L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 17 OTTOBRE 2024 www.italoamericano.org 42 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT CAMPIONATO DI SERIE A CAMPIONATO DI SERIE B I RISULTATI PROSSIMI INCONTRI Addio a Lea Pericoli, la signora del tennis azzurro. Suo il record assoluto dei titoli italiani conquistati STEFANO CARNEVALI L ea Pericoli, la 'Divina' della racchetta italiana, se ne è andata a 89 anni, dopo una carriera sempre all'in- segna del gusto e della capacità di farsi ammirare. Nata a Milano il 22 marzo 1935 e cresciuta ad Addis Abeba, dove la famiglia si era trasferita dopo la guerra di Etiopia, iniziò la carriera a 17 anni, arrivando a dominare, per quasi 4 lustri il tennis femminile italiano. Il record assoluto di tito- li nazionali conquistati, ben 27, resta suo ed è praticamente imbattibile. Non solo. In Italia è stata numero uno per 14 anni (record assoluto) tra il 1959 e il 1976 e quattro volte numero due ('60, '61, '62 e '73). PALMARES - Tra il 1959 e il 1976 ha guidato il movimento italiano da numero 1 e numero 2, giocando 29 partite di Fed Cup e ottenendo 1 semifinale, 4 quarti di finale e 8 ottavi di finale agli Internazionali d'Italia, oltre a 5 finali di doppio in coppia con Silvana Lazzarino. Per quanto riguarda i tornei dello Slam, ha raggiunto tre volte gli ottavi di finale a Wimbledon (1965, 1967, 1970) e quattro volte al Roland Garros (1955, 1960, 1964 e 1971). Tra le sue vittorie più importanti: Crans Montana 1954, Istanbul 1958, Santa Fé 1961, Genova 1968, Cairo 1969, Montecarlo (in doppio) 1964, 1965, 1966 e Gstaad 1974, 1975. ICONA DI STILE - La Pericoli non fu mai un assoluta dominatrice in campo e, nono- stante il suo tennis - inizialmente contraddistinto da uno stile offensivo e molto istintivo - si fosse evoluto (dopo che la Federazione la 'mise nelle mani' del coach australiano Dinny Pails) in un gioco innovativo, fatto di colpi 'stilosi' e palle lun- ghe, non ottenne mai vittorie di primissimo piano. Eppure, il suo impatto sul mondo dello sport (non solo sul tennis!) fu dirom- pente. Forte di una naturale avve- nenza e di un'eleganza, tra l'in- tuito e lo studiato, la tennista ruppe con il cliché delle atlete che, per essere vincenti, doveva- no sacrificare le apparenze. Memorabili i suoi 'attire' agli Internazionali di Roma quando, dopo le giornate di gara, era soli- ta coprire l'abito da gioco con delle ricercatissime pellicce di visone. Ci sono poi stati i 'colpi di genio' sfoggiati nel 'tempio' di Wimbledon: dal completo rosa dell'esordio, al gonnellino di visone, passando per gli abiti di penne cigno e petali di rose. Questo 'osare' certamente le garantì un'ulteriore impennata di popolarità, ma fu anche un pic- colo passo significativo nel per- corso dell'emancipazione fem- minile nel mondo dello sport (e non solo). CARRIERA - Per quanto icona amata e seguitissima, Lea Pericoli visse in un'epoca in cui il tennis femminile non consenti- va i guadagni milionari possibili per le protagoniste più recenti: "eravamo poveri ma belli", era solita ripetere. Chiusa l'avventura nel mondo del tennis, la breve passione per il golf e, soprattutto, una seconda carriera giornalistica molto inno- vativa e rilevante: è stata la prima donna a commentare il tennis in televisione e per anni è stata anche reporter ed editoriali- sta sul quotidiano Il Giornale di Indro Montanelli (per lo sport, ma anche per articoli di moda e costume): una pioniera anche su questo fronte. 'Divina' e indi- menticabile.

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