L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-3-2024

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GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2024 www.italoamericano.org 43 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT A vvio terribile. Dopo un buon pre-campionato, la stagione del Milan è par- tita in modo sconcertante: il pareggio col Torino è stato segui- to dal pesante Ko di Parma. Poi l'illusoria vittoria interna contro un arrendevole Venezia e la brut- tissima prestazione in Champions contro il Liverpool (1-3). Il suc- cessivo derby? L'ultima spiaggia per la panchina di Fonseca, l'ine- vitabile 'capro espiatorio' in caso di ulteriore fallimento. APPROCCIO DIVERSO - Quello che più ha colpito, in que- sto pessimo avvio stagionale - oltre a una marcata fragilità difensiva - è stato l'atteggiamen- to dei Rossoneri: una squadra priva di mordente, poco compatta in campo e nello spogliatoio. Da qui, le prestazioni più negative. In primis l'orribile partita contro il Liverpool in cui, nonostante l'immediato vantaggio, il Milan è sempre stato in balia di un avver- sario più forte, ma soprattutto più convinto e 'carico'. Proprio l'ap- proccio alla partita e l'atteggia- mento dimostrato nei 90' del derby hanno rappresentato il cambio più evidente operato dal Milan, che ha avuto la capacità e la forza di aggredire l'Interi. E dire che i Nerazzurri, oltre ad essere i Campioni d'Italia in cari- ca e una squadra forte e rodata, erano anche la principale 'bestia nera' del Milan, reduce non a Derby di Milano. Dopo sei sconfitte consecutive, il Milan vince e salva la panchina di Fonseca caso da 6 sconfitte consecutive nei derby. SCELTE VINCENTI, LET- TURA TATTICA - Al tecnico portoghese si devono ascrivere grandi meriti per l'andamento della partita: le scelte - affatto scontate - hanno inciso sulla par- tita. Innanzitutto lo schieramento tattico: un 4-2-4 mascherato da 4-4-2 (Pulisic e Leao tutto face- vano, tranne ripiegare per pro- teggere la difesa) che ha costan- temente messo sotto pressione il terzetto arretrato nerazzurro, costringendo i mediani di Inzaghi a 'guardarsi sempre alle spalle', perché ogni verticalizza- zione avversaria (e il Milan ha molto insistito sulla rapidità di queste ripartenze) consentiva alle quattro punte di trovarsi in campo aperto, lanciate verso la retroguardia avversaria. Anche l'opzione-Gabbia - schierato al centro della difesa, al posto di Pavlovic - è stata determinante. E non solo per il gol, siglato pro- prio dal numero 46 rossonero: anche per le capacità di lettura del gioco e di impostazione garantite dall'ex Villarreal. Va poi sottolineato come l'impostazione di una difesa 'preventiva' da parte di Fonseca sia stata ispirata: i 4 attaccanti sono stati decisivi nell'impedire la classica costruzione dal basso - fatta di fraseggi e triangolazioni tra difesa e centrocampo - con cui l'Inter ha abitualmente messo in ginocchio il Milan nei derby più recenti. STEFANO CARNEVALI della difesa rossonera è rimasta d'attualità. Tomori e Gabbia hanno 'tenuto botta', ma non altrettanto hanno fatto i terzini: sulle fasce l'Inter ha preso il sopravvento e, proprio uno scambio tra Lautaro e Dimarco, favorito da un'improvvida 'usci- ta' di Emerson Royal, ha conces- so all'esterno sinistro nerazzurro di battere a rete, calciando un diagonale precisissimo, che ha superato Maignan. RESILIENZA ROSSONE- RA - Da quanto visto sin qui in stagione, ci si sarebbe potuti aspettare un 'crollo' emotivo del Diavolo, inerme al palesarsi delle prime difficoltà. Invece gli uomini di Fonseca - pur doven- dosi affidare alle parate di Maignan su Lautaro - hanno dimostrato un'inaspettata resi- lienza e, invece di cedere campo, hanno seguitato a mettere sotto pressione il titolato avversario. Sommer si è così erto a migliore, neutralizzando le conclusioni di Morata, del redivivo Leao per due volte e di Reijnders. CAMBI NECESSARI, MA INEFFICACI - La scarsa bril- lantezza dell'Inter è stata 'denunciata' da Inzaghi che, nel cuore del secondo tempo, ha rivoluzionato la squadra, cam- biando tutti i centrocampisti cen- BISCIONE SPENTO - Per quanto il Milan abbia saputo interpretare la partita con atteg- giamenti mentale e tattico asso- lutamente positivi ed efficaci, va dato atto del cattivo approccio alla gara offerto dall'Inter. I Nerazzurri - complice il dispen- dio di energie nella trasferta di Champions, in casa del Manchester City - sono parsi 'scarichi' e tutt'altro che concen- trati nella fase difensiva. Questo fattore, in avvio di stagione, sembra essere uno dei principali problemi della 'coraz- zata' di Inzaghi. Però, è l'atteg- giamento dell'Inter a non essere piaciuto: troppo 'molli' e a tratti supponenti per far fronte in modo efficace a un Milan - per la prima volta - convinto. La rete del vantaggio milanista (Pulisic, al 10', imitando un'azione in solitaria già provata nei primissi- mi minuti) è stata indicativa della 'passività' interista: rubata palla a un 'leggero' Mkhitaryan (tra i peggiori), lo statunitense ha proceduto palla al piede - indi- sturbato, per quanto circondato da 3 difensori avversari - e, di punta, ha preso controtempo Sommer. Anche se la prestazio- ne di Fofana - finalmente diga importante in mezzo al campo - è stata di buon livello, la fragilità trali (Mkhitaryan e Çalhanoglu, tra l'altro, erano già ammoniti). I subentrati hanno portato fre- schezza, ma hanno abbassano qualità e fluidità di gioco. Anche i rinforzi dalla panchina - spesso decisivi per l'Inter - sono risulta- ti inefficaci. I Rossoneri si sono così resi conto delle accresciute difficoltà dell'avversario e hanno cominciato a premere sull'acce- leratore. La scarsa lucidità in fase di finalizzazione sarebbe così potuta costare al Milan una vittoria meritata ma poi ci ha pensato Gabbia, bravo a incorna- re un perfetto cross da calcio piazzato di Reijnders. Improvvisamente in svantaggio - e all'ultimo respiro -, l'Inter ha provato a trovare residue ener- gie, ma il tentativo d'assalto è stato sterile e poco coordinato. È anzi il Milan che, in contropiede, ha gettato al vento delle favore- volissime occasioni per chiudere la gara. Alla fine, i Rossoneri hanno conquistato tre punti che potrebbero rilanciare la stagione. Per l'Inter, sorprendentemente 'svuotata', c'è invece tanto su cui riflettere, soprattutto sull'ap- proccio mentale alla gara. Inzaghi, se vorrà difendere lo Scudetto appena conquistato, ha l'assoluta urgenza di ritrovare la solidità dei suoi. to', per consentire ai 'Canarini' di mantenere la categoria e rior- ganizzarsi in vista di un futuro più roseo. Eppure le cose stanno andando peggio del previsto, visto che i ciociari, attualmente, sono in piena zona retrocessione. SAMPDORIA. L'esonero di Pirlo è indicativo di come questo avvio di Campionato non abbia soddisfatto la piazza. Con Sottil sembra che la situazione stia migliorando, ma la classifica piange ancora. SALERNITANA . Storia strana, quella degli Amaranto. Da neo-retrocessi, dovrebbero giocoforza ambire alle zone alte della classifica, ma l'instabilità societaria e un mercato - comun- que positivo - gestito con ridot- tissime disponibilità, hanno ridi- mensionato la piazza. L'attuale posizione in classifica, però, e la grande fragilità difensiva, non possono che essere considerate deludenti. PALERMO. Una grande società, fautrice di una campa- gna acquisti ben modellata sulle esigenze dell'allenatore. Risultato momentaneo? Un poco gratificante sesto posto, con solo 8 reti all'attivo. Certamente la squadra crescerà, ma non ci si può ritenere soddisfatti. CREMONESE. I lombardi vantano uno degli organici più forti di tutto il Campionato ed è per questo che l'attuale ottavo posto non può lascare tranquillo l'ambiente. La classifica corta, comunque, spinge ad essere otti- misti. I 'bonus' per Stroppa, però, potrebbero essere già finiti. MODENA. Un altra squadra che - pesantemente rinforzata in estate - si aspettava un avvio di campionato più convincente. La panchina di Bisoli non pare più solidissima ma occore pazienza: serve completare l'innesto di tuti i nuovi arrivati e trovare le giu- ste alchimie tattiche. CARRARESE. Per non pati- re il salto di categoria si è pensa- to al 'colpaccio' Stiven Shpendi. Ma la rosa necessitava di mag- giori rinforzi. L'ultimo posto in classifica è già un campanello d'allarme. CONTINUA DA PAG 42 Il tecnico del Milan Paulo Fonseca (Ph© Marco Canoniero | Dreamstime.com)

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