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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2025 N on era sicilia- n o D a n i l o D o l c i m a , oltre a guada- g n a r s i l ' a p - pellativo di Gandhi italiano, visse in Sicilia la maggior parte della sua vita. A Trap- peto, precisamente, ed è nel suo cimitero che è sepolto. Trappeto, in provincia di Palermo e da cui dista circa 60 chilometri, gode di una bellissima spiaggia nel golfo di Castellammare ed è stato s c e l t o c o m e l o c a t i o n p e r p a r e c c h i f i l m c h e h a n n o visto anche ottimi registi e attori. Da ricordare la pelli- cola "I cento passi" - inter- pretato magistralmente da Luigi Lo Cascio – che narra la vitae la morte del giovane Peppino Impastato, ucciso da mano mafiosa perché, p u r e s s e n d o f i g l i o d i u n a p p a r t e n e n t e a l l a m a f i a l o c a l e , a v e v a c r e a t o u n a radio libera da cui, con alto- parlanti collocati nella stra- da della città di Partinico – vicina a Trappeto – accusa- va senza paura il mafioso Gaetano Badalamenti che lui chiamava "Tano seduto", umiliandolo, boss della cit- tadina in cui viveva. Ma la storia di Trappeto è molto antica; fondata nel XIV secolo vicino la selva Partenia che Federico II di Aragona usava per le sue battute di caccia, divenne nota col nome di Trappetum cannamelarum perché nel 1480 il ricco imprenditore Francesco Bologna vi aveva impiantato una macina per la canna da zucchero, rega- landole così un periodo for- tunato che lo attraversò per buona parte del XVI secolo. Alla fine del 1700, quando cioé gli abitanti che lo ave- vano abbandonato agli inizi d e l 1 6 0 0 , r i t o r n a r o n o e intrapresero la coltivazione della vite. La popolazione vi si stabilizzò agli inizi del 1800 e abitarono le casette che costruirono attorno alla C h i e s a d e l l ' A n n u n z i a t a . Oggi, divenuto un impor- t a n t e c e n t r o a g r i c o l o , l e principali attività che vi si svolgono sono la pesca e il turismo. Nata come frazione d i B a l e s t r a t e , T r a p p e t o divenne autonoma il 24 giu- gno 1954. Ma la fama non la colse per la memoria di Federico II o per le sue attività turi- stiche o di pesca o ancora agricole. Nel 1952, un citta- dino triestino, precisamente di Sesana, oggi appartenen- te alla Slovenia, nato nel 1924, dopo aver vissuto in varie parti d'Italia, sia per motivi di studio che di lavo- ro del padre che era dipen- d e n t e p r e s s o l e F e r r o v i e , decise di trasferirsi a Trap- peto, luogo non certo tra i più evoluti di Sicilia e dove la povertà era particolar- mente presente, per portare il suo contributo umanitario e per tentare di risollevare le s o r t i d e i s u o i c i t t a d i n i . Durante gli anni del fasci- smo non si era limitato a strappare manifesti di pro- p a g a n d a d e l r e g i m e d a i muri della città in cui viveva allora coi genitori, ma nel 1943 rifiutò di indossare – allora era obbligatorio – la d i v i s a d e l l a R e p u b b l i c a Sociale Italiana. Tentando - come molti- di attraversare la linea del fronte, venne arrestato a Genova e, dopo e s s e r e r i u s c i t o a f u g g i r e , t r o v ò r i f u g i o p r e s s o u n a casa di pastori in un piccolo b o r g o d e l l ' A p p e n n i n o abruzzese. Tornando agli anni Cin- q u a n t a d e l s e c o l o s c o r s o Danilo Dolci, grazie al suo spirito umanitario ma laico, iniziò a cercare di sensibiliz- zare i politici suoi contem- poranei affinché rivolgesse- r o i l o r o s g u a r d i e compissero opere di bonifi- ca proprio in quella parte della Sicilia che ne aveva particolarmente bisogno. L e s u e l o t t e , c o n t r o l a disoccupazione, l'analfabeti- s m o , l a f a m e e n d e m i c a e anche la mafia, non furono mai violente ma erano volte all'affermazione dei diritti umani e civili fondamentali. P e r q u e s t o s u o i m p e g n o s o c i a l e , p e r q u e s t o s u o modo pacifico di lottare, gli verrà attribuito il sopranno- me di "Gandhi italiano". Già da subito dopo il suo t r a s f e r i m e n t o d e l 1 9 5 2 , e c c o l o a l l e p r e s e c o n l a prima protesta non violenta: era il 14 ottobre e un bambi- n o , B e n e d e t t o B a r r e t t a , m u o r e p e r d e n u t r i z i o n e . Danilo Dolci si corica sul letto del bambino e inizia un d i g i u n o c h e , q u a l o r a e g l i fosse morto di fame, altri lo a v r e b b e r o s o s t i t u i t o f i n quando le istituzioni non si f o s s e r o o c c u p a t e d e l l a povertà nella zona. La stam- pa a quel punto svolge un ruolo fondamentale dando ampio spazio alla notizia ed è c o s ì c h e l e a u t o r i t à s i impegnano pubblicamente a occuparsi degli interventi nella zona che vedono tra i primi e più indispensabili, la costruzione di un impian- to fognario. Per la sua attività di pro- t e s t a n o n v i o l e n t a s u b ì anche la carcerazione, era il 1956, supportando uno scio- pero alla rovescia da parte d i a l c u n i d i s o c c u p a t i c h e cominciarono a lavorare alla riattivazione di una strada comunale a Partinico, altro c o m u n e i n p r o v i n c i a d i Palermo, in stato di totale abbandono. Scrissero di lui, condividendo le sue proteste p a c i f i c h e a n c h e g i u r i s t i dello spessore di Piero Cala- mandrei e vi furono addirit- t u r a d e l l e i n t e r r o g a z i o n i parlamentari. Nel processo- no sfilarono come testimoni in suo favore parecchi uomi- ni di cultura e politici tra cui G i o r g i o L a P i r a , R e n a t o Guttuso, Bertrand Russel, Alberto Moravia, Enzo Sel- l e r i o , E r i c F r o m m , J e a n - Paul Sartre solo per citarne alcuni. Ottenne diversi premi tra cui il Lenin, dalla Russia, p u r d i c h i a r a n d o d i n o n e s s e r e c o m u n i s t a e c o n i soldi ricevuti costruì il Cen- tro Studi per la piena occu- pazione. M u o r e i l 3 0 d i c e m b r e 1 9 9 7 e v i e n e s e p o l t o n e l cimitero di Trappeto dove ancora le sue spoglie riposa- no. Lo scorso 28 giugno sono s t a t i c e l e b r a t i i 1 0 0 a n n i dalla sua nascita ma sembra che in pochi si ricordano di questo uomo forte, intra- prendente, ma pacifico, che non fu mai violento e che credette fermamente nella protesta pacifica. Fu anche insegnante e il suo metodo ricordava quello socratico della maieutica: tirar fuori dai bambini, dai ragazzi le loro capacità, non imporre d a l l ' a l t o d e l l a c a t t e d r a n o z i o n i c h e i m m a n c a b i l - m e n t e s a r e b b e r o s t a t e dimenticate nel giro di poco tempo. Aiutare a crescere e trarre da ognuno il meglio di sé, per costruire gli uomi- ni del futuro. Giuseppe Maurizio Pisco- po, giornalista, scrittore e g i à m a e s t r o e l e m e n t a r e , siciliano ha voluto celebrare questo suo che considera conterraneo, con un libro, una pubblicazione del 20 luglio 2024 per la sezione Officine di Navarra Editore che contiene, oltre la prefa- zione di Salvatore Ferlita, l ' i l l u s t r a z i o n e d i T i z i a n a Viola-Massa, un suo contri- buto e quello di coloro che g l i s o n o s t a t i p i ù v i c i n i durante le sue battaglie. La postfazione è stata curata da uno dei figli di Dolci, Amico. Il libro contiene anche lo spartito di un brano musica- le "Spine Sante", omaggio a Danilo Dolci da parte del- l'autore del volume, Giusep- p e M a u r i z i o P i s c o p o . Emblematico il titolo del libro: "Ci hanno nascosto D a n i l o D o l c i " c h e s u o n a quasi come un J'accuse per la mancanza di divulgazione della sua figura e dei libri da lui scritti. Allora al titolo si p o t r e b b e a g g i u n g e r e u n punto interrogativo, in atte- s a – s e m a i a c c a d r à – d i avere la risposta. Danilo Dolci e il potere della resistenza pacifica Trappeto: il lungomare e, in basso a sinistra, Danilo Dolci, in un murale (Photos: Ellesi/Dreamstime) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI