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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 26 GIUGNO 2025 E r a i l 1 9 6 3 e i l c a n t a u t o r e genovese Gino Paoli, autore di grandi successi musicali, si trovava a Capo D'Orlando, in provincia di Messina ospite nella casa dei baroni Milio nella baia d i S a n G r e g o r i o . " I n u n a casa deserta vicino a una s p i a g g i a d e s e r t a " – s o n o parole sue – fu lì che ebbe l'ispirazione di scrivere uno dei suoi più grandi successi d i s c o g r a f i c i : " S a p o r e d i sale". Chi è stato almeno una v o l t a s u l l a s p i a g g i a d e l l a baia di San Gregorio cono- sce l'incanto di quella sab- bia, di quel mare e del pano- r a m a c h e a b b r a c c i a all'orizzonte anche le "sette s o r e l l e " , o v v e r o l e i s o l e Eolie. Capo D' Orlando nasce nel comprensorio della cate- na dei monti Nebrodi e si s v i l u p p ò c o m e b o r g o d i pescatori a cui si affiancò una notevole vocazione turi- stica. Dapprima frazione del comune di Naso, raggiunse l'autonomia - quest'anno saranno 100 anni - il 1° ago- sto 1925 a seguito delle agi- tazioni popolari, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, con cui il popolo riven- d i c a v a l ' a u t o n o m i a d a l comune di Naso che, avendo la stessa rilevanza economi- ca e demografica, non volen- d o p e r d e r e u n a c c e s s o a l mare, concesse parte del suo territorio. A suggellare l'in- d i p e n d e n z a , n e l l o s t e s s o anno, venne inaugurato il municipio. Il suo primigenio nome, Agatirno, antica città greca f o n d a t a d a g l i S p a r t a n i , sarebbe dovuto ad Agatirso, figlio di Eolo, re dei venti e delle isole Eolie che nulla c ' e n t r a c o n E o l o , d i o d e i venti adorato dai greci. Aga- t i r s o , " c o l u i c h e p o r t a l o splendido tirso", ci conduce al culto di Dioniso, simbo- leggiato appunto dal tirso, ovvero dal bastone con cui il dio veniva rappresentato. Ma l'attuale nome, Capo D'Orlando, lo si vuole far risalire a una presunta sosta d e l p a l a d i n o O r l a n d o , d u r a n t e u n a c r o c i a t a i n Terra Santa, come scrisse Goffredo da Viterbo, croni- sta del XII secolo alla corte di Corrado III e di Federico Barbarossa poi. Questi rac- conta che il nome di origine pagana, Agatirno, fu sosti- tuito da quello del paladino Orlando in onore di Carlo Magno che fece sosta nella Sicilia orientale, al ritorno d a l s u o p e l l e g r i n a g g i o a Gerusalemme. Quando gli Aragonesi e gli Angioini, gli uni con Gia- como II, gli altri con Federi- co III si disputarono il trono della Sicilia, Capo D'Orlan- do – era il 4 luglio 1299 – fu teatro di una battaglia nava- le. N o n s o l o l a p e s c a m a anche la coltivazione della canna da zucchero, un trap- peto per lavorare lo zucche- ro e le filande sono attività che già dal XV secolo i baro- ni della vicina Naso pratica- no e, per proteggere il cen- tro dagli assalti dei pirati, realizzano una torre fortifi- cata. A San Gregorio, nello stesso periodo, sorse una tonnara. Nel 1895 già la fer- rovia attraversava il territo- rio e anche le strade statali 113 e 116. Questo sviluppo porterà, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, le agitazioni popolari che con- durranno poi alla autono- mia da Naso. Ma a Capo D'Orlando, a parte la spiaggia tanto cara a Gino Paoli, si trova e non in riva al mare bensì sulle colli- ne, Villa Piccolo di Calano- vella di proprietà del barone Giuseppe Piccolo di Calano- vella e di Teresa Mastrogio- v a n n i T a s c a F i l a n g e r i d i Cutò. Il loro titolo nobiliare risale addirittura alle crocia- te e furono imparentati con uno dei Viceré di Sicilia e con i Principi di Lampedusa. Da casa di villeggiatura, nel 1932 divenne residenza a b i t u a l e d e l l a b a r o n e s s a Teresa e dei tre figli Casimi- ro, Lucio e Agata Giovanna. Da Palermo, dalla casa del c a p o l u o g o , s i r i t i r a r o n o nell'eremo di Capo D'Orlan- do non sopportando il tradi- mento e poi l'abbandono del marito, il barone Giuseppe che lasciò la famiglia fug- gendo a Sanremo con una g i o v a n e b a l l e r i n a . F e r i t a nell'orgoglio oltre che addo- lorata per la situazione crea- tasi, fortunatamente appog- giata dai figli che scelsero di stare con lei delusi dal com- portamento del padre, deci- se di ritirarsi nella villa di famiglia, "riparati dal fra- stuono del mondo" e lonta- na dai pettegolezzi. I figli stabilirono tra loro un inve- rosimile accordo, che avreb- bero mantenuto sino alla morte, quello cioé che nes- suno dei tre si sarebbe mai sposato. Il loro volontario i s o l a m e n t o n o n l i t e n n e comunque lontani dal cugi- n o , G i u s e p p e T o m a s i d i L a m p e d u s a , a u t o r e d e I l G a t t o p a r d o , f i g l i o d e l l a sorella della loro madre che s p e s s o s o g g i o r n a v a n e l l a loro villa. Non amavano la n o t o r i e t à m a n o n e r a n o m i s a n t r o p i e , p u r n o n i n t r a t t e n e n d o u n a v i t a sociale neanche con gli abi- tanti del luogo, non manca- rono mai di tenere rapporti c o n i l m o n d o d e l l ' a r t e e della cultura. Quando nel 1969 Lucio poeta, esoterista e musicolo- go morì, Casimiro insieme alla sorella Agata Giovanna, per tutelare il patrimonio culturale, artistico, librario, naturalistico e per incre- mentare le attività culturali, creò la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella. Era il 1 9 7 0 . C a m p i d i m a g g i o r e interesse furono la letteratu- ra, l'arte e gli studi agrari che avevano come illustre esperta la sorella Agata. Il 27 marzo 1972 un Decreto del Presidente della Repub- blica la riconosce come ente m o r a l e c h e g e s t i s c e V i l l a Piccolo, il parco su cui insi- ste la casa museo, tutti gli arredi e tutto il patrimonio artistico e letterario che si trova nelle sue stanze che t u t t ' o g g i m a n t e n g o n o l a disposizione, gli arredi, il p a t r i m o n i o a r t i s t i c o c h e furono dei singoli abitanti. Una camera era pure dedi- c a t a a l c u g i n o G i u s e p p e Tomasi e anch'essa è rima- s t a i n t a t t a . L a s t a n z a d a pranzo è tutt'ora apparec- chiata come se a tavola fos- sero la madre Teresa, i tre figli e il nipote Giuseppe. Si possono così ricono- scere singolarmente le stan- ze di Lucio, il poeta; Casimi- ro, il pittore e fotografo e A g a t a e s p e r t a i n s t u d i d i b o t a n i c a . P r o p r i o n e l l a camera di Agata si apprezza- no i suoi candelabri rosa, i suoi ricami e una copia rara della sua unica pubblicazio- ne sullo studio della Puya Berteroniana presente nel parco di Villa Piccolo, unico esemplare in Europa. N e l l a c a s a m u s e o s o n o anche preziose ceramiche, quadri, una biblioteca con migliaia di volumi, un archi- v i o s t o r i c o c o n s t a m p e e d o c u m e n t i d e l l ' e p o c a . E ' presente, al piano terra, la c o l l e z i o n e d i a c q u e r e l l i magici dipinti da Casimiro. La madre, la baronessa T e r e s a M a s t r o g i o v a n n i Tasca Filangeri di Cutò visse sempre con i figli fin quando morì nel 1954. Il faro a Capo d'Orlando (Photo: Karel Gallas/Shutterstock) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Villa Piccolo: la casa dei poeti, degli artisti e degli ospiti che hanno segnato un'epoca