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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 6 MARZO 2025 C hissà com'era il t e m p o a l l e 2 0 : 4 5 q u e l v e n e r d ì 1 2 m a r z o 1 9 0 9 a Palermo. Alcune persone si trovavano al capolinea del tram a Piazza Marina e il panico si impossessò di loro quando il fragore di quattro s p a r i s i d i f f u s e n e l l ' a r i a . A l c u n i s c a p p a r o n o , a l t r i rimasero immobili. Uno sol- tanto, un marinaio ancone- tano sbarcato dalla Regina N a v e C a l a b r i a , d i n o m e Alberto Cardella, si precipitò verso la villa Garibaldi, da dove erano giunti gli spari, per fare in tempo a vedere un uomo accasciarsi lenta- mente a terra mentre due figure fuggivano con la com- plicità del buio. Le pallottole che avevano colpito l'uomo: una al collo, due alle spalle e quella mortale alla testa non gli lasciarono scampo. I soc- corsi intervenuti non pote- rono salvargli la vita. Quel- l'uomo che rispondeva al nome di Joe Petrosino era u n p o l i z i o t t o , i l p r i m o a p p a r t e n e n t e a l l ' a r m a a essere ucciso dalla mafia. Era in missione "top secret" dagli Stati Uniti ma il New York Herald, a causa di una f u g a d i n o t i z i e , p u b b l i c ò tutti i dettagli della trasferta. Petrosino, confidando nel fatto che a Palermo la mafia, c o m e a n c h e a N e w Y o r k , non osava uccidere un poli- ziotto, non volle rinunciare alla missione. Purtroppo si sbagliò. Il suo obiettivo di volere sconfiggere la Mano Nera che egli aveva capito b e n i s s i m o a v e v a r a d i c i a Palermo, fu stroncata dal v i l e a s s a s s i n i o q u e l 1 2 marzo che gli tolse la vita appena quarantanovenne. "Petrosino ucciso a revol- verate nel centro della città questa sera. Gli assassini sconosciuti. Muore un mar- tire". Con queste parole il Console americano a Paler- mo comunicò al suo gover- no, attraverso il telegrafo, dell'esecuzione mafiosa. Giuseppe Petrosino era n a t o i l 3 0 a g o s t o 1 8 6 0 a Padula in provincia di Saler- no, in Campania. Figlio di Prospero, sarto, che era riu- scito a fare studiare i quattro figli maschi – fra i pochi nel paese - affinché sapessero leggere e scrivere, con l'aiuto di un istitutore, nel 1873 e m i g r ò c o n l a f a m i g l i a e dopo una traversata, durata venticinque giorni, a bordo d i u n a n a v e , a p p r o d ò a New York dove crebbe nel q u a r t i e r e d i L i t t l e I t a l y . Come primogenito sentiva la responsabilità di non pesare e c o n o m i c a m e n t e a n z i d i dover contribuire al bilancio dei genitori, dei fratelli e delle due sorelle. Giuseppe iniziò a seguire corsi serali per imparare la lingua ingle- se e contemporaneamente cominciò a lavorare facendo prima lo strillone, vendeva cioé giornali per strada; poi facendo lo sciuscià, cioé il lustrascarpe,finché nel 1877, già si faceva chiamare Joe, ottenne la cittadinanza sta- tunitense. L'anno seguente fu assunto come netturbino e presto divenne caposqua- dra. Il 19 ottobre 1883 si arruolò nella polizia di New York e la placca d'argento che aveva sulla divisa, all'al- tezza del petto, portava il n u m e r o 2 8 5 . U n a b r e v e gavetta come agente di pat- tuglia nella 13a Avenue e poi, grazie alla sua capacità, intelligenza, professionalità e fiuto, iniziò ad assumere cariche più importanti. I n t a n t o c o m i n c i a v a n o , numerosi, ad arrivare emi- granti italiani. Agli inizi del 1906 Joe Petrosino, divenu- to poliziotto capo dell'Italian Branch, la squadra italiana di agenti incaricati di sgomi- nare l'organizzazione dedita a un racket generalizzato, la cosidetta Mano Nera, conse- gnò il suo rapporto al diret- t o r e d e l D i p a r t i m e n t o d i Polizia della sua città, che così recitava: "Gli Stati Uniti sono diventati lo scarico dei rifiuti di tutta la criminalità e il banditismo italiano, in particolare della Sicilia e della Calabria…adesso vivo- n o p r o s p e r o s a m e n t e d i estorsioni, rapine, traffici illeciti di ogni sorta". C o n o s c e n d o e s a p e n d o parlare nei vari dialetti ita- liani riuscì, dopo aver rico- perto l'incarico di impiegato d i p a t t u g l i a , a f a r p a r t e d e l l ' u f f i c i o i n v e s t i g a t i v o d o v e a s s u n s e l a c a r i c a d i sergente-detective. I colle- ghi, precedentemente, non gli risparmiarono delle frec- ciatine, delle battutine pro- prio a causa del suo cogno- m e , P e t r o s i n o , c h e è l a forma dialettale, nel meri- dione d'Italia, di prezzemo- lo; per di più il fisico non l'aiutava: non era particolar- mente alto o atletico. Era, in compenso, molto intelligen- te e questo lo aiutò nel suo lavoro. Sconfiggere la mafia, allo- ra conosciuta con il nome Mano Nera, era il suo scopo, il sogno del poliziotto venu- to dall'Italia, onesto e buon padre di famiglia -era sposa- to e aveva una bambina – che si era perfino guadagna- to la stima del Presidente degli Stati Uniti. E nel 1895 è lo stesso Roosevelt, suo grande amico, a nominarlo Sergente e quando nel 1905 viene promosso Tenente, gli viene affidato il comando dell'Italian Legion che aveva principalmente il compito di occuparsi della Mano Nera. Con travestimenti, imprese spregiudicate fu in grado di a s s i c u r a r e a l l a g i u s t i z i a , come nessuno prima di lui era riuscito a fare, boss rite- nuti intoccabili, inavvicina- b i l i , i m p r e n d i b i l i . E b b e anche la grande intuizione che la mafia americana aves- se uno strettissimo legame con quella siciliana e ritene- va che per colpirla bisognava partire dalla Sicilia. Per que- sto motivo decise di venire in gran segreto a Palermo - f i n a n z i a t o d a i b a n c h i e r i Rockfeller e J.P.Morgan - dove alloggiò all'Hotel de France situato in quella stes- sa piazza dove fu ucciso. Il segreto non era stato mante- nuto: la notizia del suo viag- g i o a P a l e r m o , c o n a l t r e informazioni, era stata data dal New York Herald! P e t r o s i n o , c h e a v e v a avvertito il venticinquesimo p r e s i d e n t e U S A , W i l l i a m McKinley, dell'attentato per ucciderlo che era stato pro- gettato nei suoi confronti e che poi fu eseguito da un giovane anarchico il 6 set- tembre 1901 durante l'Espo- sizione Panamericana a Buf- falo, New York, ma non fu ascoltato; lo stesso Joe che aveva risolto nel 1903 il caso del "delitto del barile" così detto perché il cadavere d e l l a v i t t i m a , B e n e d e t t o Madonia, fu trovato fatto a pezzi dentro un barile; egli che fu ricevuto dal Presiden- te del Consiglio Giovanni Giolitti e che gli regalò un orologio d'oro e che dopo era andato a trovare il fratel- lo Michele che aveva lasciato l'America per ritornare in Italia. Lo stesso che il 12 marzo 1909 venne a morire a Palermo, colpito alle spalle da due assassini che riusci- rono a fuggire. L'autopsia fu eseguita dal Dottor Giovanni Liguori il 14 marzo e fu determinante per la conferma della causa della morte: era stato ucciso da colpi di arma da fuoco. Gli assassini non furono mai u f f i c i a l m e n t e i d e n t i f i c a t i nonostante il governo aves- s e p o s t o s u d i l o r o u n a cospicua taglia. E b b e d u e f u n e r a l i d i stato: uno a Palermo il 19 marzo e uno a New York il 12 aprile. Si dice che circa 250.000 persone partecipa- rono alle esequie. Una targa, in memoria, si trova a Palermo, sulla can- cellata che circonda il giardi- no Garibaldi di Piazza Mari- na, dove cadde colpito da quattro proiettili sparati da m a n o m a f i o s a . N e l 1 5 0 ° anniversario della nascita le p o s t e h a n n o e m e s s o u n francobollo commemorati- vo. Doverosi tributi al gran- de e celebratissimo, ancora o g g i , i n d u e c o n t i n e n t i , Tenente Giuseppe Petrosino, detto Joe. Ricordando Joe Petrosino, un eroe italo-americano Joe Petrosino, un vero eroe italoamericano (Photo: Bain News Service, publisher - Library of Congress. Wikicommons/ Public Domain) HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI