L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-26-2025

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GIOVEDÌ 26 GIUGNO 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 13 P arlare come un italiano è in parte verbale, in parte teatrale e, dicia- m o l a v e r i t à , completamente contagioso. In qualsiasi strada d'Italia, una conversazione sembra u n a r a p p r e s e n t a z i o n e : l e braccia si salutano, le soprac- ciglia si inarcano, le voci si sovrappongono: inizia con un semplice "Ciao!" e si trasfor- ma in un'amichevole compe- tizione espressiva che riguar- da tanto il cuore quanto le parole. E sì, troverete piccole ma significative differenze tra le regioni, dal tono misurato di Milano all'intonazione musicale di Napoli. Cominciamo dalle basi. Gli italiani amano riempi- re gli spazi nelle conversazio- ni. Silenzio? Quasi mai. Al contrario, c'è un flusso natu- rale di parole, domande e opinioni, privo di umiltà. Una pausa troppo lunga e q u a l c u n o i n t e r v e r r à p e r riempirla, ma non è maledu- cato: è interattivo. Al Nord, il discorso rimane educato e strutturato, ma al Sud le per- s o n e i n t e r r o m p o n o , s i sovrappongono e ridono così liberamente che sembra un caos finché non ci si rende conto che è più simile all'ar- monia. Questa sovrapposizio- ne, in realtà, segnala interes- se, non disaccordo, quindi se i tuoi amici in Puglia inter- vengono mentre ancora stai p a r l a n d o , p r o b a b i l m e n t e significa che sono interessati all'argomento. L a f r a n c h e z z a è apprezzata, ma ci sono dei limiti: in altre parole, non c'è bisogno di girarci intorno, ma siate gentili. Un'altra cosa che piace agli italiani è l'one- stà, ma evitate la politica o la religione a meno che non siano gli altri a iniziare, per- ché c'è una linea netta tra la sincerità e ciò che può essere considerato un confine priva- to. Come tutti sappiamo, i gesti fanno la differenza in qualsiasi conversazione italiana, tanto che ne sono stati identificati circa 250: un vocabolario silenzioso a sé stante. Alcuni sono famosi, come il classico "dita-a-bor- setta", in cui si uniscono le dita e le si muove su e giù – "Che vuoi?" – "Cosa vuoi?". Presente soprattutto nell'Ita- lia centrale e meridionale, esprime incredulità o impa- zienza, mentre al Nord, lo stesso gesto significa "Spari- sci". Il confine corre all'incir- ca lungo la linea La Spezia- Rimini: a nord significa una cosa, a sud un'altra. Ma ci sono altri gesti che oltrepas- sano i confini regionali, come il movimento della guancia – quando si ruota un dito su una guancia – che si traduce genericamente in "Delizioso" o "Carino". Alzare il mento ( " c o l p o d e l m e n t o " ) p u ò significare "no" a Napoli o "vattene" a Milano, quindi procedete con cautela. Ricordate sempre che le mani non sono compar- s e , s o n o p u n t e g g i a t u r a essenziale, usata per aggiun- gere enfasi come se i vostri pensieri meritassero punti esclamativi a mezz'aria. Anche la voce e il volu- m e v a r i a n o . A R o m a e Napoli, le voci più forti sug- geriscono eccitazione, non aggressività; a Torino o Vero- na, le conversazioni potreb- b e r o s e m b r a r e s u s s u r r i : comunque calorose, ma più contenute. Il contatto visi- vo è ampiamente previsto: si guarda la persona a cui ci si sta rivolgendo; attenzione però, perché uno sguardo troppo fisso può essere visto come un'espressione conflit- tuale. Inutile dire che il tatto e la vicinanza contano: gli italiani sono mediterranei, in fondo, ed è per questo che tendono a stare più vicini degli americani, a circa la distanza di un braccio. Alcuni di loro potrebbero abbrac- ciarti o darti una pacca sulla spalla mentre parlano; altri potrebbero semplicemente stringerti la mano, ma ricor- date, sempre con calore. Anche le parole regio- nali possono aggiungere un tocco in più. In Toscana, ad esempio, si dice "boh" per "non lo so" con un'alzata di spalle; a Roma, potresti sen- tire "daje!" per significare "dai, andiamo", e a Napoli " s t a t t e b b u o n o " s i g n i f i c a "prenditela comoda" o "stai attento". Se qualcuno dal- l'Umbria dice "sci", probabil- mente intende "sì". Ovunque vi troviate nel Paese, ricordate sempre che la conversazione è scandita dalle aspettative cultura- li: al Nord, la puntualità a una cena o a un appunta- mento è importante, e dovre- ste sempre arrivare entro cin- que minuti. Al sud, arrivare con 10-15 minuti di ritardo alle visite sociali è educato; i n d i p e n d e n t e m e n t e d a l luogo, una volta lì, non state fermi, avvicinati alle persone, continuate a parlare, perché se vi sedete e restate in silen- zio, la gente potrebbe pensa- re che siate arrabbiati. Quan- d o a r r i v a l ' o r a d i c e n a , aspettatevi chiacchiere sul cibo, sul vino, sul calcio, sulle novità di famiglia, con fre- quenti sovrapposizioni di frasi; se qualcuno vi suggeri- sce di provare la pasta, dite "Volentieri!". Se ve lo offrono di nuovo, "Grazie, molto gen- tile". In ogni caso, non dimenti- cate mai l'umorismo: gli ita- liani amano le prese in giro, il sarcasmo, l'ironia e, occasio- nalmente, l'autoironia: "Tu? Uno chef?" potrebbe signifi- care "cucini bene", detto con un sorriso. Quindi, evitate di prendere le prese in giro sul personale, perché in Italia è s o l o u n s e g n o d i a f f e t t o : rispondete alla battuta o sor- ridete e continuate. Se ridete, però, fatelo fino in fondo: una risata leggera può essere vista come una mancanza di coinvolgimento. Quando si tratta di comu- nicazione digitale, gli ita- liani più anziani preferiscono le chiamate, mentre i giovani evitano messaggi ed emoji. Ma anche in questo caso, aspettatevi una punteggiatu- ra energica: punti esclamati- vi, emoji a forma di cuore e GIF animate per esprimere calore. Il silenzio nei messag- gi è più raro: anche un "Gra- zie!" dimostra che ci tenete. I n f i n e , n o n d o v r e m m o dimenticare alcune regole extra, specifiche per ogni regione. Nel Sud Italia, ad esempio, è educato fare com- plimenti per la cucina o lo stile di una donna, anche se modesti, mentre al Nord può bastare un cenno di apprez- zamento. In Toscana, chia- mare qualcuno "zio" anche se non si è parenti stretti può essere amichevole e a Roma, gli amici intimi possono chia- m a r s i a v i c e n d a " b e l l o d i mamma". In definitiva, parlare come un italiano è una questione di presenza: tocco, voce, gesti, melodia del viso; è entusia- sta, a volte rumoroso, ma mai freddo; ti accoglie e ti spinge a partecipare. Imparare a s o v r a p p o r s i , s c h e r z a r e e g e s t i c o l a r e n o n s i g n i f i c a rubare abitudini culturali, è più come parteciparvi: gli ita- liani non lo diranno diretta- mente, ma se parlate con le mani, il cuore e gli occhi, ti accoglieranno e potresti fini- re per ricevere un invito a cena. Quindi dite " Ciao", avvicinatevi, muovete le mani con stile, ridete forte e aspet- tatevi che qualcun altro inter- venga prima che voi finiate. Deliziatevi con i piccoli gesti: "Che vuoi?", una torsione della guancia, un abbraccio, un caloroso "Daje!". È così che si esprimono gli italiani. Non dimenticate mai: le mani fanno parte di come parliamo! (Image created with DALL-E 2) Conversazioni italiane: tra passione, gesti e confusione SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI

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