L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-29-2025

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LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES 31 GIOVEDÌ 29 MAGGIO 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | M entre cam- b i a m e n t i c l i m a t i c i , d i s a s t r i n a t u r a l i e l'erosione dovuta al tempo continuano a minacciare i monumenti storici in tutto il mondo, la tecnologia digitale si sta rivelando un alleato fondamentale nella conserva- zione del patrimonio cultura- le. Nell'antica città toscana di Volterra, ricca di testimo- nianze romane, etrusche e medievali, strumenti come d r o n i , f o t o g r a m m e t r i a e s c a n s i o n i l a s e r v e n g o n o impiegati per proteggere, documentare e far rivivere la straordinaria eredità archi- tettonica della città. Al centro di questo impe- gno c'è una collaborazione avviata nell'ottobre del 2016, quando un gruppo di ricerca- tori e professionisti ha dato il via a un progetto per conser- vare digitalmente i tesori a r t i s t i c i , a r c h i t e t t o n i c i e archeologici di Volterra. L'ur- genza della missione è cre- sciuta nel tempo, portando alla creazione di una rete tra l a F o n d a z i o n e V o l t e r r a - D e t r o i t , l ' U n i v e r s i t à d i Detroit Mercy e altre istitu- zioni. La Fondazione, che promuove lo scambio cultu- rale tra Detroit e Volterra, ha stabilito una sede permanen- te presso il Collegio Interna- zionale Residenziale, offren- do a studenti e professionisti l ' o p p o r t u n i t à d i v i v e r e a stretto contatto con le ric- chezze storiche della città. La serata conclusiva della mostra Visioni di Volterra, ospitata dall'Istituto Italiano di Cultura a Westwood, ha rappresentato l'occasione per ammirare l'esposizione, ma è stata anche l'anteprima di Voices of Volterra, un docu- mentario del regista di Chica- go Marcus Aubin. Il film rac- conta le storie di residenti, a r t i s t i e t e c n o l o g i c h e s i impegnano a mantenere vivo lo spirito e l'identità della città. Aubin, insieme a Tri- s t a n R a n d a l l , s t r a t e g i c projects executive di Autode- sk, ha partecipato a un incon- tro per raccontare come le tecnologie digitali all'avan- guardia stiano contribuendo a preservare il fascino senza tempo di Volterra. Noi de L'Italo-Americano abbia- mo incontrato il regista per p a r l a r e d e l p r o g e t t o , d e l potere della conservazione digitale e delle storie che più lo hanno colpito. Qual è l'obiettivo prin- cipale della digitalizza- zione di Volterra? Ci sono due obiettivi prin- cipali. Il primo è documenta- re e conservare la città in un momento specifico. Non tutti hanno l'opportunità di visita- re un luogo come Volterra, ma grazie alla digitalizzazio- ne, chiunque può esplorarla virtualmente, soprattutto chi ama la cultura e la storia ita- liana. Il secondo obiettivo è la conservazione in caso di cala- mità. Ad esempio, il 5 maggio 2024 è crollata una parte di un muro medievale: i dati raccolti in precedenza dal nostro laboratorio sono stati essenziali per ricostruirlo in modo accurato, fin nei detta- gli architettonici. Volterra è in una zona sismica e soggetta a frane, terremoti e altri rischi. Avere a disposizione modelli digitali ad alta risoluzione degli edifici è fondamentale per eventuali restauri futuri. È possibile accedere a questo materiale digitale d a q u a l s i a s i p a r t e d e l mondo, ad esempio da Los Angeles? Assolutamente sì. Anzi, uno degli obiettivi recenti è proprio rendere questi dati accessibili a un pubblico sem- pre più vasto. Stiamo collabo- rando con Unreal Engine ed Epic Games, che ci ha conces- so una sovvenzione, per svi- luppare un'esperienza inte- rattiva simile a un videogioco. In questo ambiente immersi- vo sarà possibile esplorare Volterra com'era in diverse e p o c h e s t o r i c h e : e t r u s c a , romana, medievale e rinasci- mentale. Si potranno percor- rere strade, visitare edifici e luoghi pubblici ricostruiti com'erano centinaia o addi- rittura migliaia di anni fa. Da quello che ho visto finora, il progetto è molto prometten- te. Speriamo presto di ren- derlo disponibile per pc o in realtà virtuale. Nel documentario si v e d o n o d i v e r s i a r t i s t i impegnati a mantenere viva Volterra, anche per- ché molti giovani stanno l a s c i a n d o l a c i t t à . C ' è qualcuno che l'ha colpita in modo particolare? Sì, Niccolò Bruchi. È uno d e i p r i m i p e r s o n a g g i c h e vediamo nel film, e anche uno degli ultimi, quindi ha un arco narrativo completo. Nico è un artista di graffiti e uno skateboarder, qualcosa di piuttosto insolito a Volter- ra. Non ci sono molti spazi per questo tipo di espressio- ne contemporanea. Mi ha colpito il suo rapporto con la città: se n'era andato, ma è tornato, rendendosi conto di quanto amasse le sue radici. Ora ha realizzato bellissimi murales in tutta Volterra, incluso uno che mostriamo nel documentario. La sua storia dimostra che anche se un luogo inizialmente sem- b r a n o n f a r e p e r t e , p u o i ritornarci, reinterpretarlo e contribuire a modo tuo. Una delle artiste che h a i n c o n t r a t o è I l a r i a B r o t i n i , u n a g i o v a n e s c u l t r i c e d i a l a b a s t r o non originaria di Volter- ra. Come l'ha conosciu- ta? È stato un incontro del tutto casuale. Stavamo pas- s e g g i a n d o c o n l a n o s t r a guida e volevamo parlare con qualcuno che lavorasse con l'alabastro, il materiale sim- bolo di Volterra. Entrando in u n l a b o r a t o r i o , c i s i a m o imbattuti in Ilaria. Pensava- m o c h e l a m a g g i o r p a r t e degli artigiani dell'alabastro f o s s e r o u o m i n i a n z i a n i , quindi trovare una giovane donna che si era trasferita lì per seguire la sua arte è stato sorprendente e incoraggian- te. La sua storia dà coesione al film. All'inizio, qualcuno dice che non ci sono più gio- vani in città, ma poi arriva Ilaria, che ha scelto Volterra proprio perché è un centro artistico. Non ci è cresciuta, ma l'ha scelta come casa, perché è il posto ideale per il s u o l a v o r o . Q u e s t o d i c e molto sul fascino e sull'ener- gia creativa della città. Ci parli del workshop e del ruolo dell'univer- sità. L'università ha messo a disposizione della Fondazio- ne Volterra-Detroit un edifi- cio che un tempo era un dor- mitorio. Dopo una campagna di raccolta fondi e lavori di ristrutturazione, è diventato la sede stabile della Fonda- zione, che ospita ogni anno i partecipanti al workshop. Tecnologi provenienti da vari ambiti – architettura, urba- nistica, paesaggio, sviluppo videogiochi – si riuniscono a Volterra per contribuire al progetto di conservazione. È diventato un centro dinami- co di scambio culturale, dove la tradizione incontra l'inno- vazione. Cosa le è piaciuto di più di Volterra? La sensazione che provo quando ci sono. È difficile da spiegare, ma è una combina- zione di pace e ispirazione. Si può attraversare l'intera città in meno di un'ora: è compat- ta, vivibile e ricchissima di arte. Ovunque ci si giri, ci s o n o s c u l t u r e , b o t t e g h e , m u s i c a e s t o r i a . E s s e n d o un'artista, mi vedrei benissi- mo a vivere lì un giorno – m a g a r i q u a n d o s a r ò p i ù g r a n d e … o f o r s e a n c h e prima. È un luogo bellissimo, pittoresco e pieno di cultura. Come gli strumenti digitali aiutano a salvare il patrimonio culturale di Volterra Aubin al lavoro con la sua crew e, in basso a sinistra, un suo primo piano (Photo: Brandon Hoeg)

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