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29 GIOVEDÌ 3 APRILE 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | " P a o l o V i v e n o n è s o l o u n t r i b u t o a B o r s e l l i n o . È u n m e s s a g g i o d i memoria, giustizia e speranza per le nuove gene- razioni." Con queste parole, la regista Debora Scalzo ha presentato il suo docufilm dal titolo Paolo Vive negli Stati Uniti, in occasione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle V i t t i m e i n n o c e n t i d e l l e mafie. Il film, presentato prima a New York e successi- vamente presso l'Istituto Ita- liano di Cultura di Los Ange- les, rievoca la strage di via D ' A m e l i o , a v v e n u t a i l 1 9 luglio 1992, quando il giudi- ce Paolo Borsellino fu assas- s i n a t o i n s i e m e a c i n q u e agenti della sua scorta. "Il c i n e m a è u n o s t r u m e n t o potente per preservare la memoria e questo film è una testimonianza del coraggio e dell'impegno di Paolo Bor- sellino per la giustizia", ha s o t t o l i n e a t o E m a n u e l e Amendola, direttore dell'Isti- tuto Italiano di Cultura. L'i- niziativa ha riscosso anche il supporto del Consolato Ita- liano di Los Angeles. "Paolo Borsellino è un eroe contem- poraneo la cui eredità può ispirare le giovani generazio- n i a c o m b a t t e r e c o n t r o i nemici visibili e invisibili del nostro tempo, a beneficio della società", ha dichiarato la Console Generale Raffaella Valentini. Debora Scalzo, nata ad Asti ma residente a Milano, h a r a d i c i p r o f o n d a m e n t e siciliane: i suoi genitori e nonni provengono da Cata- nia e Agrigento. "Essere qui in America a raccontare la mia terra, la Sicilia, e a por- tare un messaggio di educa- zione e legalità ai giovani americani è per me un tra- guardo importantissimo, sia a livello professionale che personale", racconta la regi- s t a a L ' I t a l o - A m e r i c a n o . " R a c c o n t a r e l a m i a t e r r a attraverso la figura di un grande uomo che mi rende orgogliosa di essere siciliana è un onore e una missione che porto avanti con cuore e determinazione". Quando e perché ti è venuta l'idea di fare un documentario su Paolo Borsellino? L ' i d e a d i r e a l i z z a r e u n documentario su Paolo Bor- sellino è nata dal profondo rispetto e dall'ammirazione che ho sempre avuto per lui. R a c c o n t a r e l a s u a s t o r i a significa onorare il suo sacri- ficio e quello di tutti coloro che hanno lottato contro la mafia. Sentivo il dovere di portare avanti la sua memo- ria, soprattutto alle nuove generazioni, affinché il suo e s e m p i o n o n v e n g a m a i dimenticato. Questo docu- mentario non è solo un pro- getto professionale, ma un impegno personale e morale verso la verità e la giustizia. L a s c e l t a d e l t i t o l o , Paolo Vive, cosa significa per te? In cosa vive al giorno d'oggi Paolo Bor- sellino? Paolo Vive significa che il suo sacrificio non è stato vano, che la sua lotta per la giustizia continua ancora oggi. Paolo Borsellino vive nel coraggio di chi non si piega, nelle scelte di chi com- batte per la verità, nei giova- ni che credono in un futuro senza mafia. Vive ogni volta che qualcuno sceglie di non voltarsi dall'altra parte. Come è nata la stesura del testo del monologo che Bruno Torrisi, l'atto- re che interpreta Paolo Borsellino farebbe oggi ripensando alla sua vita e ai suoi famigliari e che apre il documentario? La parte iniziale del docu- m e n t a r i o l ' h o s c r i t t a c o n grande responsabilità, docu- mentandomi a fondo e rac- cogliendo le testimonianze dirette della sua famiglia: dai figli, al fratello, alla nipote. Sapere che i suoi familiari credono che Paolo sarebbe orgoglioso di questo docu- film è per me un'emozione indescrivibile. Quando sono arrivata a New York, oltre all'emozione del sogno ame- ricano, ho avuto un pensiero chiaro: sono qui per Paolo. Ho attraversato l'oceano per raccontare la sua storia, per portare avanti il suo messag- gio, per essere una di quei giovani che lui spronava a non arrendersi, a lottare per la giustizia. Il mio lavoro, la mia penna e la mia cinepresa sono strumenti potenti di e d u c a z i o n e e m e m o r i a , e sapere di aver portato la sua voce così lontano è un onore immenso. Sono certa che, ovunque sia, Paolo sia orgo- glioso di me. Che tipo di input hai avuto dalla famiglia Bor- sellino? Il feedback della famiglia Borsellino è stato un dono immenso. Averli accanto, con il loro sostegno e sup- porto, ha dato ancora più valore a questo progetto. Qui in America, avremo in diret- ta streaming Roberta Gatani Borsellino, nipote di Paolo e co-fondatrice, insieme a Sal- vatore Borsellino, della Casa di Paolo. La Casa di Paolo, nata nel 2015 nella storica farmacia Borsellino, è un luogo straordinario che offre ai ragazzi un'opportunità c o n c r e t a p e r u n f u t u r o migliore, sostenendoli negli studi e nella crescita perso- nale e professionale. Sapere che questo docufilm è sup- portato dalla famiglia e, allo stesso tempo, poter contri- buire a far conoscere e soste- nere la Casa di Paolo è per me un onore immenso. Che feedback hai rice- vuto e che cosa ti rende più orgogliosa della rea- zione del pubblico? L'America è stata tra le prime a recensirlo, con la n o t a r i v i s t a H o l l y w o o d Magazine, la rivista ufficiale di Hollywood, che lo ha defi- nito un "potente tributo" alla figura di Paolo Borsellino. È stata la primissima recensio- ne internazionale, ancora prima dell'Italia, e per me è s t a t o u n r i c o n o s c i m e n t o incredibile. Il feedback del pubblico è stato straordina- rio. Paolo Vive non è un clas- sico docufilm: ha un'impron- t a d i v e r s a , p i ù i n t i m a e d emozionante. Si apre con u n a s c e n a p o t e n t i s s i m a , interpretata magistralmente da Bruno Torrisi nei panni di Paolo Borsellino, che ideal- mente torna in vita da Via D'Amelio, cammina per la sua amata Palermo e si rac- conta al pubblico, ai giovani, a tutti noi. Parla di ciò che ha vissuto e di ciò che non ha potuto vivere, come la gioia di essere nonno. Da lì inizia- no le interviste, una dopo l'altra, con contributi foto- grafici inediti concessi dai f a m i l i a r i d i P a o l o e d a g l i agenti di scorta vittime della strage di Via D'Amelio. Nel docufilm non c'è il video dell'esplosione di Via D'Amelio, come mai questa scelta? Volevo dare valore alle parole, alla verità raccontata direttamente dai familiari d e l l e v i t t i m e . Q u a n d o h o richiesto quel video, alcune importanti testate italiane mi h a n n o c h i e s t o d i t a g l i a r e certe interviste perché trop- po forti. Ma io non ho voluto censurare nulla. È giusto che il mondo sappia cosa hanno vissuto queste famiglie, cosa significa essere vittime di mafia, anche nel dopo, nella solitudine che resta. Cosa ti rende più orgo- gliosa di questo proget- to? Quando le persone si ren- dono conto che la regista di q u e s t o d o c u f i l m è u n a donna. Molti restano sorpre- si, tanti sono felici. In tanti mi dicono che si vede che c'è la mano di una donna, per la sensibilità con cui ho raccon- tato questa storia. Ho voluto essere diretta, senza filtri, ma anche profonda, rispetto- sa. Quello che mi emoziona di più però è vedere i giovani stringermi la mano, guardar- mi negli occhi e dirmi che vogliono diventare poliziotti o magistrati ispirati da Paolo Borsellino. Se anche solo due giovani su dieci escono dalla sala con questo sogno, allora ho vinto. In un docufilm, rivive la memoria di Paolo Borsellino Debora Scalzo sul set (Photo courtesy of Debora Scalzo) LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES