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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 3 APRILE 2025 gia greca nei dipinti e nei marmi nei palazzi italiani esprime gli sforzi degli italia- ni, a partire dai Romani, di elevare il loro potere culturale e sociale. Dopo tutto, quei primi popoli rustici che abita- vano la terra intorno e sui sette colli di Roma erano poco più che pastori di capre e tribù agrarie unificate sotto l'autorità di Romolo e Tito Tazio. Inoltre, i loro discen- denti immediati (una cultura romana emergente e insicu- ra) si svilupparono tra due delle civiltà antiche più avan- zate d'Europa: gli Etruschi e i Greci della Magna Grecia a sud. Cooptarono le conquiste ingegneristiche e culturali degli Etruschi e dei Greci per elevare il loro status sociale oltre quello di semplici agrari e mercanti. Allo stesso modo, le ricche famiglie rinascimen- tali, tra cui gli Strozzi, i Medi- ci e i Rucellai di Firenze, un tempo erano solo banchieri, mercanti e tintori. Con la nuova ricchezza, si circonda- rono delle conquiste culturali d e i l o r o a n t e n a t i g r e c i e romani per accrescere il loro status socio-culturale. Natu- r a l m e n t e , e p e r l e s t e s s e ragioni, anche la famiglia Farnese associò la sua eredità a l l ' a n t i c a R o m a , c o m e mostrato da cinque notevoli pannelli affrescati raffiguran- ti un mito dell'Eneide di Vir- gilio. Ma i costrutti del mito e dell'eredità, mentre conferi- scono peso e prestigio alla famiglia, cedono infine il passo a preoccupazioni con- temporanee e più pratiche: potere ed egemonia. Tra gli affreschi ci sono quelli che raffigurano scene della Bib- bia, tra cui ritratti a grandez- za naturale degli apostoli con San Giovanni Battista, le tre M a r i e a l s e p o l c r o e S a n Lorenzo e Santo Stefano. L'a- bilità degli artigiani rina- scimentali è rappresentata anche da sontuose vetrate colorate che raffigurano il martirio di quattro apostoli. Con l'iconografia cristia- na, la famiglia Farnese non ha lasciato dubbi sul fatto di essere direttamente collegata al potere religioso della Chie- sa. Poi, c'è la vanagloriosa Stanza delle gesta Farne- se, affrescata da Zuccari e dai suoi assistenti. Un affre- sco narra le presunte imprese inziali della famiglia Farnese, dal 1100 al 1400, inclusi i cavalieri Farnese al servizio della Chiesa che difesero il cristianesimo dalle ingerenze musulmane sia in Europa che in Terra Santa. Affinché non ci fossero dubbi nella mente dei visita- tori della famiglia Farnese, quattro pannelli raffigurano il cardinale Alessandro Farnese (1468-1549), che sarebbe diventato papa nel 1534, e due scene di investitura che raccontano i legami diretti della famiglia con la Chiesa, l e g i t t i m a n d o c o s ì i l l o r o dominio su tutta la cristia- nità. Per il visitatore rinasci- mentale del palazzo, a questo punto lo stupore avrebbe potuto benissimo cedere il passo all'intimidazione. Se a questo punto della nostra visita già mi sentivo sopraf- fatto, niente di ciò che aveva- mo sperimentato fino a quel momento nel palazzo ci aveva preparato per lo spazio finale: l a S a l a d e l l e M a p p e . Entrando al centro, ho avuto quella sensazione di stordi- mento che Stendhal aveva sperimentato più di due seco- li fa a Firenze. Devo chiamar- la la Sindrome di Capra- rola: intorno a noi nell'enor- me sala, che copriva le quat- t r o p a r e t i , c ' e r a n o gigantesche mappe affrescate di otto-dieci piedi dei conti- nenti conosciuti. Mentre ero lì, ho avuto la sensazione di essere improvvisamente smi- n u i t o , m a n o n d a l p o t e r e della famiglia Farnese, ma dall'enormità della visione rinascimentale: ogni spazio, dalle lunette e dalla cupola, alle fasce che circondano le finestre, è affrescato, grazie alla mano abile di Giovanni de' Vecchi. Nella Sala delle Mappe, tutte le narrazioni precedenti, soprattutto la scienza, hanno la loro espres- sione culturale, sociale e per- sino politica. È una stanza che trascende persino l'icono- grafia vanagloriosa e auto- promozionale della famiglia Farnese nel palazzo: l'era d e l l ' e s p l o r a z i o n e e r a b e n avviata e la Sala delle Mappe rappresenta i risultati, così come le conseguenze indesi- derate, della cultura rinasci- mentale nel suo dominio sul mondo intero. Il potere scientifico, cultu- rale e religioso dell'élite al potere avrebbe presto avuto effetti devastanti sulle culture indigene ovunque, special- mente nel Nuovo Mondo. Appropriatamente, ci sono ritratti di quegli uomini che hanno reso possibile una tale visione del mondo rinasci- mentale: Marco Polo, Cri- stoforo Colombo, Hernando Cortez e Ferdinando Magella- no. Non solo bozze del conte- nuto, le mappe raffigurano con preciso dettaglio tutte le località note: porti, città e paesi. Sorprendentemente, De' Vecchi e i suoi aiutanti furono in grado di completa- re queste splendide mappe perché la famiglia Farnese mandò a chiamare i più rino- mati cartografi d'Europa per salire sulle impalcature e assistere gli artisti in una rap- presentazione accurata della geografia mondiale come era conosciuta all'epoca. Ecco perché, nel bene e nel male, la Sala delle Mappe rappre- senta il manifesto dell'imma- ginazione rinascimentale, alla ricerca di nuove risorse e mercati, nonché l'esportazio- ne della cultura europea in tutto il mondo. Deboli e quasi barcollanti sotto il peso di un simile spet- tacolo, ci siamo diretti verso l'aria fresca nel giardino adia- cente al palazzo per ripren- derci. Lì, siamo stati accolti d a u n ' a l t r a s t r a o r d i n a r i a icona della cultura rinasci- mentale, quella del dominio sulla natura stessa. La scienza dell'orticoltura è implicita nel giardino, come in ogni giardi- no, dal Giardino di Boboli ai Giardini di Versailles. Siepi ben potate formano una gri- glia ben organizzata di pas- saggi che conducono a una finta grotta, persino la natura è addomesticata e controllata sotto l'autorità della ricchez- za, del potere e della scienza. L e c o n s e g u e n z e d i t a l e dominio sulla natura resero la mente rinascimentale e, a n c o r a p r i m a q u e l l a d e i Romani, insensibile al loro effetto sulla natura. È tragico vedere i tentativi di riforesta- zione contemporanea nelle f i l e a r t i f i c i a l i d i p i n i c h e costeggiano le colline calabre- s i c h e u n t e m p o f u r o n o tagliate a raso dai Romani e dalle generazioni successive per costruire le loro navi e i loro palazzi. Così come le foreste furono tagliate a raso per creare le fondamenta dei palazzi e delle cattedrali di Venezia nella laguna paludo- sa. In un recente articolo pubblicato sul Los Angeles Times, intitolato Pst Art: Art and Science Collide, Chri- stopher Knight ha scritto che le gallerie di Los Angeles espongono sempre più spesso opere contemporanee basate sull'uguaglianza sociale e sul rispetto per l'ambiente: un gradito passo avanti e un atteso cambiamento di men- talità. Tuttavia, anche se la cultura occidentale è cambia- ta socialmente e tecnologica- mente dal XVI secolo, abbia- mo ancora molto da imparare su noi stessi da quella visione rinascimentale del mondo, incluso ciò che la nostra cul- tura moderna ha fatto con il suo dominio sulle persone e sulla natura. I l l i b r o p i ù r e c e n t e d i Scambray è Italian Immi- g r a t i o n i n t h e A m e r i c a n West: 1870-1940. Molti palazzi in Italia e in Europa sono noti per la loro opulenza, ma nessuno incarna il Rinascimento italiano come Palazzo Farnese Un'altra vista della Scala Reale di Palazzo Farnese (Foto: Laudibi/Dreamstime). In basso a sinistra, Giovanni di Paolo Rucellai (attribuito a Francesco Salviati – Collezione Rucellai. Wikicommons/Public Domain) CONTINUA DA PAGINA 9 SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO