L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-3-2024

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L a c i t t à d i S a n Francisco deve il suo simbolo più celebre, il Golden Gate Bridge, all'i- t a l o - a m e r i c a n o A m e d e o Peter Giannini. Fu infatti lui, nato a San José nel 1870 da immigrati genovesi e noto per essere il fondatore della Bank of America, ad appog- giare e a finanziare il proget- t o d e l l ' i n g e g n e r e J o s e p h Strauss, che prima dell'in- contro con Giannini aveva dovuto affrontare numerose o b i e z i o n i e l a G r a n d e Depressione. La visione di entrambi, quella di servire a p p i e n o l a c r e s c i t a d e l l a California, è celebrata dalla città di San Francisco con una targa chiamata Men of Vision. Non solo questo, ma anche le altre, incredibili conquiste di A.P. Giannini sono ora raccontate in un documentario, A Little Fel- low, che verrà presentato il prossimo 8 ottobre all'Istitu- to Italiano di Cultura di San Francisco. Il regista, Davide Fiore, arrivato nella Bay Area nel 2017 da Torino, ha deciso di raccontare la vita dell'uo- mo che rivoluzionò il mondo d e l c r e d i t o d o p o e s s e r s i i m b a t t u t o p e r p u r o c a s o nella targa a lui dedicata e di essersi stupito che nessuno avesse ancora reso omaggio ai suoi successi. "La sua storia sembra una s c e n e g g i a t u r a d i H o l - lywood". Ci racconta Fiore, che da subito si è rispecchia- to nell'indole da sognatore di Giannini. Come tutti i sogna- tori anche Giannini è partito dal basso, aiutando il padre impiegato nell'agricoltura. La prima vera opportunità g l i v i e n e o f f e r t a d o p o i l matrimonio con Clorinda Cuneo, figlia di un banchiere, il quale inserisce Giannini n e l m o n d o b a n c a r i o . " L e banche all'epoca non aiuta- vano la gente comune, non potevi aprire un conto in banca se non avevi proprietà. Se eri un pescatore, un inse- gnante o un poliziotto non solo non potevi aprire un conto in banca ma non avevi a l c u n a c c e s s o a i p r e s t i t i . Questa cosa a Giannini non andava bene". Dopo essersi licenziato e aver aperto la propria banca, Giannini andò casa per casa a spiegare alle persone che la sua banca le avrebbe aiutate, dando loro la possibilità di conservare i risparmi e senza doverli più tenere sotto il materasso. Paradossalmente il terremoto a San Francisco del 1906 rappresentò un'al- tra grande svolta per lui. "Giannini fu l'unico banchie- re a voler concedere prestiti. Le altre banche si tennero i soldi per ricostruire i loro palazzi, mentre Giannini li diede alla gente per dare loro la possibilità di ricominciare a costruire". Arrivato a San Francisco, Giannini raccolse tutti i soldi e i documenti e scappò a San Mateo dove li nascose in un camino. "Que- sta è stata la sua grande bra- vura perché la gente iniziò a credere in lui. Non a caso fu soprannominato "the Peo- ple's Banker". Il tratto distintivo di Giannini è l'essere anda- to incontro alle necessità della gente. Come si è evoluto questo aspetto nel tempo? I n v a r i m o d i . G i a n n i n i v o l e v a c h e g l i i m m i g r a t i avessero accesso ai servizi bancari, quindi tutte le bro- chure della sua banca erano i n v a r i e l i n g u e c o s ì c h e polacchi, italiani, latini aves- sero accesso ai servizi. Inol- tre, quando in California è arrivata l'ora del voto per le donne nel 1911, lui è stato l'unico a dare accesso ai pro- p r i c o n t i a l l e d o n n e c h e prima potevano andare in banca solo col marito o col padre. Questa cosa non è stata mai vista bene. Non solo. Il Dipartimento della s u a b a n c a e r a g e s t i t o d a d o n n e i n m o d o c h e p o i andassero a parlare ad altre donne e non dovessero inter- facciarsi con degli uomini. Oggi non ci pensiamo, ma all'epoca fu una rivoluzione straordinaria. In quali altri modi ha cambiato il mondo ban- cario? P o r t a n d o i l b r a n c h banking negli Stati Uniti, che prima non esisteva. Prima c'erano la banca di San Fran- cisco, la banca di Stockton, la banca di Los Angeles. Lui voleva ispirarsi al modello che c'era in Italia, in Francia, in Canada, dove c'era una banca centrale e poi le filiali. Questa cosa era vista come anti americana, contraria ai principi delle banche, "cosa ne sanno gli italiani delle banche", dicevano, "cosa ne sa un contadino". Ma lui ha portato le filiali in America e alla fine, grazie a questo, la sua banca è stata una delle poche a non fallire durante la crisi del '29. Quale è stato invece il contributo all'industria del cinema? Quando è arrivato a Los Angeles si è accorto che la città stava per svilupparsi, l'ha vista passare da 500.000 persone a 2 milioni e mezzo in dieci anni. Lui è stato tra i primi a finanziare il cinema. Ha fotto prestiti a varie com- pagnie di Hollywood, tra le quali la United Artists di Mary Pickford e allo stesso Charlie Chaplin nel 1923. Quando Walt Disney sforò il budget di 2 milioni di dollari per la realizzazione di Bian- caneve, Giannini lo aiutò con un prestito. Creò anche un dipartimento cinematografi- co con Cecil B. DeMille per- ché sentiva che questa indu- stria avrebbe avuto un futu- ro. Inoltre va ricordato che a Los Angeles la Bank of Italy c'era prima del City Hall che vediamo oggi. Giannini qui ha acquisito una banca, la B a n k o f A m e r i c a o f L o s A n g e l e s , e h a d e c i s o c h e dalla California voleva arri- vare a Wall Street. Da questa p r e m e s s a h a c a m b i a t o i l n o m e d a B a n k o f I t a l y a Bank of America. Tornando al documen- tario, per ricostruire la sua vita chi avete intervi- stato? P e r l a p a r t e f a m i l i a r e , abbiamo voluto intervistare le nipoti, Virginia Hammer- ness e Anne McWilliams, che sono cresciute con lui, ora purtroppo una delle due è mancata. Poi abbiamo inter- vistato il fotografo Alessan- dro Baccari. Tutte le foto di San Francisco dal 1925 al 1980 sono sue; lui poi ha documentato in particolar modo la comunità italo-ame- ricana. La cosa positiva di questo signore, che purtrop- po è mancato anche lui, è che ha conosciuto Giannini di persona e Giannini è stato un suo mentore nel suo percor- so di fotografo. Tra gli altri ci sono la storica Deanna Paoli Gumina, autrice di The Ita- lians of San Francisco 1850- 1930, la prima storia bilin- gue di un gruppo etnico, la professoressa Sarah Quincy della Vanderbilt University, che ci ha dato una mano a capire l'aspetto economico d e l l ' e p o c a , l ' e x c o n s o l e Lorenzo Ortona e Catherine Stefani, che al momento è nell'ufficio del sindaco di San Francisco. Avendolo conosciuto di persona, quale ricordi ha condiviso Baccari su Giannini? Baccari, che era anche un amico di famiglia, ci ha rac- contato che Giannini gli con- sigliò di non perdere il suo nome italiano. Nonostante f o s s e n a t o i n A m e r i c a e nonostante i suoi insegnanti volessero cambiare il suo n o m e d a A l e s s a n d r o i n Alexander, Giannini gli disse di non farlo, perché "il tuo nome è importante, dice chi sei, dice da dove vieni. Man- tieni questa tua diversità". Un documentario racconta la vita del grande banchiere italo-americano A.P. Giannini HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI Una delle molte interviste che formano il cuore del documentario di Fiore su Giannini (Photo courtesy of Davide Fiore) e, in basso a sinistra, Fiore durante un incontro presso il Museo Italo-Americano di San Francisco (Photo: Chiara Fornetti) 33 GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO |

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