L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-12-2025

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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 12 GIUGNO 2025 SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO C 'è un'atmosfera d i v e r s a a Parma, la città d e l l ' E m i l i a - R o m a g n a n o t a per capolavori culinari come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma. Percor- rendo la bimillenaria Via E m i l i a , n e l n o r d I t a l i a , Parma si erge come un gioiel- lo d'eccellenza a metà strada tra Milano e Bologna. Oggi, il nome romano originale della Via è stato sostituito da uno più pratico –SS9 – che con- sente di aggirare facilmente l'antica città. Ma "facile" non è sempre sinonimo di scelta migliore. A Parma, stare con i piedi p e r t e r r a , è s e m p r e u n a b u o n a i d e a . U n ' e l e g a n z a immediata si percepisce nella sua raffinata architettura, decisamente più neoclassi- ca... persino borghese. Ose- remmo dire, un'atmosfera francese. Non è un'ipotesi errata per questa importante città italiana. L'influenza francese è abbondante qui, d a c u i i l s o p r a n n o m e d i Parma "Piccola Parigi d'I- talia". I l c o n f i n e f r a n c e s e p i ù vicino ai confini di Parma si t r o v a a c i r c a 4 0 0 k m d i distanza; le due città non sono esattamente vicine di casa. Se la distinta impronta francese nello stile degli edi- fici non fosse abbastanza convincente, il dialetto udito in città potrebbe contribuire ulteriormente a convincere. Sentirete i Parmensi usare "vert" per "aprire", proprio come il francese "ouvert". Passate il tirabusòn per apri- re il vino, una parola appena distinguibile da tire-bou- chon, il francese per cavatap- pi. Se desiderate delle patati- ne fritte, il menù potrebbe offrire "pom da tera" invece di "patate"; il leggero contra- sto con le "pommes-de-terre" è evidente. Potreste sentire " b o m b è n " a l p o s t o d i " v a bene" (va bene), un altro ter- m i n e c u g i n o d e l f r a n c e s e "très bien". Il soprannome "Piccola Parigi" potrebbe ancora sem- brare un po' pretenzioso per una città celebrata per la sua offerta culinaria italiana. Tut- tavia, alcune altre considera- zioni possono ulteriormente c o n t r i b u i r e a c o l l e g a r e i punti. Proprio come Parigi, Parma vanta un'inconfutabi- le reputazione per le eccel- lenti esperienze culinarie, sia gourmet che rustiche; nume- r o s e b o u t i q u e d i l u s s o e negozi raffinati fiancheggia- no i suoi viali. Romantici caffè all'aperto e graziose bancarelle di fiori si mescola- no come innamorati lungo le strade, il tutto parte di un'at- mosfera parigina chic che permea la città. C i b o e c u l t u r a s t e l l a r i , intrecciati con un inconfon- dibile savoir-faire, non sono nati dal nulla. Come ha fatto un inconfondibile stile fran- cese a diventare parte inte- grante della vita qui? È il momento di un breve viaggio indietro nel tempo per trova- re qualche indizio su come Parma abbia acquisito la sua evidente joie de vivre. Tralasciando un'interes- sante ma lunga e contorta storia completa, prenderemo una scorciatoia e inizieremo nel 1759, quando Filippo, Duca di Parma, diede ini- zio al governo del Ducato autonomo di Parma e Pia- c e n z a . I n p r e d a a l c a o s a causa dei continui conflitti, F i l i p p o e l a s u a c o n s o r t e francese Luisa Elisabetta incaricarono strategicamente il francese Guillaume du Tillot di supervisionare la rivitalizzazione di Parma. I migliori artigiani, chef, archi- tetti e artisti parigini furono reclutati da Tillot e, sotto la direzione di Luisa, si stabili- rono per iniziare i loro incari- chi. Una netta somiglianza c o n P a r i g i a l e g g i a v a s u Parma, ed è ancora oggi evi- dente. Eppure, nonostante il ruolo cruciale di Luisa, non è lei la figura più onorata e responsabile della rinascita di Parma. Quasi come in un quiz, chiedete a qualsiasi abi- tante di nominare un perso- naggio storico locale di rilie- vo; con ogni probabilità la risposta sarà Maria Luigia, Duchessa di Parma, Piacenza e G u a s t a l l a . . . e s e c o n d a moglie di Napoleone. Il matrimonio combinato portò Maria a Parma come una figura controversa, vene- r a t a d a a l c u n i c o m e l a "Buona Duchessa", ma consi- derata da altri fredda e indif- ferente all'esilio del marito. Nonostante i contrastanti p u n t i d i v i s t a p e r s o n a l i , Maria divenne amata ed è venerata ancora oggi. La sua lealtà verso l'Italia spianò la strada alla sua promozione a Duchessa. Maria fu una delle prime a istituire strutture governative per la maternità e l'assistenza familiare, non- ché case popolari e assistenza sanitaria. La cultura, con un tocco francese, fu ricostruita. Sotto la sua iniziativa, fu costruito l'imponente Tea- tro Regio, che diede impul- so alla rinascita della musica e del teatro. Furono gettate le basi per la Galleria Nazio- nale di Parma e gli eleganti giardini franco-italiani diven- nero parte integrante del p a e s a g g i o p a r m i g i a n o . Durante il suo regno, dal 1816 al 1847, Maria Luigia fu l'artista figurativa che dipinse Parma con eleganza, cultura, raffinatezza... e violette, ispirate alla Francia. Il delicato fiore viola, tanto amato dalla Duchessa, diven- ne il suo simbolo. Stampato su stoviglie, insegne, carta da lettere e qualsiasi altra cosa recasse il tocco della Duches- sa, la piccola violetta finì per- sino per sostituire la firma di Maria. Oggi, le violette di Parma rimangono un simbo- lo amato della città. Profumi, saponi, gelati, caramelle... sono ovunque! Passeggiando per le ele- ganti vie di Parma, gustando il vostro gelato alla violetta, potreste notare che una tona- lità giallo oro domina le fac- ciate degli edifici. Non è la vostra immaginazione, ma ancora una volta l'influenza francese. Sotto il regno di Filippo II nel XVIII secolo, l ' a r c h i t e t t o E n n e m o n d Petitot fu reclutato da Lione e i n c a r i c a t o d e l r e s t a u r o urbano. Emulando l'eleganza parigina e la ricchezza della corte, il "Giallo Parma" di Petitot divenne il colore pre- minente del nuovo ordine. Maria Luigia, una volta insediatasi come Duchessa, n e p e r s o n a l i z z ò i l c o l o r e richiedendo una tonalità più i n t e n s a e r i c c a , f o r s e p e r richiamare la tonalità dorata dei suoi riccioli, come dicono alcuni. Il mondo conosce e adora il prosciutto e il formaggio tipici di Parma; è ora che il mondo conosca anche i dolci tipici di Parma, decisamente d i i s p i r a z i o n e f r a n c e s e . Entrate in qualsiasi pasticce- ria per assaggiare la Torta Duchessa, opportunamente chiamata in onore di Maria Luigia. Strati di ganache al cioccolato, pasta di nocciole, z a b a i o n e , c r e m a a l b u r r o alcolica e ciliegie candite richiederanno più di un sem- plice assaggio, però... atten- zione! Un'altra delle delizie della Duchessa è ancora oggi apprezzata: un tortello semi- d o l c e n o t o c o m e T o r t é l Dǒls. Inventato dal suo chef, un mix di pere, mele cotogne e zucca bianca viene racchiu- so in un impasto delicato, poi unito a mosto d'uva cotto, pangrattato e marmellata di prugne, con una finitura fina- le di Parmigiano Reggiano. Questo piatto agrodolce non solo è ancora apprezzato, ma venerato: la sua preparazio- ne, gli ingredienti e tutte le usanze associate sono preser- vati e divulgati dalla Con- f r a t e r n i t a d e l T o r t é l Dǒls, un gruppo dedito a mantenere viva la tradizione gastronomica. La Duchessa sarebbe molto lieta di sapere che il suo piatto preferito viene celebrato ogni ottobre con una popolare sagra, a cui partecipano migliaia di per- sone. Il fascino parigino non svanirà da Parma tanto pre- sto. Orgogliosi italiani, certo, ma cittadini che trasudano dignitoso piacere e orgoglio per l'eredità culturale parigi- na della loro città. È un vali- do esempio di eleganza fran- c e s e c h e r e n d e P a r m a davvero la "Piccola Parigi" d'Italia. Parma - La Piccola Parigi d'Italia Se pensi a Parma, non puoi non pensare al Parmigiano Reggiano (Photo: Demid/Dreamstime); in basso a destra, Filippo di Borbone, Duca di Parma, da ragazzino (By Jean Ranc - museodelprado.es. Public Domain)

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