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per veder riconosciute le pro- prie origini italiane, anche se da anni si vive altrove e pro- babilmente mai si tornerà mai nella Penisola, è perché la domanda attiene la sfera dei diritti di identità. Volersi vedere riconosciute le proprie origini è appropriarsi di un pezzo della propria storia personale e familiare, e in molti casi è un passaggio fon- damentale per sentirsi piena- mente se stessi. Lettera dell'editore NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 1 MAGGIO 2025 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | S coprire o sapere di avere un parente c h e a b i t a i n u n altro continente, in una nazione diver- sa dalla propria, che i propri antenati arrivavano da un altro Paese sollecita sempre un pizzico di curiosità. Quel luogo lontano da sé è spesso una distanza da colmare per- ché la storia migratoria lascia dentro e dietro di sé delle tracce. Everything Is Illuminated è un film statunitense uscito nel 2005 che ha reso popolare l'autobiografia di Jonathan Safran Foer, in cui racconta il suo viaggio, sia fisico che spi- rituale, sulle orme del nonno, costretto ad emigrare dalla n a t i a U c r a i n a n e g l i S t a t i Uniti. Il protagonista, "colle- zionista di ricordi di fami- glia", decide di partire per un viaggio a ritroso dove i pae- saggi incontrati on the road diventano poco a poco viaggi nella memoria familiare e personale, pezzi di un mondo più intimo che legano il pas- sato al senso del proprio pre- sente. Il gesto finale, quella "madre-terra" portata a con sé a casa e sparsa sulla tomba del nonno, è l'atto simbolico di un ritorno a casa, di un riappropriarsi delle proprie radici. I milioni di italoamericani che oggi si sentono profonda- mente integrati nella società statunitense, quando cercano le proprie origini italiane, non stanno rinnegando il processo di assimilazione e integrazio- ne di cui sono stati protagoni- s t i . P i u t t o s t o c e r c a n o d i a p p r o p r i a r s i d i u n p e z z o aggiuntivo della propria iden- tità. Questo comporta spesso un passaggio burocratico con la richiesta della cittadinanza o del doppio passaporto o con la volontà di estendere ai figli, indiscutibilmente americani, un pezzo del proprio passato. E' un po' lo stesso principio per cui le comunità italoame- ricane che si trovano dall'altra parte del mondo, conservano gelosamente riti e folklore dei luoghi di partenza. Lo hanno fatto in passato e continuano a farlo oggi, per sentirsi più vicini alle origini. All'inizio del Novecento, ad esempio, gli emigrati da Patrica, picco- lo centro laziale del Frusinate, che si insediarono ad Aliquip- pa nella contea di Beaver in Pennsylvania, il 16 agosto di ogni anno celebrano la festa di San Rocco, protettore della natia Patrica. Con questo stesso principio si istaurano gemellaggi con le città e i paesi di partenza. Questo ponte culturale serve a non recidere del tutto il cordone ombelicale, a mantenere vivo un pezzo del proprio passato, a lenire il dolore della separa- zione che spesso è stata non solo fisica con il territorio ma emotiva, personale, familiare: milioni di expat non sono mai più tornati a casa, non hanno mai più riabbracciato i paren- ti e gli amici, lasciando in ere- dità ai discendenti quel desi- derio atavico di fare ritorno, di non spezzare del tutto il legame antico con le terre di provenienza. Non è un caso nemmeno, che una volta sbarcati nel nuovo mondo, centinaia di migliaia di ex-italiani abbiano cercato condizioni di vita ana- loghe a quelle di partenza: gli isolani hanno scelto di vivere sulle coste, i meridionali abi- tuati alla luce e al sole hanno ricercato le stesse condizioni come i piemontesi o gli emi- liani i paesaggi collinari. La storia migratoria del centro romagnolo di Meldola che è stato il punto di partenza, fin dall'ultimo decennio dell'Ot- tocento, di una catena migra- toria che ha avuto come desti- nazione il Connecticut, è in questo senso esemplare: tutta la comunità si è trasferita nella contea di Litchfield, un'area che per molti versi poteva vantare caratteristiche molto simili alle zone collinari e pedemontane del Forlivese. Più o meno con lo stesso prin- cipio, gli emigrati hanno por- t a t o i n A m e r i c a n e l e l o r o c o m p e t e n z e " t e r r i t o r i a l i " ovvero hanno continuato a fare il lavoro tipico di casa propria. Nei primi anni del Novecento le centinaia di migranti partiti dal comune foggiano di Roseto Valfortore, per ricordare il paese d'origi- ne hanno fondato il "borough di Roseto" nella contea di Northampton in Pennsylva- nia e poi sono andati a lavora- re nelle locali cave di ardesia perchè il settore dell'estrazio- ne e della lavorazione della pietra era caratteristico della loro Puglia. Riuscire anche a livello burocratico a non chiudere i conti ma a tenere vivo il lega- me con casa, è qualcosa che va ben al di là di un docu- mento. La "fatica", le carte e le spese legali che solitamen- te ci sono dietro ad una prati- ca di cittadinanza dovrebbero s c o r a g g i a r e , d e m o t i v a r e , disincentivare il riconosci- mento. Se questo non avvie- ne ma al contrario ci si batte Doppia cittadinanza, radici che non si tagliano P.O.BOX 40156, PASADENA, CA 91114 P.O.BOX 40156, PASADENA, CA 91114