L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-6-2025

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GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2025 www.italoamericano.org 30 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Emergenza aria inquinata nelle città italiane: servono scelte strutturali e coraggiose per salvaguardare la salute N el 2024, 50 centraline in 25 città italiane su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10. In cima Frosinone con 70 sforamenti e Milano con 68 giorni di sfora- menti, seguite da Verona con 66 e Vicenza 64. Rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030, situazione ancora più critica: sarebbero fuorilegge il 71% delle città per il Pm10 e il 45% per l'No2. "Il 2030 è alle porte, servono scelte coraggiose ora. È fonda- mentale investire nella mobilità sostenibile, potenziando il tra- sporto pubblico e rendendo le città più vivibili, con spazi pedo- nali e ciclabili. Urgente - dice Legambiente - anche intervenire su riscaldamento domestico e agricoltura, riducendo l'impatto degli allevamenti intensivi e inte- grando le politiche su clima, energia e qualità dell'aria". E' dai dati e da questa valuta- zione che è iniziata la campagna itinerante Città2030 sull'inquina- mento delle città italiane. Solo cinque anni ci separano dai nuovi limiti europei sulla qualità dell'aria, ma le città ita- liane - dice il report dell'associa- zione ambientalista - sono "drammaticamente impreparate": l'aria resta irrespirabile e i livelli di inquinamento attuali sono ancora troppo distanti dai para- metri che entreranno in vigore nel 2030. Lo dice bene il nuovo report di "Mal'Aria di città 2025", che ha analizzato nei capoluoghi di provincia i dati relativi alle polveri sottili (Pm10) e al biossido di azoto (No2). Proseguendo con la classifica in negativo, dopo Vicenza, seguono Padova e Venezia. Non si sono salvate neanche le città di Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti e Ravenna. Una situazione di picco, quel- la dello sforamento del limite giornaliero di PM10, che in molti casi ha riguardato molte centrali- ne della stessa città. Un quadro che secondo Legambiente rivela come l'inquinamento atmosferi- co sia un problema diffuso e strutturale, ben più esteso di quanto amministratori locali e cittadini vogliano ammettere. Se per le medie annuali nes- suna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, lo sce- nario cambierà con l'entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell'aria, a partire dal 1° gennaio 2030. Per il Pm10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto. Al 2030, E' lungo l'elenco delle città italiane che per Legambiente soffrono di Mald'aria (© Sergiomonti | Dreamstime.com) mobilità, con un trasporto pub- blico locale efficiente e che punti drasticamente sull'elettrico e più spazio per pedoni e ciclisti, alla riqualificazione energetica degli edifici, fino alla riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico, particolarmente criti- co nel bacino padano. Le misure da adottare sono chiare e le tec- nologie pronte: quello che manca è il coraggio di fare scelte incisi- ve per la salute dei cittadini e la vivibilità delle nostre città". I dati del 2024 confermano che la riduzione dell'inquina- mento "procede a rilento". Spiega Andrea Minutolo, respon- sabile scientifico Legambiente: "Ancora troppe città sono lonta- ne dagli obiettivi target. Le con- seguenze non si limitano all'am- biente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l'economia. Alla luce degli standard Oms, che suggeriscono valori limite molto più stringenti rispetto a quelli di legge attuali e che rap- presentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle per- sone, la situazione diventa è più critica. L'inquinamento atmosfe- rico è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa con 50.000 morti premature solo in Italia. Servono politiche strut- turali". Studi climatici al Polo Sud (© Bo Yu | Dreamstime.com) 70 città sarebbero dunque fuori- legge. Tra le città più indietro, che devono ridurre le concentra- zioni attuali tra il 28% e il 39%, si segnalano Verona, Cremona, Padova e Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo. Il quadro non migliora con il bios- sido di azoto: oggi, il 45% dei europei al 2030, dobbiamo acce- lerare drasticamente il passo – dichiara Giorgio Zampetti, diret- tore generale di Legambiente – È una corsa contro il tempo che deve partire dalle città ma richie- de il coinvolgimento di regioni e governo. Servono azioni struttu- rali non più rimandabili: dalla capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori di 20 µg/m³. Le situazioni più critiche si registrano a Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessa- ria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%. "Con soli 5 anni davanti a noi per adeguarci ai nuovi limiti L'Italia in Antartico studia l'innalzamento del livello degli oceani con analisi paleoclimatiche U n team di scienziati ita- liani è in Antartide per raccogliere sedimenti glaciomarini ai margini occiden- tali della Calotta Glaciale che consentiranno di stimare l'innal- zamento futuro del livello degli oceani. La spedizione, che coin- volge tecnici e specialisti di 13 Paesi, si inserisce nell'ambito del progetto "Sensibilità della Calotta Glaciale Antartica Occidentale a un aumento di 2°C" e utilizza tecniche di analisi paleoclimatiche per studiare campioni di sedimenti del fonda- le marino sotto la Piattaforma di Ross, la più grande piattaforma di ghiaccio sulla Terra, estratti tramite alcune perforazioni fino a 200 metri di profondità sotto il livello del mare. Per l'Italia partecipano alla missione l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l'Università di Genova, di Siena, degli Studi di Trieste e l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, con il supporto del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide. "La Calotta Glaciale Antartica Occidentale contiene una quantità di ghiaccio tale che, se dovesse fondersi completa- mente, farebbe innalzare il livel- lo del mare di 4-5 metri", spiega Paola Del Carlo, ricercatrice dell'Ingv. "Ricerche recenti hanno mostrato che, a causa dell'aumento della temperatura globale dovuto al cambiamento climatico in atto, il collasso di alcune sue parti potrebbe essere inevitabile; tuttavia, tale aumento della temperatura non ha ancora riguardato le acque sottostanti la grande Piattaforma di Ross che, quindi, costituiscono ancora un sostegno che stabilizza la massa glaciale sovrastante, anche se non sappiamo per quanto". La missione in corso nel con- tinente antartico mira a compren- dere quale temperatura potrebbe innescare lo scioglimento della Piattaforma di Ross, con succes- sivo collasso della Calotta Glaciale Antartica Occidentale.

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