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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 29 MAGGIO 2025 SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO A poche centinaia d i m e t r i d a l l a costa calabrese, d i f r o n t e a l paese di Praia a Mare, si trova l'Isola di Dino, una piccola isola di cui molti italiani hanno sen- tito parlare, ma che pochi hanno effettivamente visita- to. Con le sue ripide scoglie- re calcaree, le antiche grotte marine e la rigogliosa mac- chia mediterranea, è il tipo di luogo che appare inaspet- t a t a m e n t e a l l ' o r i z z o n t e , t r a n q u i l l o e a p p a r t a t o , offrendo un sorprendente c o n t r a s t o c o n l e v i c i n e spiagge più affollate. Nonostante le sue mode- ste dimensioni – poco più di 50 ettari – l'Isola di Dino racchiude una sorprendente quantità di storia e ricchezza naturale. Un tempo teatro di scontri militari e titoli nobi- liari, e ora oggetto di inte- resse ambientale e di un rin- novato turismo, l'isola è un esempio avvincente della bellezza sottovalutata della C a l a b r i a . C h i p e r c o r r e i l breve tragitto in barca dalla terraferma capisce subito perché questo sperone roc- cioso abbia da tempo cattu- r a t o l ' i m m a g i n a z i o n e d i gente del posto, scienziati e viaggiatori. Con un'altezza massima di 100 metri, l'isola fa parte della Riviera dei Cedri, un tratto costiero noto per le sue acque incontaminate e le spettacolari formazioni roc- c i o s e ; q u i i l p a e s a g g i o è aspro e incontaminato, con s c o g l i e r e a p i c c o s u l M a r Tirreno, che lo rendono par- ticolarmente attraente per gli amanti della natura e del- l'avventura. Avvicinandosi all'isola in barca, si rimane immediatamente colpiti dal suo aspetto selvaggio: fitta di vegetazione, circondata da caverne e caratterizzata da un silenzio assoluto, a parte il canto degli uccelli marini e il ritmico sciabor- dio delle onde. L'origine del nome "Dino" è stata a lungo dibattuta: alcuni ritengono che derivi dal greco dina, che significa "tempesta" o "vortice", in riferimento alle forti corren- ti e ai vortici che a volte cir- condano l'isola. Altri fanno risalire il nome ad aedina, suggerendo che un tempo sulle sue scogliere sorgesse un tempio dedicato a Vene- r e , a t e s t i m o n i a n z a d e l profondo legame della zona con l'antica colonizzazione greca lungo la costa dell'Ita- lia meridionale. L a s t o r i a , t u t t a v i a , h a lasciato il suo segno sull'iso- l a i n m o d i m e n o a s t r a t t i della mitologia. Nel IX seco- lo, subì incursioni saracene e, nel 1600, si verificò un f e r o c e s c o n t r o q u a n d o l e navi ottomane attaccarono i difensori dell'isola, guidati d a F r a n c e s c o V i t i g n o . Sebbene abbiano resistito coraggiosamente, i difensori furono infine sopraffatti. L'i- sola tornò alla ribalta all'ini- zio del XIX secolo durante le g u e r r e n a p o l e o n i c h e , quando la flotta anglo-bor- bonica la utilizzò come base avanzata. Poi, nel 1815, Re Ferdinando I delle Due Sici- lie concesse il titolo nobilia- r e d i " D u c a d i D i n o " a l diplomatico francese Char- les Maurice de Talleyrand, legando l'isola a una delle f i g u r e p o l i t i c h e p i ù n o t e d'Europa. O g g i , l ' I s o l a d i D i n o è nota soprattutto per le sue s t r a o r d i n a r i e g r o t t e marine, che ne circondano gran parte del perimetro e sono accessibili solo in barca o kayak. Ogni grotta ha un suo carattere unico, plasma- to da secoli di erosione, ed è ricca di fascino visivo e geo- logico. Una delle più famose è l a G r o t t a A z z u r r a , c h e abbaglia i visitatori con le sue cangianti sfumature di turchese e zaffiro create dal riflesso della luce sulle pare- ti e sul fondale. Un'altra, la Grotta del Leone, prende il nome da una roccia scolpita naturalmente che ricorda un leone accovacciato, apparen- temente a guardia dell'in- g r e s s o . L a G r o t t a d e l l e Cascate è nota per il suono dell'acqua che riecheggia al s u o i n t e r n o , m e n t r e u n tempo i pescatori locali face- vano affidamento sulla Grot- t a d e l l e S a r d i n e , d o v e s i diceva che banchi di sardine si radunassero nelle sue sec- che ombreggiate. La Grotta del Monaco è nota perché, secondo la leggenda, il suo interno tranquillo e ombro- so avrebbe dato rifugio a un eremita solitario secoli fa. Per i subacquei esperti, la sommersa Grotta Gargiulo offre un'esplorazione più tecnica, con corridoi sotto- marini e sacche d'aria situa- t e a q u a s i 2 0 m e t r i d i profondità. L'Isola di Dino è anche un rifugio vitale per la flora e la fauna. Le scogliere cal- caree e i pendii sono rico- perti di macchia mediterra- nea, che comprende specie r a r e c o m e l a p a l m a n a n a (Chamaerops humilis), le o r c h i d e e s e l v a t i c h e e l a splendida primula di Palinu- ro (Primula palinuri), una specie protetta che prospera solo in poche località lungo la costa meridionale italiana. I fiori giallo pallido di questa pianta si aggrappano agli affioramenti rocciosi, nutriti dalla brezza marina e dalle piogge primaverili. La loro presenza, insieme ad altre specie endemiche, ha fatto sì che l'isola venisse ricono- sciuta Sito di Interesse C o m u n i t a r i o ( S I C ) secondo le linee guida europee per la conserva- zione. Le scogliere offrono zone di nidificazione per uccelli marini, tra cui gabbiani reali e cormorani. Nelle acque circostanti, la biodiversità continua: banchi di cefali, orate e spigole frequentano l e i n s e n a t u r e , m e n t r e i subacquei segnalano avvi- stamenti di murene, polpi e, nei mesi più tranquilli, per- s i n o d i d e l f i n i . L e a c q u e intorno all'isola fanno parte di un'area marina protetta, con continui sforzi volti al t u r i s m o s o s t e n i b i l e e a l monitoraggio ecologico. Nonostante il suo isola- m e n t o n a t u r a l e , l ' i s o l a è f a c i l m e n t e a c c e s s i b i l e a i visitatori. Dalla vicina citta- dina di Praia a Mare, par- tono regolarmente imbarca- z i o n i p e r t o u r d e l l ' i s o l a , soprattutto nei mesi estivi, e molte di esse offrono visite guidate alle grotte, soste per lo snorkeling e approfondi- menti sul passato geologico e culturale dell'isola. I viag- giatori indipendenti possono anche esplorare l'isola in kayak, pagaiando dalla ter- raferma e costeggiandone il perimetro per scoprire grot- te e spiagge al proprio ritmo. Negli ultimi anni, le auto- rità locali e le associazioni ambientaliste hanno colla- borato per reintrodurre il turismo strutturato sul- l'isola: dopo un lungo perio- d o d i p r o p r i e t à p r i v a t a e accesso limitato, l'isola è ora più aperta al pubblico, seb- bene siano state introdotte m i s u r e d i p r o t e z i o n e p e r limitare i danni da sfrutta- mento eccessivo. I sentieri s o n o s t a t i p a r z i a l m e n t e r i p r i s t i n a t i e u n a n u o v a segnaletica aiuta a informa- re i visitatori sulla flora e la fauna, nonché sul patrimo- nio culturale dell'isola. Tut- tavia, gran parte dell'Isola di Dino rimane incontaminata, offrendo un raro esempio di c o m e p o t e v a a p p a r i r e i l Mediterraneo prima dell'ar- rivo del turismo di massa. Sono in corso progetti per formalizzare il suo status di riserva naturale, con l'obiet- tivo di bilanciare l'accesso dei visitatori con la salva- guardia dell'ecosistema; le iniziative locali mirano inol- tre a includere l'isola nelle reti ecoturistiche regionali, promuovendo la Calabria come destinazione per viaggi sostenibili, non solo per le vacanze al mare. Questi svi- luppi sono particolarmente apprezzati in una regione che rimane meno sviluppata rispetto alle sue controparti settentrionali, ma ricca di patrimonio culturale e natu- rale. L'isola di Dino è conosciuta per le sue molte grotte (Photo: Mirko Macari/Dreamstime) Scogliere, grotte e leggende: un viaggio all'Isola di Dino