L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-21-2025

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17 GIOVEDÌ 21 AGOSTO 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | S u t r i si trova nel Lazio settentriona- l e , n e l l a T u s c i a viterbese, a circa 6 5 c h i l o m e t r i a nord di Roma, lungo la Via Cassia. Il centro storico occu- pa una stretta dorsale di tufo vulcanico sopra i burroni, il che contribuisce a spiegare sia il suo antico insediamento che la pianta compatta. Sutri si trova lungo la Via Franci- gena ed è stata riconosciuta tra i "borghi più belli d'Ita- lia". Il nome deriva dal latino Sutrium, a sua volta derivato d a u n a f o r m a e t r u s c a p i ù a n t i c a , s p e s s o r e s a c o m e Suthri. Fonti antiche colloca- vano la città sul confine meri- dionale dell'Etruria; Livio definì Sutrium, insieme alla vicina Nepi, "chiave" per l'E- truria, sottolineando la sua posizione sulla strada che in seguito sarebbe diventata la Via Cassia. Roma conquistò Sutrium dopo aver sconfitto Veio nel IV secolo a.C., per- dendola e riconquistandola nelle guerre che seguirono, e in seguito fondandovi una colonia latina. L a s t o r i a m e d i e v a l e d i Sutri è importante ben oltre l'interesse locale. Nel 728, il re longobardo Liutprando e papa Gregorio II concordaro- no la Donazione di Sutri, restituendo la città e diversi centri collinari al controllo papale. Nel 1046, il Sinodo di Sutri, convocato da Enri- co III, pose fine a uno scisma papale deponendo o costrin- gendo all'abdicazione i pre- tendenti rivali, tra cui papa Gregorio VI. Un tesoro fune- rario di epoca longobarda n o t o c o m e i l T e s o r o d i Sutri, rinvenuto nei pressi della città nel XIX secolo e o r a c o n s e r v a t o a l B r i t i s h Museum, offre uno scorcio concreto delle élite dell'epo- ca. Il modo migliore per com- prendere Sutri è passeggiare nel piccolo parco archeologi- co regionale, 7 ettari ai piedi della città lungo la Cassia. Il parco concentra un'insolita varietà di siti in un breve p e r c o r s o : u n a n f i t e a t r o romano interamente scavato nel tufo; una serie di tombe etrusche scavate nella roccia che formano una necropoli lungo la strada; l'ipogeo a l u n g o i n t e r p r e t a t o c o m e mitreo e successivamente adattato come chiesa della Madonna del Parto; Villa Savorelli del XVIII secolo e il suo parco. E' tra le aree protette più piccole del Lazio ed è gestito con ingressi a tempo al santuario sotterra- neo. L'anfiteatro è il punto di riferimento: un'arena ellitti- ca scavata direttamente nella roccia con ingressi a livello del suolo e gallerie e posti a sedere scolpiti nella pietra. Le dimensioni sono sorpren- denti per una città di queste dimensioni e spesso ospita eventi che sfruttano l'acusti- ca naturale. Dall'altra parte del sentiero, la necropoli mostra decine di tombe a camera su più livelli, una r a p i d a p a n o r a m i c a d e l l e sculture funerarie etrusche e romane lungo quella che un tempo era la strada di acces- so. A pochi passi di distanza, l a M a d o n n a d e l P a r t o occupa una lunga camera colonnata con panche latera- li, nicchia assiale e vasca per l'acqua – elementi tipici dei santuari mitraici – successi- vamente cristianizzati con affreschi e dedica mariana. Lo spazio è piccolo, fresco e s i l e g g e a n c o r a c o m e u n unico volume scavato. In città, la Cattedrale di Santa Maria Assunta con- serva un campanile romani- co (1207), un'ampia cripta e u n p a v i m e n t o m a r m o r e o c o s m a t e s c o , t u t t i s e g n i distintivi dell'arte medievale diffusa nel Lazio settentrio- nale. La cattedrale e il parco si trovano a pochi minuti l'uno dall'altro, il che rende facile abbinarli a una passeg- giata per le antiche vie e la piazza principale. La cultura gastronomica d i S u t r i è i n c e n t r a t a s u fagioli e nocciole prove- nienti dalle campagne circo- stanti. Il Fagiolo di Sutri, un borlotto grande e cremo- so, noto anche come Regina, si trova fresco di stagione ed essiccato durante tutto l'an- no per zuppe e stufati; un'an- tica sagra dei fagioli, che si tiene tra fine agosto e inizio settembre, ne espone il rac- colto in ciotole di terracotta. Altri piatti tipici includono i ditalini alla militare (piatto di pasta a base di fagioli) e i tozzetti alle nocciole. Una persistente leggenda locale lega i fagioli alla gotta di Carlo Magno, che la lettera- tura sulle sagre ama ripetere. Le sagre scandiscono il calendario di Sutri. La festa d i S a n t a D o l c i s s i m a , patrona di Sutri, cade il 16 settembre con processioni religiose ed eventi comunita- ri; intorno a Natale, nella necropoli viene allestito un presepe vivente. Pellegrini ed escursionisti conoscono Sutri come tappa fissa delle tappe lungo la Via Francigena tra Viterbo, Capranica e la valle Cassia. L a N o t t e d e l l e Candele trasfor- m a i l b o r g o medievale di Val- lerano (in pro- vincia di Viterbo, Lazio set- tentrionale) in un labirinto luminoso per una notte a fine agosto. L'evento è nato a metà degli anni 2000 come conclu- sione di un piccolo program- ma artistico estivo ed è diven- tato una delle serate simbolo della Tuscia. Le luci elettriche vengono abbassate e il centro storico è illuminato da vere candele su davanzali, scalina- te, archi, pozzi e piccole nic- chie scavate nel tufo, così i visitatori si muovono tra vico- li e piazze illuminati solo dalle fiamme. Ciò che rende speciale la serata è il modo in cui il paese diventa palcoscenico: residen- ti, artisti e volontari progetta- no installazioni per angoli specifici del centro, da sem- plici punti votivi a elaborate scene che utilizzano ombre e texture murarie. Musicisti e artisti si esibiscono nei cortili e sui gradini delle chiese con scenografie prevalentemente a c u s t i c h e , i n m o d o c h e i l suono si fonda delicatamente con l'ambiente. Il percorso è autoguidato e senza fretta. Si segue il bagliore, ci si ferma dove un'installazione cattura l'attenzione e si prosegue verso la piazza successiva. Con i telefoni abbassati e il traffico chiuso, l'architettura è al centro dell'attenzione, e dettagli che potreste trascura- re alla luce del giorno – batac- chi, architravi, la curva di un arco – diventano il fulcro. Vallerano gestisce il flusso c o n i n g r e s s i e b i g l i e t t i a tempo, sia per garantire la sicurezza dell'esperienza che per proteggere il fragile cen- tro storico. Aspettatevi code ai cancelli e pianificate di arriva- r e p r e s t o ; i l p a r c h e g g i o è situato fuori dal centro, con navette o brevi passeggiate in salita. Le vecchie strade sono ripide e lastricate in pietra, quindi è essenziale indossare s c a r p e c o m o d e . P o i c h é l e fiamme libere sono ovunque, i visitatori sono pregati di non toccare o spostare le candele e di rispettare le aree delimita- te. Il cibo è parte integrante d e l l a s e r a t a , o v v i a m e n t e ! Chioschi e piccole trattorie servono piatti tipici regionali come porchetta, carne alla griglia, formaggi locali e pasta semplice, insieme ai vini dei vicini Colli Cimini e Viterbesi. Vallerano è anche nota per i c a s t a g n e t i e p e r l a s a g r a autunnale delle castagne. Ad agosto, si possono ancora tro- vare riferimenti a questa tra- dizione nei dolci e nei liquori. Sutri: una piccola città con una grande storia sulla Via Cassia Festa delle Candele di Vallerano: una comunità illumina il centro storico Il fascino senza tempo di Sutri (Photo: Maurizio Distefano/Dreamstime) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI

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