L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-24-2025

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GIOVEDÌ 24 LUGLIO 2025 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO L'opera "Him" di Maurizio Cattelan al Gamec (Ph courtesy Lorenzo Palmieri) e l'installazione "One' posizionata sulla statua di Garibaldi alla Rotonda dei Mille (Ph courtesy Lorenzo Palmieri) D a anni Maurizio Cattelan ci ha abituati a clamorosi colpi di scena. Personalmente lo ritengo geniale. Credo anche che l'arte contempo- ranea abbia forgiato due tipi distinti di artisti: coloro che si avvalgono della tecnica per dare vita ad opere intrise di significato (almeno questo è quello che dovrebbe fare l'Arte ispirata dai più alti valori, discorso troppo lungo per essere affrontato in Mefistofelicamente geniale. Sicché arriviamo a No (2021) alla GameC di Bergamo, parte integrante della mostra dal titolo "Seasons" che si sviluppa in forma diffusa attraverso altre tre sedi cittadine, ovvero il Palazzo della Ragione, l'Ex Oratorio di San Lupo e la Rotonda dei Mille. Cinque installazioni in totale, attraverso le quali Cattelan vuole "stimolare una riflessione sulla ciclicità della vita e della storia, sulle generazioni, sull'ascesa e sulla caduta dei valori e sulle tra- sformazioni dell'individuo e della società". Ebbene, No prende le mosse da Him, con la differenza che quella stessa figura ha un sacchetto di carta in testa, che ne cela l'identità. La motivazione ufficiale è stata una richiesta di censura in occasione di una mostra in Cina, ed una conse- guente risposta di punizione (una sorta di damnatio memoriae visi- va per l'innominabile) da un lato e di protezione dello spettatore (dal trauma!) dall'altro. Ma è evi- dente che con o senza sacchetto in testa quello rimane Hitler. E ancora una volta la genialità di Cattelan vince su quella che a me sembra un'ipocrisia senza fine. Difendere dal trauma? Ma è pro- prio quello il senso dell'opera. Se ci si sente indignati si scelga piut- tosto di non andare a vedere la mostra e l'opera, ma che senso ha proteggere il pubblico? Se voglio proteggermi lo faccio da sola, senza lasciare l'incombenza a qualcun altro. Ma Cattelan avrà questa sede) e coloro che la tecni- ca nemmeno la utilizzano, o meglio, non è una loro prerogati- va, tanto che spesso lasciano rea- lizzare l'opera a terze persone, ma che pure provocano in chi guarda un cortocircuito tale da scatenare ogni tipo di emozione. Ecco, Cattelan appartiene a questa seconda categoria. Per riassumere all'osso: o l'Arte ci affascina per il virtuosismo tecni- co, oppure per la sua capacità di rimettere in discussione tutte le nostre certezze. Duchamp, Warhol, l'Arte Povera, lo stesso Fontana. Un ferro da stiro gettato in una vasca da bagno; il cortocircuito di cui sopra. Ricordo l'insieme di emo- zioni che scaturì in me Him (2001) esposto al Museo d'Arte Contemporanea del Castello di Rivoli in occasione della mostra del 2002. Si accedeva in una delle sale più grandi ed importan- ti dell'antica residenza sabauda, volutamente lasciata vuota, priva di mobili o altro tipo di "interfe- renza" visiva. Si doveva necessa- riamente percorrere uno spazio molto ampio prima di arrivare alla figura inginocchiata in pre- ghiera. Lo spettatore aveva tutto il tempo di sviluppare empatia per quell'uomo. Per poi trovarsi di fronte ad Hitler. Per me una delle esperienze artistiche ed umane più formative. Provi empatia ma non puoi, perché per la Storia quello è un mostro; e allora ti senti in colpa (retaggio cattolico) per aver provato simpa- tia per lui fino a 3 passi prima; così intellettualmente ti dai una serie di risposte. Ma la verità è lì davanti ai tuoi occhi: Hitler ti è piaciuto, almeno per un po'. ADELINDA ALLEGRETTI Pronti a domandarvi che senso ha un'opera? A Bergamo fatevi sorprendere dall'arte contemporanea italiana CONTINUA A PAGINA 37

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