L'Italo-Americano

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27 GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | L 'Istituto Italiano d i C u l t u r a d i W e s t w o o d h a i n a u g u r a t o l a m o s t r a R e n z o Piano Building Workshop: Le fil rouge, dedicata ai pro- getti più significativi della Renzo Piano Building Work- shop, uno studio di architet- tura internazionale composto da dodici partner e guidato d a l l ' a r c h i t e t t o P r e m i o Pritzker Renzo Piano. Con sedi a Genova e Parigi, la Renzo Piano Building Work- shop ha seguito e completato oltre 140 progetti in tutto il mondo, tra i quali la sede centrale della Tokyo Marine a Tokyo, l'Ospedale di Parigi Nord, il nuovo campus del Politecnico di Milano a Mila- no, il complesso cinemato- grafico Pathé Palace a Parigi, il Center for Arts & Innova- tion a Boca Raton e il nuovo Sarasota Performing Arts Center. Per l'apertura, l'Istituto ha organizzato una tavola roton- d a c o n l a p a r t e c i p a z i o n e di Luigi Priano, partner della Renzo Piano Building Workshop; Shradda Aryal, vicepresidente esecutivo delle m o s t r e d e l l ' A c a d e m y Museum of Motion Pictures d i L o s A n g e l e s , e D a v i d Pakshong, senior associate d i A d a m s o n A s s o c i a t e s Architects, già project direc- t o r d i G e n s l e r d u r a n t e l a costruzione dell'Academy Museum. La conversazione, M o d e r a t a d a l l ' a r c h i t e t t o Elena Manferdini, Chair d e l G r a d u a t e P r o g r a m d i SCI-Arc, si è concentrata sul rapporto tra architettura, arte e scienza, sulla sostenibi- lità e l'innovazione. " A b b i a m o s c e l t o d i mostrare il processo di pro- gettazione e costruzione di alcuni progetti realizzati negli u l t i m i c i n q u a n t ' a n n i , d a l Centre Pompidou di Parigi e The Shard di Londra all'Au- ditorium Parco della Musica di Roma e all'Ospedale chi- rurgico pediatrico in Uganda, offrendo uno spaccato sul lavoro dello studio negli Stati Uniti". Ci ha raccontato Luigi Priano, entrato a far parte del Renzo Piano Building Work- shop nel 2011 e diventato socio nel 2021. Il suo primo progetto è stato il Whitney Museum of American Art di New York, completato nel 2015. Insieme a Mark Car- roll, ha anche guidato i team che hanno lavorato all'Aca- demy Museum of Motion Pic- tures di Los Angeles, comple- tato nel 2021, e al campus Whittle Schools & Studios di Washington D.C., completato nel 2020. Dott. Priano, Qquello dell'Academy Museum è uno dei vostri progetti di spicco, che lei ha seguito per tutti i nove anni di sviluppo. Da quale idea siete partiti? Come prima cosa ci siamo chiesti come riqualificare il Saban Building che è un sim- bolo della città di Los Angeles e come affiancarci qualcosa che invece rappresentasse un po' più la contemporaneità del cinema, perché il cinema è in continua evoluzione. È stata una sfida abbastanza interessante perché di per sé i cineasti e chi fa cinema sono p e r s o n e m o l t o c r e a t i v e e q u i n d i m o l t i c i h a n n o d a subito fornito degli stimoli. L'asticella si è alzata molto rapidamente, il cliente ci ha sempre seguito e anzi tante volte ci ha posto degli obietti- v i a n c h e p i ù a m b i z i o s i d i quelli che ci eravamo imma- ginati da un punto di vista delle progettazioni. A livello proprio prati- co come si sono tradotte queste richieste? Creando un progetto fatto con materiali flessibili e fles- sibile anche nella sua pianta, nei suoi spazi. Alla fine la soluzione è stata trovata col- l a b o r a n d o c o n i c o l l e g h i dell'Academy e nel mettere la parte museale più tradiziona- le all'interno dell'edificio esi- s t e n t e , p e r c h é a v e v a u n a m a g l i a s t r u t t u r a l e m o l t o regolare e si prestava molto bene a uno spazio espositivo f l e s s i b i l e , c h e i n f a t t i l o r o aggiornano praticamente una volta all'anno. Invece all'e- sterno abbiamo restaurato e risistemato l'edificio esistente e creato questa nuova ala, che è la sfera, all'interno della quale abbiamo collaborato con Dolby per quanto riguar- da il suono. I proiettori che ci sono all'interno delle due sale, perché c'è anche una sala ipogea che è al di sotto del museo, possono riprodur- re qualsiasi film, dai nitrati ai film in 3D, portando alla luce quella che era la nostra idea di partenza, ovvero che il museo del cinema avesse due spazi in cui si potesse vedere la storia del cinema dall'inizio fino tempi nostri. Una cosa che mi ha col- pito della mostra è il fatto ci sia un'attenzione alla riduzione degli sprechi. L'architettura ora pensa alla sostenibilità? È fondamentale conside- rarla, non come uno slogan ma come un modus operandi. Giusto per tornare al progetto di Los Angeles, la riqualifica- zione degli ex grandi magaz- z i n i M a y C o m p a n y d e l 1939 piuttosto che demolirli e ricostruire rappresenta pro- prio questo. Consideri che noi nel 2005 abbiamo inaugurato l a C a l i f o r n i a A c a d e m y o f Science, il museo di scienze di San Francisco, che è stato uno dei primi grandi edifici negli Stati Uniti a ricevere la certificazione Elite Platinum. Abbiamo decisamente un approccio olistico all'architet- tura perché consideriamo non solo l'utilizzo dei mate- riali ma anche il ciclo di vita dell'edificio: l'energia che consumerà quando è finito, m a a n c h e l ' e n e r g i a c h e è stata consumata per costruir- lo e quanta energia è stata u t i l i z z a t a p e r p r o d u r r e i materiali che lo compongono. C'è un altro progetto di quelli che avete curato n e g l i S t a t i U n i t i c h e anche può essere rappre- sentativo di questa filo- sofia? Il progetto per la Colum- bia University dove abbiamo costruito un piccolo campus che è stato costruito in un'ot- tica del minimo consumo e del recupero. A t t u a l m e n t e l e i è anche responsabile del p r o g e t t o S N F A g o r a I n s t i t u t e a t J o h n s Hopkins a Baltimora e del Waterfront di Levan- te a Genova. Può raccon- tarci del progetto di Bal- timora? S i t r a t t a d i u n e d i f i c i o molto interessante, abba- stanza piccolo perché è un edificio di 6.000 metri qua- dri. È stato creato in collabo- razione con la fondazione Stavros Niarchos di Atene e con l'istituto Agora che ha come obiettivo quello di stu- d i a r e l ' e v o l u z i o n e d e l l a democrazia, dalla variazione a l l ' i n d e b o l i m e n t o d e l l a democrazia, a come la demo- crazia si evolve nelle nostre società e quali sono i fattori che portano a dei cambia- menti. Verrà inaugurato in primavera, tra aprile e giu- gno 2025. È un piccolo edifi- cio con una grande missione. Renzo Piano nel corso d e l l a s u a c a r r i e r a h a vinto numerosi premi di architettura, tra cui il P r e m i o P r i t z k e r , l a Medaglia d'oro dell'AIA e il Premio Sonning. Quale è ad oggi il suo approccio al lavoro? È molto presente, molto dinamico e attento. Io sono il partner più giovane, ho 41 anni, quindi sono arrivato per ultimo, ma l'ufficio ha una storia abbastanza inte- ressante, perché proprio per volontà di Renzo noi siamo 1 2 0 p e r s o n e t r a P a r i g i e Genova e abbiamo una poli- tica della crescita a zero, vale a dire che non cresciamo in numero, prendiamo solo i progetti di cui ci possiamo occuparci facendo quindi una grande selezione sulle p r o p o s t e c h e c i v e n g o n o fatte. Grazie a questa scelta, Renzo ha l'energia, il tempo e la forza di occuparsi di tutto, occupandosi giornalmente di tutti i progetti. C o s a h a i m p a r a t o lavorando con un genio dell'architettura come Renzo Piano? Mi ha sempre colpito il suo approccio umanistico e u m i l e . R e n z o n o n h a u n approccio da esperto, da tec- n i c o , m a t e n d e s e m p r e a mantenere una visione molto aperta e una curiosità molto spiccata. Mi ha insegnato a non darmi delle risposte da solo, ma di cercare di capire il perché delle cose. E questo aiuta a lavorare in maniera corale, come se fossimo una grande orchestra. Renzo non si pone mai come un archi- tetto che ha costruito 300 o 400 edifici nel mondo, non l'ho mai sentito dire "Questo l'abbiamo già fatto". Lui ha sempre questa voglia di cer- care soluzioni diverse e di mettersi in gioco, approccio c h e s e c o n d o m e è o t t i m o anche applicato alla vita in generale, non solo nell'archi- tettura. Mostra dei progetti iconici di Renzo Piano all'Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles Da sinistra, David Pakshong, senior associate presso Adamson Associates Architects; Luigi Priano, partner del Renzo Piano Building Workshop; Emanuele Amendola, Direttore IIC LA; Elena Manferdini, Responsabile del Graduate Program alla SCI-Arc; Shradda Aryal, Vicepresidente Esecutivo delle Mostre presso l'Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles (Foto: James Rivas + Veronica Maffei). In basso a destra, parte della mostra (Photo: James Rivas + Veronica Maffei) LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES

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