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27 GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI L ' a n t i c a c i t t à romana di Pom- p e i f u , c o m e noto, distrutta nel 79 d.C. dall'im- provvisa eruzione del Vesu- vio. Nel giro di pochi istanti, la città fu sepolta sotto alme- no sei metri di cenere vulca- nica e pomice, catturando in agghiaccianti dettagli gli ulti- mi istanti di migliaia di vite. La tragedia diede vita a uno dei siti archeologici più signi- ficativi della storia, che con- sente di comprendere la vita romana e presenta anche scene inquietanti di sofferen- za umana. Molti di coloro che sono stati trovati a Pompei, furono scoperti in posture i n s o l i t e , c o s a c h e p o r t ò i primi autori degli scavi a spe- culare sul momento della loro morte. Tuttavia, r e c e n t i scoperte scientifiche stan- no ora rimodellando queste interpretazioni, portando a una nuova comprensione di chi fossero questi individui e di come incontrarono il loro destino. Gli scavi di Pompei inizia- rono nel 1700 e, a metà del XIX secolo, l'archeologo Giu- seppe Fiorelli introdusse una nuova tecnica per creare calchi in gesso. Il metodo di Fiorelli prevedeva di versa- re gesso nei vuoti lasciati dai corpi decomposti nella cene- re. I calchi risultanti forniva- no repliche a grandezza natu- r a l e d e i d e f u n t i , preservandone le pose con straziante accuratezza. Questi primi calchi divennero cen- trali per il fascino popolare di Pompei perché offrivano uno sguardo autentico sugli ulti- mi momenti della città. Tut- tavia, vennero creati ed espo- s t i c o n u n c o n t e s t o archeologico limitato, il che spesso portò a supposizioni basate sull'interpretazione v i s i v a p i u t t o s t o c h e s u l l e prove. Ad esempio, gli individui trovati in apparenti abbracci venivano talvolta considerati m e m b r i d i u n a f a m i g l i a , mentre quelli posizionati con i bambini venivano conside- rati madri o padri. Per decen- ni, si è anche creduto che le loro posture riflettessero una sofferenza prolungata o ten- tativi di proteggersi dai detri- ti vulcanici. Tuttavia, ulteriori studi hanno indicato che le p o s i z i o n i p e c u l i a r i i n c u i venivano trovate molte vitti- me erano probabilmente il risultato di un calore inten- so, che causava contrazioni muscolari al momento della morte. In effetti, si stima che gli abitanti di Pompei siano morti quasi all'istante nelle o n d a t e p i r o c l a s t i c h e c h e seguirono l'eruzione iniziale, una rivelazione che indeboli- sce le precedenti e più dram- matiche interpretazioni sulle cause delle loro morti: queste ondate rilasciarono gas e materiale vulcanico a tempe- rature superiori a 570 °F, suf- ficienti a vaporizzare i tessuti molli e lasciare resti schele- trici intatti nella cenere. Mentre gli archeologi sono da tempo affascinati da que- sti calchi in gesso, la recente applicazione dell'analisi del DNA ha offerto un nuovo livello di dettaglio. I ricerca- tori di istituzioni tra cui l'U- niversità di Harvard e l'Università di Firenze, lavorando a uno studio pub- blicato su C u r r e n t B i o - logy, sono stati in grado di estrarre il DNA da frammenti ossei incorporati nei calchi. Questi dati genetici hanno fornito nuove informazioni sulle identità, le relazioni familiari e persino l'ascen- denza di alcune delle vittime di Pompei. Sorprendente- mente, lo studio non ha solo aggiunto qualcosa alla narra- zione storica, ma ha anche messo in discussione ipotesi di lunga data su individui specifici. Una delle scoperte chiave ha coinvolto il ritrovamento di quattro individui in una ricca residenza, comunemen- te chiamata "Casa del brac- cialetto d'oro". Qui, un brac- cialetto d'oro adornava un adulto e il gruppo, che inclu- deva due bambini, inizial- mente si pensava fosse una f a m i g l i a : u n a m a d r e , u n p a d r e e d u e b a m b i n i . G l i archeologi avevano ipotizzato che l'individuo che indossava i l b r a c c i a l e t t o f o s s e u n a donna che teneva in braccio un bambino, probabilmente in base alla posizione protet- tiva e all'associazione dell'ar- tefatto con la femminilità. Tuttavia, l'analisi del DNA ha rivelato che questo individuo era in realtà un maschio e che nessuna delle quattro perso- ne era imparentata per san- gue. Un'altra reinterpretazione di questo studio ha riguarda- to due calchi della "Casa del Criptoportico", dove nove corpi furono scoperti durante uno scavo del 1914. Due indi- vidui furono trovati in un apparente abbraccio, il che ha portato alla diffusa con- vinzione che fossero sorelle o madre e figlia. Tuttavia, l'a- nalisi del DNA ha ora dimo- s t r a t o c h e a l m e n o u n o d i questi individui era maschio, m e n t r e i l s e s s o b i o l o g i c o dell'altro rimane indetermi- nato. Questa scoperta sfida l'idea che la vicinanza o la posizione dei corpi indichino necessariamente parentela o relazioni specifiche. Ma l'analisi del DNA ha fatto di più che sfidare le ipo- tesi su genere e relazioni, ha anche mostrato la diversità all'interno della popolazione di Pompei. Gli individui della Casa del Bracciale d'Oro, un tempo ritenuta una famiglia, mostravano marcatori gene- tici comuni al Nord Africa e al Mediterraneo orientale, il che suggerisce che fossero immigrati o discendenti di immigrati da queste regioni. Tali scoperte confermano che Pompei, come gran parte del- l'Impero romano, fosse una comunità cosmopolita pla- s m a t a d a l l a m i g r a z i o n e e dallo scambio culturale. Le prove della diversità genetica si allineano con i documenti storici della vasta portata del- l'Impero romano, che ha faci- litato lo spostamento di per- sone attraverso i continenti per il commercio, il servizio militare e altri scopi. Sebbene queste scoperte f o r n i s c a n o s p u n t i c r i t i c i , richiamano anche l'attenzio- ne sulle sfide affrontate dalla ricerca sul DNA antico. Pre- servare il materiale genetico per millenni è raro, soprat- t u t t o i n c o n d i z i o n i c o m e q u e l l e d i P o m p e i , d o v e i l calore estremo e la composi- zione chimica della cenere vulcanica possono degradare il DNA. Nonostante queste difficoltà, gli scienziati sono s t a t i i n g r a d o d i e s t r a r r e genomi completi o parziali dai resti di cinque individui, una svolta che sottolinea il potenziale della ricerca gene- t i c a p e r c o n t r i b u i r e a l l a nostra comprensione della storia. Oltre a correggere le inter- pretazioni storiche, la ricerca sottolinea l'importanza di combinare tecniche scientifi- che con l'archeologia tradi- zionale: le storie raccontate un tempo sui calchi in gesso di Pompei spesso si basavano su spunti visivi e presupposti culturali, creando narrazioni compatibili con l'interesse p u b b l i c o m a n o n s e m p r e scientificamente valide. Le nuove prove, d'altro canto, spingono a rivalutare tali nar- razioni, passando da semplici storie familiari a una prospet- tiva più ampia che considera le identità individuali all'in- terno di una società cultural- mente diversificata. I l f a s c i n o d u r a t u r o d i Pompei non risiede solo nella sua architettura e nei suoi manufatti conservati, ma anche nella rappresentazione della vulnerabilità umana di fronte ai disastri naturali. I calchi in gesso, simboli toc- canti della tragica fine della città stessa, offrono spunti sulle storie personali e collet- tive dei residenti della città. L'integrazione dell'analisi genetica ora approfondisce la nostra comprensione di quel- le storie, rivelando una popo- lazione più complessa e sfa- tando alcuni dei miti che persistevano da secoli. M e n t r e l a t e c n o l o g i a moderna continua ad avanza- re, è probabile che lo studio scientifico dei calchi di Pom- pei continui e faccia luce su aspetti della vita antica che in p r e c e d e n z a e r a n o o s c u r i . Tutto per ricordarci che il passato e la storia non sono statici, ma piuttosto possono evolversi con ogni nuova sco- perta, fornendo un resoconto più accurato di chi siamo veramente. Ripensare Pompei: le scoperte del DNA sfidano le antiche ipotesi Il calco di una delle vittime dell'eruzione del Vesuvio che ha distrutto Pompei (Photo: Candace Beckwith/Dreamstime)