L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-20-2025

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1533529

Contents of this Issue

Navigation

Page 8 of 35

www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 20 MARZO 2025 E tna, Idda(Lei), Mungibeddu(M o n g i b e l l o ) , ' a M u n t a g n a . S o n o q u e s t i i nomi con cui viene chiamato il vulcano più grande, più vasto e più alto d'Europa e che si trova nella piana di Catania. Spesso viene nomi- nato al femminile perché viene considerato come una m a m m a c h e o g n i t a n t o brontola ma non fa quasi mai danno. Lo si può vedere da grandi distanze ed è quel- lo attivo più alto con i suoi 3403 metri s.l.m. non sol- t a n t o d ' E u r o p a m a d e l l a p l a c c a e u r o a s i a t i c a . A l l a base ha un diametro di oltre 4 0 k m e u n p e r i m e t r o d i c i r c a 1 3 5 k m . P e r l a s u a importanza è stato inserito nel 2013 nell'elenco dei beni P a t r i m o n i o d e l l ' U m a n i t à Unesco. Sono diversi i nomi che nel corso dei secoli, anzi dei millenni, gli sono stati attribuiti. I Greci lo chiama- rono Aitna ( A τνα-ας) e lo stesso nome appartenne alle città di Katane e Inessa che derivano dal greco classico aitho(α θω, bruciare); per i Romani era Aetna. Gli Arabi l o c h i a m a v a n o Ǧ a b a l a l - burkān (montagna del vul- cano) o Ǧabal Aṭma Ṣiqilliya ( m o n t a g n a s o m m a d e l l a S i c i l i a ) o Ǧ a b a l a l - Nā r (montagna di fuoco). E M o n g i b e l l o , o v v e r o Montebello, da dove deriva? Mons, dal latino Monte e G i b e l , d a l l ' a r a b o J e b e l (Monte). Insomma, monte dei monti! Ci sarebbe anche una versione che lo vorrebbe Mulciber, sempre dal latino, qui ignem mulcet: che placa il fuoco. Insomma, comun- que lo si voglia chiamare, è sempre lui, il maestoso vul- cano che regala immagini e sensazioni uniche, bellissi- me che attirano migliaia di turisti ogni qualvolta si pre- senti un'eruzione. Sono davvero numerose le leggende che aleggiano su questa incredibile monta- gna. Addirittura, la mitolo- gia, la volle come abitazione di Vulcano, dio del fuoco, d o v e p e r s e i m e s i l ' a n n o teneva forzatamente con sé Proserpina, figlia della dea delle messi; che dire di Efe- sto il quale, appena nato, fu buttato giù dall'Olimpo dalla madre Hera, perché lo riten- ne bruttissimo. Fu cresciuto da due ninfe e divenne bra- vissimo a forgiare i metalli. Inoltre, secondo il tragedio- grafo greco Euripide, nel- l'antro dove abitava insieme ai Ciclopi, suoi assistenti, venivano forgiati i fulmini che Zeus, re degli dei e mari- to della stessa Hera, scaglia- va nei momenti di rabbia irrefrenabile. Era anche un orafo bravissimo tanto da attirare l'attenzione della madre che, ritenendo di non e s s e r e r i c o n o s c i u t a d a l figlio, gli commissionò un t r o n o d a l q u a l e p e r ò n o n potè più alzarsi, rimanendo- vi incollata e che divenne la sua prigione: Efesto ebbe c o s ì l a s u a v e n d e t t a . P e r liberarla dall'incantesimo, Hera, madre di tutti gli dei, dovette dargli in sposa Afro- dite, dea della bellezza così che il figlio potè tornare tra gli dei. Ma non fu un matri- monio felice perché subì tra- dimenti e beffeggiamenti da parte della moglie per cui decise di abbandonare l'O- limpo e rifugiarsi sull'Etna. Una leggenda vede persi- no Re Artù legato al vulca- no. Quasi moribondo, per- ché ferito dalla spada del figlio, volle che questa, spez- zatasi in duello, fosse ripara- ta. L'arcangelo Michele lo portò allora in Sicilia dove la lama fu aggiustata. Addor- mentatosi in una caverna sul M o n g i b e l l o , a l r i s v e g l i o p e n s ò q u a s i d i e s s e r e i n paradiso tale era il panora- ma che gli si presentò. Deci- se di rimanervi e, con l'aiuto della sorella, la fata Morga- na, costruì una grotta all'in- terno dell'Etna. Narra anco- ra la leggenda che il vulcano si svegli e ricominci a erutta- re lava, lapilli e fuoco soltan- to quando re Artù torna in Inghilterra per portare ai bambini inglesi i meraviglio- s i a g r u m i e i f i o r i , f r u t t o della terra di Sicilia. Ma le leggende e la mito- logia su questo incredibile vulcano sono ancora molte e anche parecchio intriganti e t u t t e v o g l i o n o d a r e u n a s p e t t o s t r a o r d i n a r i o a l fenomeno naturale che si sviluppa dalle viscere della montagna. Le eruzioni, la sciara di fuoco con il suo intenso rosso e con il venir fuori di lapilli incandescenti, di nuove bocche che si apro- no, di strade che non sono p i ù p r a t i c a b i l i , n e h a n n o fatto e continuano a farne un fenomeno naturale ine- g u a g l i a b i l e e o s s e r v a r l o incanta tutti coloro che non v o g l i o n o r i n u n c i a r e a d ammirarlo. Ma non solo leggende e m i t o l o g i a i d e n t i f i c a n o ' a muntagna. Quando erutta, e recentissimamente ha dato s p e t t a c o l o c o n m a g n i f i c i fenomeni che hanno attirato moltissimi turisti, lapilli, lava e cenere rotolano sui fianchi del vulcano arrivan- do anche a distanze conside- revoli. Quando la cenere, sempre abbondante, invade l'aeroporto e paesini vicini, viene smaltita tra i rifiuti speciali. C'è però chi ha pen- sato di utilizzarla come sou- venir. Un gruppo di studiosi dell'Università catanese sta sviluppando un progetto, il REUCET, per evitare di fare della cenere e dei lapilli un r i f i u t o m a d i u t i l i z z a r l i come sostituti di altri mate- riali nell'ingegneria civile: nel calcestruzzo, nelle malte e n e g l i i n t o n a c i o a n c h e nella realizzazione di mate- riali per i sottofondi stradali, nei pannelli isolanti. Lungo le pendici vi sono ambienti variamente disse- minati composti da boschi, s o p r a L i n g u a g l o s s a , c h e includono specie botaniche endemiche; aree completa- mente desolate e prive di vegetazione a causa delle rocce magmatiche con le sue "sciare" che le ricoprono, soprattutto sul lato occiden- tale; fitti boschi, special- m e n t e a e s t , r i c o p r o n o i margini della Valle del Bove; paesaggi urbani sui versanti orientali e meridionali e, salendo di quota, zone inne- v a t e p e r g i u n g e r e f i n o a ghiacciai perenni nella parte sommitale. Il territorio intorno gode di ottime produzioni agrico- le grazie alla fertilità data dai detriti vulcanici e la zona che è abitata e coltivata, si estende fino a circa 1000 metri s.l.m.; quella boschiva fino a circa 1500 metri. Sono inserite nel Parco naturale dell'Etna parti delle sue pen- dici. Una funivia conduce in cima dove non è più possibi- le proseguire in auto. Non mancano due stazioni scii- s t i c h e : E t n a s u d e d E t n a n o r d d a l l e q u a l i p o s s o n o essere ammirati paesaggi mozzafiato che includono il Golfo di Catania e la Valle del Simeto, Taormina e le coste della Calabria. Versi di Sebastiano Gras- so, musica di Gaetano Ema- nuel Calì: con questa canzo- ne popolare gli autori hanno voluto celebrare, siamo nei primi decenni del XX secolo, il vulcano ETNA: Di Mungibeddu tutti f i g g h i s e m u terra di focu, di canti e d'amuri st'aranci sulu n u i l i p u s s i d e m u e l a Sicilia nostra si fà onuri. E di luntanu venunu li furasteri a massa dicen- nu la Sicilia chi ciauru ca fà tonchi, tichiti tonchiti, tonchi tonchi tonchiti tonchi, tichiti, tonchiti la la la la la la L'oduri di la zagara si senti e riturnau la bedda primavera rosi sbuccia- ti, lu suli cucenti Sicilia bedda tu si 'na ciurera Chi ciauru, chi ciauru di balucu e di rosi evviva la Sicilia e l'abi- tanti so tonchi, tichiti tonchiti, tonchi tonchi tonchiti tonchi, tichiti, tonchiti la la la la la la. Etna: il cuore ardente della Sicilia, tra natura, storia e mito Il sole tramonta dietro all'Etna (Photo: Sean Pavone/Shutterstock) HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-3-20-2025