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17 GIOVEDÌ 3 APRILE 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | M aruggio si trova a circa 2 5 m i g l i a ( c i r c a 4 0 km) a est di Taranto, all'interno di una depressione naturale tra l'en- troterra e la costa. Le spiagge sono note per essere sabbio- se, con occasionali tratti roc- ciosi nella parte orientale. Il m a r e è s p e s s o d e f i n i t o i l mare dei sette colori, per le sue diverse tonalità e bel- lezza. L e s u e o r i g i n i p o s s o n o e s s e r e f a t t e r i s a l i r e a u n periodo compreso tra l'870 e il 963 d.C., dopo che i villaggi di Castigno, Olivaro, Civitec- chia e San Nicolò furono uni- ficati. Inizialmente sotto la giurisdizione della Terra d'O- t r a n t o , i n t o r n o a l 1 1 0 0 Maruggio passò sotto l'in- fluenza dei Cavalieri Tem- plari, che svolsero un ruolo fondamentale nello sviluppo della zona, in particolare pro- sciugando le paludi che cir- c o n d a v a n o i l v i l l a g g i o e avviando attività di estrazio- ne del sale dagli stagni costie- ri. Dopo lo scioglimento dei Templari nel 1312, i Cavalie- ri di Malta ne assunsero il controllo, fortificando il vil- laggio contro le incursioni dei pirati turchi costruendo un castello e torri costiere, i cui resti sono ancora visibili oggi. L'era feudale si concluse nel 1806, ma i Cavalieri di Malta mantennero una presenza a Maruggio fino al 1819. L ' e t i m o l o g i a d e l n o m e Maruggio è soggetta a inter- pretazione: alcuni suggerisco- no che derivi da Marubium, un'erba medicinale, mentre altri credono che si riferisca a mare uggioso ("mare cupo"), alludendo ai venti marini di scirocco durante i mesi inver- nali. Il centro storico di Marug- gio, un tempo racchiuso da mura medievali e noto come Terra Murata, nonché, local- mente, Sciangài, è caratteriz- zato da un labirinto di strade strette e tortuose fiancheg- giate da antiche case imbian- cate a calce ornate da balconi rinascimentali di rara bellez- za; tra le strutture degne di nota c'è la Chiesa Madre della Natività della Beata Vergine Maria, costruita interamente in carparo, una pietra di colore giallo estratta localmente, che con- ferisce una tonalità dorata all'intero centro storico. La chiesa, costruita tra il XV e il XVI secolo, mostra molti ele- menti artistici rinascimentali ed è particolarmente nota per ospitare opere d'arte dei fra- telli Bianchi, un crocifisso ligneo del XVII secolo e la C a p p e l l a d e l S a n t i s s i m o Sacramento. Adiacente alla piazza principale, troviamo il Palazzo del Commenda- tore, risalente alla stessa epoca, che ha subito diverse modifiche e che un tempo presentava piccoli frantoi al piano terra. I Cavalieri di Malta fondarono anche la Chiesa di San Giovanni fuori le mura in onore del santo patrono; in passato, vi era anche un piccolo ospeda- le annesso alla chiesa, oggi scomparso. Un altro monu- mento significativo è il Con- vento dei Frati Minori Osservanti, ora sede muni- cipale. La bellezza e il fascino di Maruggio si estendono nel p a e s a g g i o , dominato da maestosi ulivi secolari, anti- che masserie, cappelle voti- ve, trulli e muretti a secco c h e d e l i m i t a n o r i g o g l i o s i vigneti. Questi stessi vigneti producono il Primitivo, un vino pregiato noto per la sua armonia di colori, profumi e s a p o r i . N o n l o n t a n o , l e Dune di Campomarino, che raggiungono altezze fino a 12 metri, sono state ricono- s c i u t e p e r i l l o r o v a l o r e ambientale, per il quale è s t a t a c r e a t a u n a R i s e r v a Naturale Regionale per pro- teggerle. Come ci si aspetterebbe, le tradizioni culinarie sono profondamente radicate nella cultura di Maruggio: il paese è noto per la produzione di olio d'oliva di alta qualità e del già citato vino Primiti- vo. La cucina locale presenta una varietà di piatti a base di prodotti agricoli locali, tra cui orecchiette servite con sugo di pomodoro o cime di rapa e specialità di pesce. I principali eventi tradizio- nali in città sono associati alle celebrazioni religiose locali, tra cui la festa dei santi patroni del paese, San Gio- vanni Battista e San Cristofo- ro, noti per le loro processio- ni, musica e pasti comunitari. Per il suo valore storico e culturale, Maruggio è stato inserito tra I Borghi più belli d'Italia, un riconoscimento che non solo rende omaggio alla sua bellezza e al suo valo- re storico-artistico, ma anche all'impegno del paese nell'in- vestire nella tutela del suo patrimonio e nell'adottare la sostenibilità. I l 25 aprile è molto speciale a Venezia, perché la città non celebra solo, come il r e s t o d ' I t a l i a , l a L i b e r a z i o n e , m a a n c h e San Marco, il santo patro- no della Serenissima. Una tradizione veneziana, tipica di questo giorno, è la Festa del Bòcolo. Il termine bòcolo in dia- letto veneziano si riferisce a un bocciolo di rosa e, in que- sto giorno, è consuetudine che gli uomini regalino un bocciolo di rosa rossa alle donne importanti della loro vita, che siano mogli, fidan- zate, madri o sorelle, come simbolo di amore e ammira- zione duraturi. Le origini della tradizione sono piutto- sto enigmatiche: una leggen- d a d e i p r i m i a n n i d e l I X secolo narra che Maria, figlia del doge Angelo Partecipa- zio, si innamorò perduta- mente di Tancredi, un umile trovatore. Consapevole che suo padre avrebbe disappro- vato la loro unione a causa delle disparità sociali, Maria esortò Tancredi ad unirsi all'esercito di Carlo Magno in Spagna, sperando che il s u o v a l o r e i n b a t t a g l i a avrebbe elevato il suo status. Tancredi, tuttavia, fu ferito a m o r t e v i c i n o a u n r o s e t o durante la battaglia di Ron- cisvalle e, nei suoi ultimi m o m e n t i , c o l s e u n a r o s a bianca, la macchiò con il suo s a n g u e e l a a f f i d ò a l s u o a m i c o O r l a n d o p e r c h é l a consegnasse a Maria. Dopo aver ricevuto la rosa tinta di sangue, Maria fu sopraffatta dal dolore e morì il 25 aprile, con il bocciolo di rosa cremi- si appoggiato sul cuore. È per onorare l'amore tra Tan- credi e Maria che le persone a Venezia si scambiano rose rosse il giorno di San Marco. Un'altra leggenda associa l a t r a d i z i o n e d e l b ò c o l o direttamente a San Marco, più precisamente a un roseto che cresceva accanto alla sua tomba. Una pianta di questo roseto fu donata a Basilio, un marinaio della Giudecca, che la piantò nel giardino di c a s a s u a , d o v e s e g n a v a i l confine tra le proprietà dei suoi due figli. Le dispute familiari fecero sì che la rosa cessasse di fiorire per molti a n n i , f i n c h é u n a g i o v a n e donna e un giovane uomo dei rami in lotta della fami- glia si innamorarono, ricu- cendo la frattura familiare. Dopo di che, la rosa di Basi- lio fiorì di nuovo. In memo- ria di questo amore riconci- liatorio, i veneziani regalano ancora un bocciolo di rosa rossa ai loro cari ogni 25 aprile. Il "bòcolo" che dona il nome alla festa non è altro che un bocciolo di rosa (Photo: Damaisin/Dreamstime) Maruggio, il paese dei cavalieri e dei vigneti Amore, leggende e rose: la Festa del Bòcolo di Venezia Maruggio, un'antica chiesa (Photo: Milla74/Dreamstime) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI