L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-3-2024

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2024 LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA U no dei monu- m e n t i p i ù f a m o s i d i Roma, la scali- n a t a d i T r i - nità dei Monti, è diventata oggetto di una recente que- stione di proprietà tra Italia e Francia. Mentre questo sito iconico è da tempo associato alla cultura e alla storia italia- na, un recente rapporto della Corte dei conti francese ha sollevato interrogativi sullo status legale del monumento. Questa tensione inaspettata, guidata da rivendicazioni sto- riche e moderne complessità politiche, ha suscitato dibatti- ti in entrambi i lati delle Alpi. La scalinata di Trinità dei Monti è stata progettata dagli architetti italiani Francesco De Sanctis e Alessandro Specchi e costruita tra il 1723 e il 1726. L'imponente scalinata di 136 gradini è stata costruita per collegare Piazza di Spagna alla base con la chiesa di Trinità dei Monti in cima, un'area che è ora una delle attrazioni turi- stiche più famose di Roma. La costruzione della scalinata fu finanziata da Étienne Gueffier, un diplomatico e filantropo francese, che lasciò una notevole somma di dena- ro nel suo testamento apposi- tamente per questo scopo: q u e s t o l e g a m e f r a n c e s e , nonostante la posizione e il design italiani del monumen- to, è il fulcro della disputa odierna. All'inizio di questo mese, la Corte dei conti francese ha riacceso il dibattito a lungo latente sulla proprietà e la responsabilità della manu- tenzione della scalinata di Piazza di Spagna, chiedendo una "conferma dello status legale" della scalinata e sot- tintendendo che la Francia ha una quota storica nel sito a causa del finanziamento fran- cese alla sua costruzione. La relazione della Corte dei conti francese ha anche criticato la manutenzione della scalinata di Piazza di Spagna, soste- nendo la negligenza delle autorità italiane nella sua manutenzione nel corso degli anni. Pierre Moscovici, presidente della Corte, ha tentato di minimizzare la controversia, affermando che la relazione non intendeva affermare la proprietà ma chiarire le responsabilità in merito alla manutenzione e al restauro. Questa rassicurazione, tut- tavia, non ha contribuito a placare la tensione. La rispo- sta dell'Italia è stata rapida e inequivocabile: il ministro del Turismo Daniela Santan- chè, nota per la sua forte posizione nazionalista, ha pubblicamente condannato la posizione della Francia, affer- m a n d o : " C o s a s a r e b b e l a Francia senza l'Italia? Non p o s s o n o f a r e a m e n o d e l nostro lusso, delle nostre opere o della nostra arte, della nostra bellezza. Ma que- sto è troppo. Vogliono persi- no prendere la scalinata di Trinità dei Monti". Altri fun- zionari italiani hanno rie- cheggiato il punto di vista di Santanchè; Fabio Rampel- li, vicepresidente della Came- ra dei deputati, ha suggerito sarcasticamente che, se la Francia insisterà con queste affermazioni, l'Italia potrebbe dover rivalutare le sue perdite culturali per mano dei france- si: il commento di Rampelli si riferisce alle numerose opere d'arte italiane che furono por- tate in Francia, in particolare durante l'era napoleonica. Tuttavia, è importante non dimenticare che il dibattito sulla scalinata di Trinità dei Monti non è un incidente iso- lato, ma parte di una discus- sione più ampia sulla presen- za storica e culturale della Francia a Roma. La Francia possiede diver- se chiese in città, tra cui Tri- nità dei Monti, San Luigi dei Francesi e Sant'Ivo dei Bre- toni. Queste proprietà, insie- me ad altre come la prestigio- sa Villa Medici, che ospita l ' A c c a d e m i a d i F r a n c i a a Roma, sono mantenute in base ad accordi internazionali che risalgono al XVIII secolo. Nel 1790, Papa Pio VI affidò al cardinale François-Joa- chim de Pierre de Bernis, ambasciatore francese presso la Santa Sede, la protezione di questi edifici religiosi; l'i- stituzione francese nota come Pieux Établissements fu isti- tuita per gestire queste pro- prietà e continuano a essere s u p e r v i s i o n a t e d a q u e s t o organismo ancora oggi. Tut- tavia, le cose non sono sem- pre andate lisce: durante il regime fascista di Mussolini, l ' I t a l i a f e c e u n t e n t a t i v o infruttuoso di reclamare le proprietà dai francesi, espo- nendo ulteriormente le ten- sioni di lunga data sul patri- monio culturale e religioso di R o m a t r a l e d u e n a z i o n i . Come implicito nella dichia- razione di Fabio Rampelli sull'argomento, la resistenza italiana alla rivendicazione della Scalinata di Trinità dei Monti da parte della Francia è legata a un risentimento culturale più profondo che ha avuto origine nell'era napo- leonica: capiamo perché. Durante le guerre napoleo- niche, la Francia saccheggiò notoriamente tesori artistici e culturali da tutta Europa, in particolare dall'Italia. Questo furto su larga scala, descritto dallo storico dell'arte Paul Wescher come "il più grande spostamento di opere d'arte della storia", comportò la rimozione di opere d'arte di inestimabile valore da musei, chiese e collezioni private. Tra le opere rubate più famo- se c'erano la Gioconda di Leonardo da Vinci e la Madonna della Vittoria d i A n d r e a M a n t e g n a , entrambe ora conservate al Museo del Louvre di Parigi. Mentre alcune opere trafuga- te sono state restituite all'Ita- lia, molte rimangono in Fran- cia, il che ha portato a perio- diche richieste di rimpatrio. Ad esempio, Luciano San- donà, presidente della Com- missione regionale per le politiche istituzionali in Ita- lia, ha recentemente inviato una lettera al presidente fran- c e s e E m m a n u e l M a c r o n , chiedendo il ritorno delle Nozze di Cana di Paolo Calla- ri nella sua sede originale in Italia. Q u i n d i , l e r i c h i e s t e d i restituzione dei capolavori italiani non sono una novità, ma diventano urgenti ogni volta che sorgono controver- sie come quella sulla Scalina- ta di Trinità dei Monti. Al centro del dibattito, tuttavia, c'è la complessa questione di come dovrebbe essere gestito il patrimonio culturale e chi ha il diritto di supervisionare siti di importanza storica. E, alla fine, se il coinvolgimento francese nella costruzione della scalinata di Piazza di Spagna è innegabile, le auto- rità italiane hanno gestito il sito per secoli, con i funziona- ri culturali di Roma che sot- tolineano, ad esempio, gli sforzi cittadini in corso per restaurare e mantenere la scalinata, compresi i grandi lavori di ristrutturazione del 1995 e del 2014. Il monumen- to, sostengono, è parte inte- grante del tessuto urbano di Roma ed è una via pubblica che appartiene all'Italia. Claudio Parisi Presic- ce, sovrintendente dei Beni Culturali di Roma, ha chiarito la questione, affermando che mentre i francesi hanno un legame storico con la chiesa di Trinità dei Monti, la scali- nata stessa è sempre stata gestita dalle autorità comuna- li italiane. Ha sottolineato che la scalinata è "parte integran- te di Roma capitale d'Italia". Sebbene sia improbabile che la scalinata di Piazza di Spa- gna diventi territorio france- se, o addirittura venga gestita dalle autorità francesi, l'at- tuale disputa è un promemo- ria della profonda interazione delle storie culturali europee e di quanti siti nel Vecchio Continente siano simboli di un patrimonio condiviso che va oltre i moderni confini g e o p o l i t i c i . T u t t a v i a , l a gestione pratica e legale di questi siti rimane una fonte di contesa. In questo caso, la soluzione potrebbe risiedere in ciò a cui Pierre Moscovici h a a c c e n n a t o : c h i a r i r e l a situazione legale per garanti- re che entrambe le nazioni p o s s a n o c o l l a b o r a r e a l l a manutenzione della scalinata di Piazza di Spagna senza riaccendere vecchie rivalità. Piazza di Spagna e la sua famosissma scalinata (Photo: Denys Kuvaiev/Dreamstime) La scalinata di Trinità dei Monti: Italia e Francia si contendono la proprietà?

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