collina. A seguito di ulteriori ricerche e scavi archeologici, sono venuti alla luce una cittadi- na ellenistico-romana e un borgo medievale. Il tempio, detto anche il "Tempio Grande", si trova s u l l a c i m a d i u n a c o l l i n a fuori le mura della città e quando Goethe vi giunse - era il 20 aprile 1787 - rac- conta nel suo "Viaggio in Italia" che nel 1781 venne restaurato. I l t e a t r o f u c o s t r u i t o , invece, sulla cima più alta d e l M o n t e B a r b a r o , a l l e spalle dell'agorà già sede di culto molti secoli prima, alla fine del III secolo a.C. e, a differenza degli altri teatri greci, la cavea non poggia direttamente sulla roccia bensì è stata costruita ed è sorretta da muri di conteni- mento. Ha due ingressi e può contenere circa quat- tromila spettatori. E' in otti- mo stato di conservazione a n c h e s e a l c u n i s t u d i o s i p e n s a n o m a n c h i l ' u l t i m o anello, oggi non più esisten- te forse perché nel medio evo era in triste uso utilizza- re del materiale per costrui- re nuovi edifici togliendolo a quelli già esistenti. Il tea- tro, dal diametro di circa 60 metri, gode di un panorama che abbraccia il magnifico Golfo di Castellammare e le colline circostanti e questa sua incantevole posizione e l a s u a p e r f e t t a , n a t u r a l e amplificazione sonora ne f a n n o u n o d e i t e a t r i p i ù adatti a manifestazioni che riescono, anche per la sug- gestione della sua colloca- zione e poiché si svolgono al tramonto oppure all'alba, a tenere inchiodati sui gradini di pietra, gli spettatori che giungono da più parti dell'i- sola. Dal 1997 il nome Segesta viene unito a quello di Cala- tafimi, divenendo un unico comune col doppio nome: Calatafimi Segesta. La città e b b e g r a n d e s v i l u p p o durante l'Emirato di Sicilia (827 – 1061 d.C.) divenendo così uno dei principali cen- tri musulmani della parte occidentale della Sicilia. In quel periodo venne dato il n o m e d i Q a l ' a t F î m î a l l a vicina collina, ossia Castello d i E u f e m i o , d a c u i p o i divenne Calatafimi. La città subì due violenti terremoti: il primo nel 1693, lo stesso che portò morte e distruzio- ne anche nella parte orien- tale dell'isola; il secondo nel 1968, anno in cui avvenne quello che distrusse molte cittadine nella valle del Beli- ce. Fu anche teatro di avve- nimenti storici che riguar- d a r o n o l ' u n i t à d ' I t a l i a : r i c o r d i a m o l o s b a r c o d e i M i l l e d i G a r i b a l d i c h e avvenne proprio a Calatafi- mi. Lo scontro che avvenne tra le truppe borboniche e l'esercito guidato dell'eroe dei due mondi è ricordato con un mausoleo dove ripo- sano le spoglie dei caduti e c h e è c o n o s c i u t o c o m e sacrario di Pianto Romano e che porta la firma dell'ar- chitetto Ernesto Basile. E i n t a n t o , a l P a r c o Archeologico di Selinunte, si svolge la seconda edizione del Festival della Bellezza. Segesta, tra storia, mito e scambio culturale Il Derviscio di Bukhara (sopra due momenti dell'opera) è stato rappresentato al Teatro di Segesta SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI

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