L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-10-2025

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GIOVEDÌ 10 LUGLIO 2025 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Q uando pensia- mo agli effetti s p e c i a l i a l giorno d'oggi, spesso imma- giniamo algoritmi e model- lazioni digitali. Ma c'è stato un tempo in cui la magia del cinema nasceva dalle mani di artigiani capaci di trasfor- mare gomma, metallo e cavi in emozione. Carlo Ram- baldi è stato il più poetico t r a q u e s t i a r t i g i a n i : u n i n v e n t o r e d i m e r a v i g l i e , capace di dare espressione, respiro e perfino malinconia a personaggi e a creature che lui considerava più di sem- plici artefatti. Mentre con- temporanei come Rick Baker e Stan Winston spingevano i confini dell'animatronica e del trucco, Rambaldi si rita- gliava uno spazio unico trat- tando le creature cinemato- grafiche come personaggi dotati di profondità psicolo- gica e peso narrativo. Formato sia in belle arti che in ingegneria meccanica, Rambaldi univa sensibilità estetica e ingegno struttura- le, un raro binomio che lo rendeva l'artista di riferi- m e n t o q u a n d o g l i s t u d i cinematografici necessitava- no di qualcosa di mai visto prima. Il suo lavoro univa attivamente due mondi: le tradizioni artigianali dell'I- t a l i a d e l d o p o g u e r r a e l e produzioni su larga scala, basate sugli effetti speciali, del cinema americano. In questo modo, divenne uno dei pochi italiani a plasmare il linguaggio dei blockbuster hollywoodiani da dietro le quinte. L a s t e l l a p o s t u m a sulla Hollywood Walk o f F a m e d e l 2 0 2 6 , annunciata nel suo centena- r i o , s o t t o l i n e a l ' i m p a t t o duraturo del suo lavoro. Si tratta di un riconoscimento t i p i c a m e n t e r i s e r v a t o a d artisti di gran fama, il che rende il suo tributo a un a r t i s t a d i e f f e t t i s p e c i a l i a n c o r a p i ù s i g n i f i c a t i v o . L'influenza di Rambaldi è ancora visibile nel rinnovato interesse dei registi per gli effetti pratici rispetto alla CGI, una tendenza radicata nel tipo di lavoro tattile ed emotivamente potente di cui era pioniere, caratterizzato da creature che erano allo stesso tempo sorprendenti e con cui era facile empatizza- re. T r e v o l t e p r e m i o Oscar, amatissimo da regi- sti come Spielberg, Ridley Scott e David Lynch, Ram- baldi ha firmato alcuni dei volti più iconici del cinema moderno – su tutti, l'alieno di E.T., l'essere biomec- canico di Alien e il gigan- t e s c o K i n g K o n g d e l remake del 1976, che segnò il suo esordio a Hollywood. F u p r o p r i o i l p r o d u t t o r e Dino De Laurentiis a volerlo negli Stati Uniti per quella sfida: un progetto monu- mentale che aprì a Rambaldi una carriera internazionale. Nato a Vigarano Mainar- da, un piccolo paese dell'E- milia, Rambaldi ha vissuto a lungo tra Los Angeles e l'Ita- lia, dal 1975 fino al 2003 quando a fine carriera ha raggiunto la sua terzogenita, D a n i e l a R a m b a l d i , i n Calabria, a Lamezia Terme, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. Que- st'anno, nel centenario della sua nascita, è arrivato, come abbiamo detto, un tributo simbolico ma profondamen- te significativo: una stella postuma sulla Hollywood Walk of Fame, accanto ai più grandi nomi della storia del cinema. Noi de L'Italo Ameri- cano abbiamo avuto il pia- cere di parlare con sua figlia Daniela, che oggi guida la f o n d a z i o n e d e d i c a t a a l padre, e con la quale, tra memoria personale e visio- ne artistica, abbiamo riper- corso le tappe del "Geppet- to del cinema", come lo chiamava il regista Steven Spielberg. Com'è stato crescere c o n u n p a d r e c o m e Carlo Rambaldi? Non è stato un padre tra- d i z i o n a l e . N o n v e n i v a a scuola, alle recite o ai com- p l e a n n i . M a t r a m e e l u i c'era una grande simbiosi. Ero la terza figlia, nata dopo dodici anni dai miei fratelli, quindi ero la "cocca di casa". Vivevamo in un ambiente molto creativo: lo vedevo sempre con penna o matita i n m a n o . N o n g i o c a v a a carte o a tennis, non aveva hobby convenzionali. Anche in vacanza, come a Cabo San Lucas, si portava colori e fogli. Ed erano proprio quei momenti in cui riuscivamo a connetterci: parlavamo dei miei sogni, delle mie ambi- zioni. Crescendo, ho iniziato ad innamorarmi di questo suo lato così particolare. Aveva un laboratorio anche a casa? Il laboratorio vero e pro- p r i o e r a f u o r i c a s a , d o v e costruiva i personaggi per i film. Ma a casa avevamo un grande tavolo sotto il patio, e lì, soprattutto la sera, dise- gnava. In California negli anni '80 il clima era mite tutto l'anno, quindi quello spazio all'aperto diventava un'estensione naturale del Carlo Rambaldi: una stella sulla Walk of Fame all'uomo che ha dato un'anima alle sue creature CONTINUA A PAGINA 7 Carlo Rambaldi e il "suo" King Kong (Photo courtesy of Fondazione Culturale Carlo Rambaldi)

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