L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-12-2025

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15 GIOVEDÌ 12 GIUGNO 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | Q u a n t o g u a d a - gnava un legio- nario o un gla- d i a t o r e romano, e cosa c i p u ò d i r e q u e s t o s u l l e società che servivano? Se guardiamo oltre le grandi battaglie e i sovrani leggen- dari, i dettagli economici di questi ruoli rivelano i legami reali – e più profondi – tra guerra, ricchezza e mobilità sociale nell'antichità. A Roma, dove il potere statale e l'ambizione perso- nale spesso si sovrapponeva- no, le carriere militari e gla- d i a t o r i e o f f r i v a n o s f i d e fisiche oltre che rischi econo- mici, poiché entrambe le pro- fessioni erano legate a que- stioni più ampie di classe, opportunità e meccanismi statali per premiare la lealtà o sfruttare lo spettacolo. Cominciamo dall'eserci- t o r o m a n o . N e l l a t a r d a Repubblica, lo stipendio annuale di un legionario era di 225 denari, pari a circa 900 sesterzi. Se adeguati agli equivalenti moderni, questi guadagni potevano ammon- tare a circa 5.000-6.000 dol- lari all'anno, non una cifra importante ma significativa per un cittadino comune di allora. Un reddito aggiuntivo spesso proveniva dal bottino di guerra, dalle concessioni terriere e dai bonus di conge- do pari a un anno di paga; gli ufficiali, soprattutto i centu- rioni, guadagnavano molto di p i ù , a v o l t e e q u i v a l e n t i a 3 0 . 0 0 0 - 5 0 . 0 0 0 d o l l a r i all'anno. Mentre le detrazioni per cibo, vestiario ed equi- paggiamento riducevano lo stipendio netto, i legionari r o m a n i g o d e v a n o d i u n grado di sicurezza finanziaria insolito negli strati più bassi della società romana; forse ancora più importante, il ser- vizio militare spesso offriva una via per la proprietà terriera e, in alcuni casi, la cittadinanza, il che rendeva questo tipo di carriera parti- colarmente attraente per le classi inferiori e i non cittadi- ni in cerca di mobilità socia- le. Spesso romanticizzati per il loro coraggio o la loro abi- lità, i gladiatori occupavano uno spazio economico com- pletamente diverso. Quello che molti non sanno è che, sebbene la maggior parte fos- sero schiavi o prigionieri, anche alcuni uomini liberi sceglievano l'arena per otte- nere fama e fortuna. Ora, se consideriamo i loro guada- gni medi, la loro scelta ha più senso, poiché un gladiatore alle prime armi poteva essere ingaggiato per circa 1.000 sesterzi, mentre un combat- tente esperto in grado di atti- rare folle poteva richiedere 15.000 sesterzi a incontro; in t e r m i n i m o d e r n i , q u e s t o poteva tradursi in diverse migliaia o addirittura decine di migliaia di dollari per ogni apparizione. Se un gladiatore sopravviveva abbastanza a lungo, poteva raggiungere lo status di celebrità e talvolta guadagnarsi la libertà, ma, in realtà, la maggior parte vive- va e moriva in condizioni dif- ficili, con autonomia e sicu- rezza limitate, il che rendeva certamente la carriera molto meno attraente. Al centro del consolida- mento del valore dei guada- gni delle persone c'era, natu- r a l m e n t e , l a m o n e t a romana: il denario e il sesterzio erano le valute più comunemente utilizzate, con u n d e n a r i o e q u i v a l e n t e a quattro sesterzi. Nel corso del tempo, tuttavia, entrambi subirono un significativo deprezzamento, se si pensa che l'aureo, una moneta d'oro inizialmente del peso di circa 8,17 grammi, diminuì a circa 4,55 grammi entro il IV secolo d.C. Seguì l'inflazione, c h e c o s t r i n s e l o S t a t o a d aumentare la paga dei soldati per preservare la lealtà e il potere d'acquisto. Ma il calo del valore della moneta spes- so vanificò gli aumenti nomi- nali dei salari, mentre beni di prima necessità come pane, vino e olio aumentarono di costo, riducendo il valore pratico del reddito dei milita- ri, a dimostrazione della fra- gilità del sistema monetario romano. Ma i salari di soldati e gla- diatori non sono gli unici di cui siamo a conoscenza. In effetti, gli storici possono dirci qualcosa anche sul soli- do e imprescindibile legame tra ricchezza e politica. La ricchezza era sia un prerequi- sito che un potente strumen- to per esercitare influenza nella società romana, ed era spesso essenziale intrapren- dere una carriera politica. Ad esempio, per essere eleggibili al Senato romano, un uomo doveva possedere beni per u n v a l o r e d i a l m e n o u n milione di sesterzi, una cifra sbalorditiva che escludeva praticamente tutti i cittadini, tranne i più ricchi, dall'arena politica (tanto per darvi un'i- dea, stiamo parlando dell'e- quivalente di circa sei milioni di dollari). Dietro questo requisito c'era una ragione molto pratica, poiché le bar- riere economiche fungevano da meccanismo di controllo per preservare la concentra- zione del potere politico in una piccola classe aristocrati- ca. C'era di più: il cursus honorum, ovvero la scalata alla carriera politica, richie- deva ingenti spese personali, poiché i candidati a cariche pubbliche dovevano finanzia- re giochi, banchetti e progetti edilizi per ingraziarsi l'eletto- rato e dimostrare la propria virtù civica. Questi atti di munificenza, o generosità pubblica volontaria, erano considerati un dovere, ma servivano anche come un modo per dimostrare il pro- prio potere e il proprio domi- n i o : a d e s e m p i o , M a r c o Licinio Crasso, spesso con- siderato l'uomo più ricco della storia romana, accu- mulò la sua fortuna attraver- so speculazioni immobiliari, miniere d'argento e un corpo di vigili del fuoco privato che offrì aiuto solo dopo essersi assicurato i diritti sulla pro- prietà in fiamme. Con la sua ricchezza, Crasso finanziò campagne militari e spetta- coli pubblici, sostenendo sia l a s u a p o p o l a r i t à c h e l e alleanze politiche. Anche Giulio Cesare uti- lizzò strategicamente la ric- chezza per costruire il potere. Oltre al noto lascito testa- mentario di 300 sesterzi a o g n i c i t t a d i n o , C e s a r e , durante la sua vita, aveva contratto prestiti enormi per finanziare sontuosi giochi pubblici e campagne politi- che, indebitandosi per garan- tirsi lealtà e prestigio; la sua generosità verso i veterani, la cancellazione di alcuni debiti e la distribuzione su larga scala di grano facevano tutti parte di una strategia econo- mica più ampia per presen- t a r s i c o m e p a l a d i n o d e i populares – il partito del popolo – e consolidare al contempo la sua presa sulle istituzioni romane. Una precedente ricchezza era inoltre essenziale per entrare – o rimanere – a far parte della classe imprendi- t o r i a l e r o m a n a , l ' o r d o e q u e s t e r , i c u i m e m b r i erano tenuti a possedere un minimo di 400.000 sesterzi e spesso ricoprivano il ruolo di appaltatori pubblici, esat- tori delle tasse e finanziatori delle funzioni statali. L'inte- g r a z i o n e d e l l a r i c c h e z z a nell'arte di governare garan- tiva che le élite economiche avessero interessi acquisiti nella continuazione e nell'e- spansione del potere roma- no, in particolare attraverso la guerra e la tassazione: ad esempio, i pubblicani, gli esattori delle tasse di Roma, traevano lauti profitti dall'e- sazione delle tasse nelle pro- vince, confondendo i confini tra dovere pubblico e guada- gno privato. P r e s i i n s i e m e , q u e s t i esempi rivelano un mondo antico in cui ricchezza, pote- re e guerra erano strettamen- te collegati, e in cui le politi- che monetarie influenzavano sia le finanze statali che la vita quotidiana della gente comune, secondo uno sche- ma non lontano da quello che accade ancora oggi nel nostro mondo. I pubblicani raccoglievano le tasse per l'erario di Roma… e avevano ottimi stipendi (Image created with DALL-E 2) Vi siete mai chiesti quanto guadagnavano gli Antichi Romani? (Photo: Wangsinawang/Dreamstime) Il prezzo della gloria: ecco come gli antichi soldati e politici gaudagnavano – e spende- SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI

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