L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-28-2024

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE 2024 GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO PERSONAGGI N on è nota l'o- rigine del suo nome poiché molti storici l e h a n n o attribuito diverse matrici ma preferiamo farla risalire al latino ex aqua, da cui poi Sciacca, per il suo ricco patrimonio idro-termomi- n e r a l e c h e c o m p r e n d e , infatti, acqua sulfurea, sal- sobromojodica, bicarbona- to- alcalina, mediominerale e t a n t e a l t r e v a r i e t à . E ' usata per bagni, cure inala- torie e irrigazioni ginecolo- giche e la sulfurea-salso- solfato-alcalino-terrosa; la bicarbonato-alcalina, chia- m a t a A c q u a S a n t a , i n seguito al sisma della Valle del Belice, è scomparsa ma potrebbe essere reperita nuovamente. L'acqua della cosiddetta Fontana Calda, mediominerale, è usata dai s a c c e n s i c o m e b i b i t a . Famose sono anche le grot- te vaporose naturali di San C a l o g e r o l e c u i o r i g i n i , v u o l e l a l e g g e n d a , c h e siano opera di Dedalo – personaggio della mitolo- gia greca - il quale convo- gliò in questi antri i vapori infuocati che scaturivano dal sottosuolo. Queste grot- te furono dapprima abitate dagli uomini primitivi del neolitico fino all'età del rame ma, dopo la fuoriu- scita delle esalazioni (intor- no al 2000 a.C.), probabil- m e n t e i n s e g u i t o a u n movimento tellurico, furo- no rese inabitabili. Furono rivalutate da San Calogero soltanto al principio dell'e- ra cristiana. Le strutture delle Terme costituiscono, dunque, un importante patrimonio per la città e una di queste, lo stabilimento Nuove Terme sorge su un promontorio a s t r a p i o m b o s u l m a r e godendo così pure di una posizione di grande sugge- stione. M a S c i a c c a è f a m o s a anche per le sue feste sia religiose che profane. La più importante fra le solen- nità cristiane è quella che c e l e b r a l a M a d o n n a d e l Soccorso di cui un'immagi- n e m a r i a n a s i t r o v a n e l Duomo e i festeggiamenti si svolgono il 2 febbraio e il 15 agosto. In entrambi questi giorni, in onore della patrona della città, si svol- ge il rito della Fumata: una nube di incenso si propaga n e l l ' a r i a r i e v o c a n d o i l miracolo della liberazione dalla peste che nel 1626 imperversava mietendo vit- time. Si narra che durante la processione del 2 feb- braio di quell'anno, i fedeli videro un fulmine mentre il cielo era sereno e contem- poraneamente, alla base del simulacro della Madonna, levarsi una nuvola di fumo e in quel momento tutti i malati di peste furono gua- riti. Per questa devozione il giorno precedente la cele- brazione i fedeli digiunano e si va in processione a piedi scalzi; l'indomani un corteo si reca fino al luogo in cui avvenne il miracolo e si brucia l'incenso. La pro- cessione per le vie del cen- tro vede la pesante statua marmorea della Madonna del Soccorso su una vara s e i c e n t e s c a o r n a t a d a gioielli in oro, argento e corallo, doni dei devoti, portata a spalla dai pescato- ri che ne hanno fatto voto, a piedi scalzi. A tratti cor- rono con il pesante simula- cro sulle spalle tra la folla lungo tutto il percorso fino a ricondurlo alla basilica per la celebrazione della Messa. Lo stesso rito si ripete il giorno di Ferrago- sto. Ma poiché la vita non è fatta soltanto di devozione religiosa ma anche di pia- ceri meno sacri ma più pro- f a n i , e c c o c h e S c i a c c a diventa, insieme ad altre città, capitale del Carneva- le. Fu nel 1889 Giuseppe Pitrè, scrittore, letterato, etnologo nonché Senatore del regno e medico, che per p r i m o n e p a r l ò n e l l a "Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane". Ma le origini di questa festa risal- gono certamente a tempi molto più antichi, forse all'epoca romana quando v e n i v a n o f e s t e g g i a t i i Saturnali la cui parte più importante era rappresenta- ta da un sacrificio solenne nel tempio di Saturno a cui seguiva un banchetto pub- blico alla fine del quale, come usiamo fare anche oggi, si brindava. Un'altra ipotesi ne colloca le radici al 1616 quando, secondo le d i r e t t i v e d e l r e O s s u n a , l'ultimo giorno di festa tutti d o v e v a n o v e s t i r e i n maschera. Dapprima era il consumo smodato di salsic- cia il simbolo del Carneva- le, poi i carri che sfilavano con addobbi improvvisati e dove coloro che erano in maschera venivano portati in giro per le vie della città su delle sedie. Negli anni Ve n t i d e l N o v e c e n t o i mascherati stavano su una piattaforma adornata e trai- nata da buoi o cavalli e recitavano in dialetto locale s e g u i t i d a i m p r o v v i s a t e orchestrine. Coriandoli e stelle filanti venivano lan- ciati verso il pubblico. Nac- quero poi i carri allegorici e s a t i r i c i , t r a d i z i o n e c h e rimane tuttora, arricchita da carri sempre più gigante- schi e da quelli mini. La maschera tradizionale sac- cense è quella di Peppe Nappa il quale, alla fine del Carnevale, viene bruciato insieme al suo carro. Vengono poi portati al Museo del Carnevale per essere ammirati fino all'an- n o s u c c e s s i v o , r e s t i d i opere in cartapesta, carrel- loni di tutte le misure e i m p o r t a n t i s t r u t t u r e i n ferro. Ma per la Sceusa, mani- festazione tradizionale con- tadina, che si svolge per la festa dell'Ascensione, a sfi- lare sono le auto d'epoca insieme a carretti siciliani tradizionali bardati. Nel corso di questa festa uno dei momenti salienti è la benedizione degli animali che, per l'occasione, sono stati addobbati con ghirlan- de. Sciacca è anche la città del corallo con le sue mera- vigliose varietà colore rosa salmone sia intenso che pallido mentre la varietà corallum rubrum (corallo rosso), giaceva sul fondo fangoso, in grande quantità abbastanza vicino alla costa di Sciacca a una profondità compresa tra i 40 e i 200 metri. C'è però un evento parti- colarissimo che si svolge in estate a Sciacca lungo i gradini della splendida sca- linata di via Triolo. Sono in mostra delle scarpe gigan- tesche, lavorate artigianal- mente e in modo impecca- bile. Eleganti, originali, in pelle, colorate da far inna- morare chiunque le guardi. Le più piccole misurano circa sessanta centimetri di lunghezza e potrebbero essere calzate da quasi tre piedi di un adulto. Sembra- no uscite da una favola ma, trattandosi di scarpe, sareb- be troppo facile fare un paragone con la scarpetta d i C e n e r e n t o l a c h e e r a molto piccola e di vetro. Potrebbero ricordare, più verosimilmente, I viaggi di Gulliver. Ma la letteratura non ha nulla in comune con le creazioni di Giuseppe Sutera e con la installazio- ne che, ogni estate, propo- ne il nipote Fabio Venezia lungo la scala del cossid- d e t t o " s c i d d i c a l o r u " d i Sciacca. La collezione realizzata da quest'abile artigiano che coltivava questo sogno fin da bambino, è composta da cinquantatrè pezzi, il più grande dei quali misura due metri e sessanta centimetri. Come sculture d'avanguar- dia, solcano la scala della c i t t à d i S c i a c c a , s o g n o forse di un Gatto con gli stivali, altra fiaba, per rag- giungere mete lontane che p o s s a n o p o r t a r e i n u n mondo di pace e di fanta- sia. I tanti volti di Sciacca: tradizione, arte e celebrazione Una veduta di Sciacca dal mare (Photo: Sean Pavone/Dreamstime)

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