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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2025 S appiamo tutti che g l i i t a l i a n i amano parlare. C h e s i t r a t t i d i amici che discuto- n o d i c a l c i o i n u n b a r , d i un'anziana donna che rac- conta storie al mercato o di un uomo d'affari che discute appassionatamente di politi- ca sorseggiando un espresso, non importa: la conversa- zione è al centro della vita sociale italiana. Questo è anche il motivo per cui gli italiani sono noti in tutto il mondo per l'e - spressività, la capacità di tra- sformare anche gli argomenti p i ù b a n a l i i n d i s c u s s i o n i vivaci e l'uso dei gesti delle m a n i p e r p u n t e g g i a r e i l discorso. L'amore per la con- versazione è ben radicato nella storia del Paese e, in un certo senso, possiamo colle- g a r l o a l l o s v i l u p p o d e l l a d i p l o m a z i a m o d e r n a , che, appunto, è nata in Italia. Durante il Rinascimen- to, l'Italia era un mosaico di città-stato, ciascuna con i propri interessi, alleanze e rivalità; gestire le relazioni tra questi Stati richiedeva abilità, strategia e, soprattut- to, la capacità di comunicare in modo persuasivo. Fu in questo contesto che prese forma la diplomazia moder- n a , c o n M i l a n o c h e f u l a prima a istituire un'amba- sciata permanente in Francia nel 1455. In seguito, i Vene- ziani perfezionarono la prati- ca diplomatica formalizzando il ruolo degli ambasciatori richiedendo loro di conse- gnare resoconti dettagliati, c h i a m a t i r e l a z i o n i , s u l l a situazione politica ed econo- mica dei luoghi che visitava- no. Anche lo Stato Pontificio svolse un ruolo importante nella diplomazia, in partico- lare sotto Papa Leone X, che ampliò la rete di inviati per- manenti della Santa Sede in tutta Europa. Questi primi diplomatici dovettero padro- neggiare l'arte della negozia- zione, della persuasione e della retorica, quindi, inutile dirlo, sapere come parlare bene, cosa dire, quando dirlo e a chi parlare divenne un'a- bilità essenziale. Forse non sorprende, quindi, che la conversazione rimanga un'a- bilità molto apprezzata nella cultura italiana odierna. P a r l a r e b e n e i n I t a l i a significa quasi più coinvolge- re, intrattenere e persuadere che fornire informazioni: gli italiani tendono a essere ora- tori espressivi, usando non solo le parole ma anche il tono, le espressioni facciali e il linguaggio del corpo per comunicare il significato. Studi hanno dimostrato che i parlanti italiani usano in media 22 gesti delle mani ogni 100 parole, un nume- ro significativamente più alto rispetto ad altre culture come quella svedese, che usa circa 11 gesti ogni 100 parole. Que- sto linguaggio gestuale è così sviluppato che i ricercatori hanno identificato circa 250 gesti delle mani distinti usati nella conversazione quotidia- na, che vanno dal famoso gesto del che vuoi? (in cui le dita vengono unite e mosse su e giù) a movimenti più sottili che indicano incredu- lità, frustrazione o sarcasmo. Lungi dall'essere solo un'abi- tudine, i gesti sono quasi una seconda lingua che aiuta a chiarire il significato, enfatiz- zare le emozioni e aggiungere ritmo al discorso. La conversazione italiana è anche altamente situazio- nale, il che significa che il modo in cui si parla e gli argomenti di cui si discute dipendono dal contesto e dalle persone coinvolte. La lingua italiana stessa lo riflet- te, con una chiara distinzione tra discorso formale e infor- male: quando si parla con estranei, anziani o figure autorevoli, gli italiani usano il Lei formale e adattano di conseguenza il tono e la scel- ta delle parole; in contesti più familiari, si usa il tu, consen- tendo uno scambio più rilas- sato e personale. La capacità di passare dal registro forma- le a quello informale è un'a- bilità sociale essenziale e padroneggiarla è un segno di consapevolezza e rispetto culturale. Altrettanto importante del modo in cui si parla è sape- re di cosa parlare: in con- testi informali, gli argomenti di conversazione più popolari includono cibo, sport e noti- zie locali. Il cibo, in particola- re, è un argomento un po' sacro e criticare la cucina ita- liana, soprattutto suggerendo miglioramenti, può essere una mossa rischiosa! Anche il calcio è un tema comune, con forti rivalità regionali che alimentano infiniti dibattiti su quale squadra o giocatore sia migliore. Tuttavia, ci sono regole non scritte su ciò che è consi- derato appropriato discutere, i n p a r t i c o l a r e q u a n d o s i i n c o n t r a q u a l c u n o p e r l a prima volta. Politica, religio- ne e finanze personali sono spesso visti come argomenti delicati, meglio evitarli finché non si è consolidata una rela- z i o n e . A l l o s t e s s o m o d o , mentre discutere di mafia potrebbe sembrare un argo- mento interessante per gli stranieri, molti italiani lo tro- vano inappropriato o addirit- tura offensivo, poiché può rafforzare gli stereotipi. Le differenze regionali modellano anche il modo in cui gli italiani comunicano. Mentre tutti gli italiani con- dividono l'amore per la con- versazione espressiva, alcune regioni hanno stili di conver- sazione distinti. Al Sud, le c o n v e r s a z i o n i t e n d o n o a essere più rumorose e anima- te, con frequenti interruzioni viste come un segno di impe- gno piuttosto che di maledu- cazione. Al Nord, le persone possono adottare un approc- cio leggermente più riserva- to, sebbene non siano meno appassionate una volta che una discussione prende slan- cio. Le variazioni regionali sono spesso fonte di stereoti- pi giocosi all'interno dell'Ita- lia stessa, con i settentrionali che a volte prendono in giro i meridionali per essere troppo drammatici e i meridionali che scherzano sul fatto che i settentrionali sono troppo rigidi. Oltre alle parole e ai gesti, gli italiani si affidano a segni non verbali per comunicare in modo efficace. Mantenere il contatto visivo è general- mente visto come un segno di sincerità e attenzione, men- tre la vicinanza fisica varia a seconda della relazione: tra amici e familiari, gli italiani tendono a stare più vicini di quanto non facciano le perso- ne provenienti da culture n o r d e u r o p e e , s e b b e n e i n c o n t e s t i p r o f e s s i o n a l i s i osservi un maggiore grado di spazio personale. Anche il contatto, come una leggera pacca sul braccio o una stret- ta amichevole alla spalla, è c o m u n e n e l l e i n t e r a z i o n i sociali. Nonostante la ricca varietà di usanze conversazionali in Italia, ciò che rimane costan- te è il valore attribuito alle relazioni umane. Gli italiani preferiscono ancora le intera- zioni di persona quando pos- sibile: gli incontri sociali sono opportunità per raccon- tare storie, dibattere e creare legami, e le conversazioni riguardano lo stare insieme. Forse gli italiani sono così inclini a parlare e comunica- re a causa della tradizione diplomatica del loro Paese. F o r s e è s o l o p e r c h é s o n o n a t u r a l m e n t e g i o v i a l i e d espressivi... chi lo sa. I n d i p e n d e n t e m e n t e d a tutto ciò, l'arte della conver- sazione in Italia è, per molti versi, un'arte della vita in sé. Conversare dal balcone, che c'è di più italiano? (Photo: Tayfun Yaman/Shutterstock) Parole e passione: l'essenza della conversazione italiana SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO