L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-12-2025

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 12 GIUGNO 2025 C ' è u n p a e s e , i n p r o v i n c i a d i E n n a , t r a i monti Nebrodi e l e M a d o n i e , nella Sicilia più interna, che confina con Ganci, in pro- v i n c i a d i P a l e r m o e c o n N i c o s i a , i n p r o v i n c i a d i Enna. E' Sperlinga e conta meno di 700 abitanti. Il suo nome che in gallosiculo è Sperrënga e in siciliano Spil- l iň g a , d e r i v a d a l g r e c o e significa "spelonca", grotta. Infatti il borgo, che fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia e già definito "regale dimora rupestre", è s c a v a t o i n u n a e n o r m e e imponente mole sedimenta- ria. In effetti, il suo territorio comprende numerose grotte scavate nella roccia arenaria. G r a z i e a d e i r e p e r t i archeologici sappiamo che il territorio e le sue grotte erano già abitate quattromi- la anni fa ma i primi docu- menti storici, risalenti al 1082, la citano in un privile- gio del conte Ruggero. Nel p e r i o d o i m m e d i a t a m e n t e successivo fu colonizzata da popolazioni lombarde che venivano dal Nord Italia o d a l l a S i c i l i a l o m b a r d a . Retaggio di quella colonizza- z i o n e s i r i s c o n t r a a n c o r a oggi nel dialetto gallo-itali- co, più precisamente gallo- italico di Sicilia, che viene ancora oggi parlato a Sper- l i n g a m a a n c h e i n a l t r i comuni dell'isola dove si tro- vano comunità immigrate dalla provincia di Novara, Asti e Alessandria. Già in un documento del 1 2 3 9 e r a i n d i c a t a c o m e castrum, cioé come "borgo dotato di strutture castella- ne". La storia del borgo è stata segnata e ne ha ricevu- to identificazione a seconda d e l l a n o b i l i f a m i g l i e c h e sono state proprietarie del c a s t e l l o e d e i f e u d i a l u i a n n e s s i . Q u e s t e f a m i g l i e rispondono al nome di: Ven- t i m i g l i a , N a t o l i , R o s s o e Oneto. Fra tutti, il principe Natoli ampliò il borgo e fece edificare la Chiesa intitolata a S a n G i o v a n n i B a t t i s t a fuori dalle mura del castello. I p r i m i a t t i p a r r o c c h i a l i f a n n o d a t a a p a r t i r e d a l 1612. Ma nel 1658 il figlio Francesco Natoli Maniaci cedette la proprietà feudale e i l c a s t e l l o a l l a f a m i g l i a Oneto nominandoli duchi di Sperlinga mentre i Natoli n o n r i n u n c i a r o n o m a i a l titolo di principi di Sperlin- ga. Nel corso dei secoli non mancarono presenze illustri e t r a q u e s t e , e r a i l 1 7 7 6 , Jean-Pierre Houël, pittore f r a n c e s e , c h e i n s e r ì u n a veduta della cittadina nel suo Voyage pittoresque. Due anni dopo fu la volta della visita di un altro pittore, J e a n C l a u d e R i c h a r d d e Saint-Non, che la immortalò d i p i n g e n d o a n c h e l u i u n quadro. Ma non soltanto del Settecento si hanno artisti c h e h a n n o i m m o r t a l a t o Sperlinga con i loro quadri. Arrivando, infatti, al luglio 1 9 4 3 , i l f o t o g r a f o R o b e r t Capa, pseudonimo di Endre Ernö Friedmann, ungherese naturalizzato statunitense, scattò la foto che diventò il simbolo dello sbarco alleato e venne pubblicata, diven- tando patrimonio mondiale, sulla rivista americana Life. N e l 1 9 5 5 F o s c o M a r a i n i , antropologo, orientalista, s c r i t t o r e , p o e t a e g r a n d e fotografo - padre della scrit- trice Dacia Maraini - realiz- za diverse foto della città per la società Alinari, il più anti- co archivio fotografico al mondo. La contrada del "Balzo", con le sue stradine scavate e sovrapposte che ne fanno un borgo rupestre, il 16 agosto d i o g n i a n n o c e l e b r a l a " S a g r a d e l T o r t o n e " n e l corso della quale vengono distribuiti per essere assapo- rati cibi locali, tipici e rap- presentanti della migliore tradizione culinaria. Non può mancare il "Tortone", dolce tipico e gustosissimo, fritto e cosparso di zucchero e cannella che può essere gustato mentre si visitano le b o t t e g h e a r t i g i a n e c h e s i incontrano lungo il percorso mentre sfila il corteo storico e s i e l e g g e l a D a m a d e i C a s t e l l i d i S i c i l i a . A l c u n i giorni prima del Ferragosto, ogni rione rappresentato da una Dama, si sfida in diversi giochi. La Dama che rag- giunge il punteggio più alto viene eletta Castellana della città rupestre e il 16 agosto la Castellana di Sperlinga, insieme alle altre Castellane vincitrici dei paesi gallo-ita- lici, sfilerà in costume d'epo- ca nel corteo storico lungo le vie del paese. Tutti i parteci- panti alla sfilata indosseran- no costumi tradizionali. La Dama dei paesi Gallo-Italici verrà eletta da una apposita giuria. Al termine del giorno la festa continuerà in piazza Castello con balli, canti, rap- p r e s e n t a z i o n i t e a t r a l i d i avvenimenti storici e con gli immancabili giochi pirotec- nici. Sperlinga, oltre a tradizio- ni, cortei storici, dame e la festa del patrono San Gio- vanni Battista che si celebra il 24 giugno, vanta una delle più singolari fortezze: raro esempio di castello rupestre scavato in parte nella roccia e in parte edificato con la stessa roccia la cui costru- zione più antica risale al XII- VIII secolo a.C., quindi a un periodo precedente la pre- senza dei Siculi pre-greci e precisamente intorno all'an- no 1080. Dopo vari passaggi n e l c o r s o d e i s e c o l i t r a i conti Ventimiglia, i principi di Sperlinga Natoli, i duchi Oneto e il barone Nunzio N i c o s i a , f u i n f i n e d o n a t o dagli eredi di quest'ultimo al c o m u n e d i S p e r l i n g a n e l 1973. "Quod Siculis placuit, sola Sperlinga negavit". "Ciò che p i a c q u e a i S i c i l i a n i , s o l o Sperlinga lo negò". Questa scritta che si trova scolpita sull'arco a sesto acuto nel- l'ingresso del castello si rife- r i s c e a i V e s p r i S i c i l i a n i (1282) e ricorda che una sola g u a r n i g i o n e d i s o l d a t i angioini si asserragliò all'in- terno del castello per oltre un anno mentre la Sicilia tutta non volle più sottostare agli Angioini e fu fatta inci- d e r e , p o s t u m a , n e l t a r d o Cinquecento. Fin dalla preistoria le abi- tazioni, rifugi più che altro, venivano scavate nella roccia che oggi sovrasta il paese. Oggi quei rifugi sono diven- t a t i a b i t a z i o n i d o t a t e d i porte, finestre e alcune addi- rittura balconi. Quelle poche mancate alla speculazione urbana e che non si sono trovate fra strade e cemento, restano le uniche testimoni di antiche civiltà che vissero in quei luoghi. Girando per le sale del castello, scavate nell'arenaria, si respira un'a- ria che sa di antico, di prei- storia, di popolo che vi si insediò mille anni prima di Cristo e che poteva godere di u n p a e s a g g i o m o l t o p i ù incantevole di quello odier- no. Certamente dove esserci un ponte levatoio attraver- sando il quale si arrivava al cuore del maniero e si intra- vedono le opere ingegnose dell'uomo che ha saputo tra- sformare gli ambienti rupe- stri in scuderie con tanto di officine da maniscalco e per la lavorazione dei metalli; carcere, magazzini per le derrate alimentari e cisterne per l'acqua. In un ambiente circolare si trovano dodici piccole nicchie che fanno pensare a un luogo di culto o, secondo un'altra teoria, sedi per un antico sistema di m i s u r a z i o n e d e l t e m p o . Delle ripide scale che porta- no alla torre da cui si gode u n p a n o r a m a m o z z a f i a t o sembrano scavate nella roc- cia. Ma le grotte non finiscono q u i . T u t t o i l f i a n c o d e l castello che guarda il paese, è un insieme di trafori che, in realtà, sono rocce artifi- ciali ma scavate dall'uomo in epoca lontanissima. Sembra che il tempo si sia fermato visitando Sperlinga e il suo castello, testimo- nianza dell'opera dell'uomo che, anche in tempi primor- diali, ha usato l'intelligenza per adattare l'ambiente ai suoi bisogni ma nel rispetto della natura. Il Castello di Sperlinga (Photo: Giuseppe Anello/Dreamstime) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO S p e r l i n g a : t r a l e g r o t t e e i l c a s t e l l o , u n comune che sa d'antico

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