L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-5-2024

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15 GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA C ari lettori,set- t e m b r e p o r t a con sé lo scam- bio di manodo- pera italiana per il carbone belga del 1946, come il Labor Day riporta alla memoria tutti quei vete- r a n i c h e h a n n o l a v o r a t o duramente in tutto il mondo in condizioni deplorevoli, affinché i loro figli potessero avere un futuro migliore. *** N e l 1 9 4 6 , c i f u u n a carenza di carburante in Ita- lia e una carenza di minatori in Belgio, così i burocrati governativi di entrambi i Paesi firmarono un accordo per scambiare uomini italia- ni con carbone belga. Cin- quantamila italiani poveri e disoccupati vennero inviati a turno dai centri di raccolta di Milano a lavorare nelle miniere della Vallonia, nel Belgio meridionale. In cam- b i o , i l g o v e r n o i t a l i a n o avrebbe ricevuto 200 chili di c a r b o n e p e r o g n i n u o v o minatore, pari a 2 o 3 milio- ni di tonnellate all'anno. L'I- talia risolse la sua carenza di carburante e il Belgio ampliò la sua forza lavoro. Fu l'ini- zio della comunità italiana i n B e l g i o , o r a f o r t e d i 300.000 persone. Gli emigranti, per lo più contadini, non avevano idea dell'accordo che era stato firmato o del tipo di vita che avrebbero dovuto affrontare. G l i u o m i n i n o n a v e v a n o ricevuto alcuna formazione. Erano per lo più contadini che non avevano mai sentito parlare di miniere prima. Il primo giorno, a mille metri sotto la superficie, molti si chiedevano dove fossero le finestre. L'Italia non ispe- zionò gli alloggi forniti ai minatori e, per i primi anni, l e l o r o c a s e s i r i v e l a r o n o essere le baracche degli ex campi di concentramento costruiti dai nazisti per ospi- tare i lavoratori in schiavitù. Non vennero fatte domande sulla sicurezza nelle miniere, che risalivano al 1890 ed erano in rovina. Più di 1.000 italiani morirono nei succes- sivi 10 anni in incidenti in miniera. Altri morirono di silicosi e altre malattie lega- te alle miniere. Poi, l'8 agosto 1956, un devastante incendio soffocò 262 persone in pochi minuti n e l l a m i n i e r a d i B o i s d u Casier a Marcinelle, vicino alla città industriale di Char- leroi. 186 di loro erano ita- liani. Il verdetto ufficiale dell'inchiesta fu che l'inci- dente era stato causato da un errore umano. L'incendio scoppiò alle 8 del mattino, il gas sprigiona- to fece il resto. Per la stra- g r a n d e m a g g i o r a n z a d e i minatori, che lavoravano senza maschere di ossigeno, non ci fu via di scampo. Solo 13 sopravvissero. Silvio di Luzio ha ricordato di aver fatto parte di una squadra di s o c c o r s o d i 1 8 p e r s o n e inviata da una miniera vici- n a : " S i a m o a r r i v a t i a l l e 8.30", ricorda. "Dal pozzo usciva un denso fumo nero. Fuori dalla miniera si riusci- va a malapena a respirare. Siamo entrati per turni con- secutivi per 15 giorni. Abbia- mo salvato e dormito. Tutti quelli che abbiamo tirato fuori, a parte sette ragazzi il p r i m o g i o r n o , e r a v a m o cadaveri. È stato un infer- no". I l s a l v a t a g g i o d u r ò 5 5 giorni. Ufficialmente, tutti i cadaveri tranne cinque furo- no recuperati e sepolti sotto il solenne monumento del cimitero di Marcinelle, ma i minatori insistono sul fatto che decine di bare furono riempite di pietre per dare tranquillità alle famiglie e al governo. "Quello che non dimenticherò mai è la vista delle famiglie che premeva- no contro i cancelli della miniera quando la notizia si diffuse", aggiunge di Luzio. "La Croce Rossa fornì alcune tende e rimasero lì per gior- ni. "Certo, sapevamo - lo sapevano tutti i minatori - c h e q u e l l i i n t r a p p o l a t i sarebbero morti come topi nel giro di poche ore". "Non sapevamo dell'accordo che era stato fatto o dei pericoli del lavoro in miniera", ha detto V i t t o r i o D a l G a l , presidente dell'ex Associa- z i o n e d e i m i n a t o r i , c h e arrivò a Marcinelle quando aveva 21 anni. "Tutto ciò che sapevamo era che non c'era lavoro e che un franco belga valeva 12 lire italiane. Le malattie e le privazioni sono state uno shock per la mag- gior parte di noi. Il fatto era che dovevamo lavorare nelle m i n i e r e p e r c i n q u e a n n i prima di poter cercare un a l t r o l a v o r o " , a g g i u n g e . "Molti sono morti di fame, h a n n o f a t t o e c o n o m i a e risparmiato per andarsene dopo quei cinque anni. Sono tornati a casa ma sono morti dopo lunga sofferenza. Quei primi cinque anni sono stati lavori forzati". *** La tragedia di Marcinelle avrebbe segnato un mare di cambiamenti nel trattamen- to degli italiani in Belgio. F i n o a d a l l o r a , i b e l g i c i chiamavano "maccheroni" e " M u s s o l i n i " . C ' e r a m o l t o razzismo. Dopo Marcinelle, i belgi si resero conto che era- vamo solo persone oneste che cercavano di guadagnar- si da vivere onestamente. La tragedia ha anche fatto sì che la sicurezza diventasse un pr obl ema: oggi siamo vivi solo grazie a coloro che sono morti allora. Le minie- re sono state tutte chiuse a l l ' i n i z i o d e g l i a n n i ' 6 0 , risparmiando la generazione successiva. Dopo le chiusu- re, la maggior parte degli ex minatori è stata assorbita dall'industria siderurgica e una considerevole minoran- za dalle professioni. Oggi, la comunità italiana in Belgio è fiorente e integrata. L'italia- no è la terza lingua parlata nel Paese, dopo il francese e il fiammingo. P.O.BOX 6528, ALTADENA, CA 91003 P.O.BOX 6528, ALTADENA, CA 91003

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