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19 GIOVEDÌ 17 APRILE 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | A veva appena 27 a n n i P i e t r o M a s c a g n i quando scrisse " C a v a l l e r i a rusticana", opera lirica in un solo atto che tanto successo e b b e s i n d a l l a s u a p r i m a rappresentazione avvenuta il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma. Ispirata dalla lettura dell'omonima novella di Giovanni Verga, teatro del melodramma è il paesino di Vizzini, in pro- vincia di Catania. Narra la storia di un tradimento con finale tragico: la morte per u c c i s i o n e d i u n o d e i d u e protagonisti maschili: Alfio e Turiddu; Lola, Santuzza e Lucia sono le protagoniste femminili. E' la Domenica di Pasqua.Turiddu, fidanza- to di Santuzza, tradisce la promessa sposa con un vec- c h i o a m o r e , L o l a c h e , durante il suo servizio di leva prolungatosi oltre ogni a s p e t t a t i v a , s i s p o s a c o n A l f i o . S a n t u z z a r i v e l a a Lucia, madre di Turiddu, la tresca tra suo figlio e la fedi- fraga Lola. Il dramma pro- s e g u e i n u n c r e s c e n d o d i a c c u s e t r a l e d u e g i o v a n i donne e, quando interviene A l f i o , è l i t e c o n T u r i d d u . All'ombra del fuoco dell'Et- na, il sangue si accende e ad avere la peggio è Turiddu, colpito a morte dal coltello di Alfio. Ma nulla ha che vedere con i Misteri della Settima- na Santa questa rappresen- tazione in cui il finale vede un protagonista morto men- tre la Pasqua celebra, oltre la morte, la Resurrezione del Cristo che si fece con- dannare alla crocifissione, per amore dell'umanità e p e r a f f e r m a r e i l p r o p r i o Credo. Certamente la festa più sentita e più religiosamente celebrata da tutto il popolo c r e d e n t e , è a p p u n t o l a Pasqua che, insieme al mar- tirio con successiva morte di Cristo, ne celebra la resurre- zione, fondamento impre- scindibile della comunità c r i s t i a n a c h e a s p e t t a d i incontrare Gesù, nella vita eterna. Non c'è città o paese o comune siciliano, per picco- lo che sia, che non festeggi c o n c e r i m o n i e , c o r t e i , M e s s e , C o n f r a t e r n i t e l a ricorrenza della Pasqua a cui sono legate anche tradi- zioni che non accennano a m o r i r e ; t r a q u e s t e a n c h e quelle legate al cibo. Vedremo così, a Trapani, la Processione dei Misteri del Venerdì Santo; ad Adra- no, la Diavolata, rappresen- t a z i o n e s a c r a d i o r i g i n e medievale; a Modica la Via Crucis vivente; a Mineo le sfilate dei nudi e a Militello la processione notturna del giovedì santo. Queste solo p e r c i t a r n e u n a m i n i m a parte. M a c ' è p o i u n a P a s q u a celebrata da un popolo che v i v e n e i c o m u n i d i P i a n a d e g l i A l b a n e s i , C o n t e s s a E n t e l l i n a , S a n t a C r i s t i n a Gela, Mezzojuso e Palazzo Adriano. Qui vivono delle comunità Arbëreshe trasfe- ritesi per sfuggire ai Turchi Ottomani ma molti di loro risiedono a Palermo. Essi festeggiano la Pasqua secon- do il rito bizantino in cui si mischiano religione, folklo- re, spiritualità e tradizioni. A S a n t a C r i s t i n a G e l a , l'ultimo venerdì di Quaresi- ma, si canta in lingua alba- nese il "canto della Resurre- zione di Lazzaro" mentre il venerdì santo si interpreta in siciliano il "canto della Passione". Il fascino delle loro tradizioni e delle loro c e l e b r a z i o n i , s o l e n n i e magnifiche, è sicuramante anche frutto dell'esperienza a n t i c a d i c o n v i v e n z a t r a diverse etnie che tramanda- no di generazione in genera- zione la loro Pashkët Arbë- r e s h e n ë S i c i l i ( P a s q u a Albanese in Sicilia). N e l l a c h i e s a d i P i a n a degli Albanesi, cristiana e c a t t o l i c a , s i c e l e b r a n o l e liturgie in rito greco-bizanti- no e vengono utilizzate sia la lingua greca che quella a l b a n e s e e l a c e r i m o n i a solenne e ricca di simboli- s m i , d e r i v a d a l l e l i t u r g i e sacre scritte dai padri della Chiesa greca, San Basilio e San Crisostomo. La Settima- na Santa – Java e Madhe - vede il culmine delle cele- brazioni di un intero anno di cerimonie religiose. Sono più di cinquecento anni che a Piana degli Alba- nesi si festeggia la Pasqua seguendo le loro tradizioni religiose, civili e folcloriche e la lingua, mai dimenticata o soppressa, fa parte dei riti perché parte della loro cul- tura insieme ai loro costu- mi, bellissimi, sia maschili che soprattutto femminili c h e , i n r i c o r r e n z e c o s ì i m p o r t a n t i c o m e q u e l l e delle celebrazioni pasquali, vengono indossati. Ricami in fili d'oro, cinture prezio- sissime, merletti e tutto ciò c h e r i c o r d a i l b e l l o s o n o conservati come oggetti pre- ziosi, come opere d'arte e si tramandano di generazione in generazione. D u n q u e l i n g u a , r i t o bizantino e costumi fanno parte del patrimonio cultu- rale di questo popolo che da secoli è inserito nel tessuto sociale dell'isola, apportan- do le loro tradizioni e la loro cultura che ben si è amalga- mata con la nostra di isolani c h e d a s e m p r e , e q u e s t o caso ne è la prova, abbiamo quasi come una religione, l'accoglienza e l'arricchi- mento che da essa ne deri- va. L a S e t t i m a n a S a n t a è dunque il più importante avvenimento del calendario ortodosso; è simbolo di spe- ranza come recita l'inno del C h r i s t o s a n e s t i - K i s h t i u ngjall (Cristo è risorto- Cri- sto è veramente risorto). La Liturgia delle Ore, l'ammi- nistrazione dei Sacramenti, i Misteri, la Liturgia Divina che si recita secondo due antichissimi formulari, le solenni letture, i salmi e poi grandi prostrazioni seguite da lunghi tempi in piedi; il colore giallo dell'oro è sosti- tuito dal rosso e dal viola e tutto assume un simbolismo stupefacente fatto di gesti, canti, processioni, profumi, incensi e perfino fiori. Tutto questo per celebrare il Cri- sto morto e poi risorto per tutti i credenti. Il venerdì che precede la D o m e n i c a d e l l e P a l m e s i festeggia la Resurrezione di Lazzaro (Lazëri): gruppi di giovani al seguito del papàs ( s a c e r d o t e d e l l a c h i e s a b i z a n t i n a ) , l a c e l e b r a n o intonando, sul sagrato della chiesa, l'antico canto che ne rievoca il miracolo. I cori p r o s e g u i r a n n o l a n o t t e lungo le vie della città dove saranno invitati dalle fami- g l i e c h e l i a c c o g l i e r a n n o offrendo loro uova, dolci, frutta secca e bevande. La Domenica delle Palme (E Diellja e Rromollidhet), suggestiva ricorrenza del- l'ingresso di Gesù a Gerusa- l e m m e , i n i z i a l e f u n z i o n i c o n l a b e n e d i z i o n e d e l l e palme e dei ramoscelli di u l i v o . U n a p r o c e s s i o n e è guidata dall'Eparca che in una mano tiene un crocifis- so e nell'altra una palma e indossa un mantello (man- dias) e procede a dorso di un asinello lungo il corso principale fino alla cattedra- le per celebrare la Divina Liturgia. Il giovedì santo (E Intja e Madhe) le celebrazioni con- t i n u a n o c o n i l r i t o d e l l a lavanda dei piedi, momento a l q u a n t o s u g g e s t i v o e d i g r a n d e u m i l t à . I l g i o r n o seguente, il venerdì santo (E Prentja e Madhe), la Passio- ne e la Morte del Cristo ven- g o n o s a l u t a t i c o n i c a n t i t i p i c i i n l i n g u a a l b a n e s e . S o n o i c o l o r i e i p r o f u m i protagonisti in questa cele- brazione che vede l'immagi- ne del Cristo, portata in pro- c e s s i o n e , a d o r n a d i f i o r i m e n t r e i f e d e l i i n t o n a n o canti funebri accompagnan- dosi con antichi strumenti in legno di origine tipica- mente bizantina. E S h t u n i a e M a d h e , i l Sabato Santo, ecco che cele- bra il trionfo di Cristo. L'al- tare, quadrato in segno di perfezione, guarda a orien- te. La Domenica di Pasqua è sottolineata dai canti e dagli s p l e n d i d i p a r a m e n t i c h e c e l e b r a n o i l S i g n o r e n e l s e g n o d e l l a b e l l e z z a e l e uova si tingono di rosso e, come da tradizione, vengo- no offerte ai visitatori che g i u n g o n o a P i a n a d e g l i Albanesi, all'ingresso del paese. N o n m a n c h e r a n n o d i sicuro tra le leccornie, per- ché ogni festa anche religio- s a s i c e l e b r a p u r e c o n i l cibo, i famosi cannoli, vanto dell'arte pasticcera di questo luogo siculo-albanese, parte integrante del popolo sici- liano. L a P a s q u a , i n S i c i l i a , è a n c h e Arbëreshe Un momento della celebrazione pasquale a Trapani, in Sicilia. La regione sente questa festività in modo particolarmente vivo (Photo: Emily Wilson/Dreamstime) SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI