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SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI INTERVISTE SUGGERIMENTI 31 GIOVEDÌ 10 LUGLIO 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | D o n ' t C r y i n A m e r i c a d i T o n y a R u s s o H a m i l t o n è un'accorata autobiografia scritta a quattro mani con suo padre, Tony Russo, ispi- rata al suo viaggio da giova- ne immigrato dal Sud Italia e alla vita che si è costruito negli Stati Uniti. Il libro uni- sce memoria, identità e resi- lienza, con al centro il cibo e la famiglia. Spostandosi tra Brooklyn, Portland e il Sud Italia, racconta una storia profondamente personale che riflette l'esperienza più ampia di molte famiglie ita- loamericane. Sul suo sito w e b , F i g s & F a m i g l i a , Tonya continua a condivide- re storie del dietro le quinte, foto di famiglia e ricette tra- dizionali che danno vita alla tradizione della sua fami- glia. Oltre a questa autobio- grafia, tra le opere prece- d e n t i d i T o n y a f i g u r a n o W r e s t l i n g w i t h t h e Devil: A Story of Sacrifi- c e , S u r v i v a l , a n d Triumph, che racconta l'a- scesa di suo padre dal Sud Italia all'attività di allenato- r e a P o r t l a n d , o l t r e a u n libro per bambini splendida- mente illustrato, Tino and the Pomodori. Noi de L'Italo Ameri- cano abbiamo avuto il pia- cere di parlare con Tonya del processo di scrittura, d e l l a n a r r a z i o n e d i s u o padre e delle reazioni che hanno ricevuto finora dai lettori, molti dei quali rico- noscono parti delle proprie storie familiari fra le pagine. H a s c r i t t o q u e s t o libro con suo padre, la cui voce e ricordi pla- smano gran parte della narrazione. Com'è stato lavorare insieme e come avete affrontato la tra- sformazione dell'espe- r i e n z a v i s s u t a i n u n a storia condivisa? Lavorare con mio padre è stato divertentissimo. Ha una personalità carismatica e vivace, e ascoltare le sue storie è stata un'esperienza straordinaria. Ci sono così tanti dettagli del suo viaggio dall'Italia agli Stati Uniti che n o n c o n o s c e v o : è s t a t o incredibile ascoltarli tutti. Anche mio padre si è diver- tito e ha detto che per lui è stata un'esperienza stimo- lante condividere le sue sto- rie. È stata davvero un'espe- rienza divertente e piacevole per entrambi. Il modo in cui l o a b b i a m o f a t t o è s t a t o c o m e u n ' i n t e r v i s t a : m i o p a d r e m i r a c c o n t a v a u n a storia e io approfondivo con le domande. Alla fine, ogni storia e ogni intervista sono diventate un capitolo del libro. C'è stata una storia o un momento in partico- lare che l'ha ispirata a scrivere "Don't Cry in America"? Sì. Quando ho saputo che era stato messo su una nave nel Golfo di Napoli, a soli dieci anni, si è accesa in me la scintilla: dovevamo asso- l u t a m e n t e s c r i v e r l o . N o n sapevo se sarebbe diventato un libro, ma è così che è ini- ziato. E Ne abbiamo discus- so a lungo prima di iniziare a scrivere. Mio padre dice ancora di non sapere perché lo abbiano messo sulla nave d a s o l o ; a q u a n t o p a r e c i sarebbero stati altri modi in cui avrebbero potuto farlo, in cui la famiglia sarebbe potuta rimanere unita. Ma hanno scelto di mandarlo da solo, ma così è stato. Ha imparato rapidamente a essere resiliente e ad adat- tarsi a un nuovo ambiente. Anche se era sopraffatto, spaventato e veniva sballot- tato da una parte all'altra nella sua nuova situazione abitativa negli Stati Uniti, era grato di avere un tetto sopra la testa e grato per come la sua famiglia allarga- ta cercava di provvedere a lui. Durante il suo primo anno negli Stati Uniti, ha vissuto con quattro diversi membri della famiglia allar- gata a Brooklyn e nei dintor- n i , N e w Y o r k . A l l a f i n e è stato chiamato da uno zio che si era trasferito a Por- tland, Oregon. Lì è riuscito a trovare una casa stabile, ma lì non ha più rivisto genitori o fratelli per altri quattro anni. I l c i b o c o m p a r e i n t u t t o i l l i b r o n o n s o l o c o m e n u t r i m e n t o , m a come memoria cultura- le. Che ruolo gioca nella narrazione e ha un piat- to preferito che la ripor- t a i m m e d i a t a m e n t e indietro? È i n t e r e s s a n t e p e r c h é quando scrivevamo, il cibo e r a s e m p l i c e m e n t e u n a parte naturale della storia. Non ci rendevamo conto di quanto fosse presente finché non l'abbiamo completata. Abbiamo rivisto la frequen- za con cui il cibo viene men- zionato e ci siamo resi conto che viene citato immediata- mente nella seconda frase del libro... "La riunione si è conclusa con pane spesso e dalla crosta dura, insalata di pomodoro e cipolla appena colti e la bevanda preferita dalla mia famiglia, il vino rosso". Q u e s t o è u n o d e i m i e i piatti preferiti, soprattutto quando tutti gli ingredienti vengono direttamente dal- l'orto: insalata di pomodori, patate e cipolle. Il condi- mento è fatto con olio d'oli- va, aceto di vino rosso e ori- gano, e ogni volta che ne mangio, sento il sapore dei ricordi. Per mio padre, il piatto che lo riporta subito indietro è la pasta e fagioli. Questo piatto era un punto fermo per lui da bambino, e ancora o g g i , q u a n d o a n d i a m o i n Italia durante i caldi mesi e s t i v i , l a n o s t r a f a m i g l i a serve pasta e fagioli, ma la loro è la migliore! Nel retro del libro, abbia- mo condiviso alcune ricette preferite dalla famiglia per offrire ai lettori un assaggio della cucina regionale di mio padre. Come hanno reagito finora i lettori? Avete avuto qualche reazione, soprattutto da parte di figli o nipoti di immigra- ti? L e r e a z i o n i c h e p i ù m i hanno colpito sono quelle dei colleghi allenatori di mio padre, dei suoi ex atleti e delle loro famiglie (la vita di Tony come atleta e allenato- re di wrestling è raccontata nel primo libro di Tonya, "Wrestling with the Devil"). Sapevano che era italiano, ma sono stati entusiasti di scoprire di più sulla storia del loro allenatore e sul per- corso che lo ha reso la per- sona che è oggi. Molti non avevano mai incontrato un allenatore con un simile livello di intensità. Aveva un modo di accendere negli altri la passione per dare il massimo, non arren- d e r s i m a i e s u p e r a r e g l i ostacoli. Credo che questo sia il motivo del suo succes- so nel wrestling, sia come atleta che come allenatore. In effetti, la missione princi- pale della storia è quella di ispirare gli altri a superare l e a v v e r s i t à e a r i m a n e r e forti di fronte a esse. La dedica di mio padre all'inizio del libro è: "A tutti coloro che hanno affrontato avversità sia sul ring che n e l l a v i t a . C h e l a v o s t r a d e t e r m i n a z i o n e s i a u n a forza trainante in ogni sfida che incontrate". Quali sono i suoi pros- simi progetti, sia nella scrittura che con Figs & Famiglia? Abbiamo alcune idee per collaborazioni future, ma per ora siamo semplicemen- te entusiasti di condividere questa storia. Sul mio sito web, Figs & Famiglia, conti- nuo a lavorare al blog condi- videndo uno sguardo dietro le quinte con approfondi- menti su alcune delle storie, foto extra e persino alcuni video. Potete trovare le pubbli- cazioni di Tonya, incluso il r e c e n t e " D o n ' t C r y i n A m e r i c a " s u A m a z o n , e scoprire di più su di lei, suo padre e le loro origini italoa- mericane su: https://fig- sandfamiglia.com/ Il viaggio di un padre, la voce di una figlia: la storia di Don't Cry in America Tony allenò una squadra all-star di wrestling che si recò in Italia nel 1979. Alloggiarono nella casa di famiglia. Questa è la piazza dove si ritrovavano. L'uomo al centro con il tamburello è il padre di Tony, Aniello Russo (Photo courtesy of Tonya Russo Hamilton)
