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GIOVEDÌ 4 SETTEMBRE 2025 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | f o n d a t o l a A w e n F i l m s , insieme al direttore della f o t o g r a f i a I s a a k L i p t z i n . "Eppure i suoi film viaggia- vano moltissimo e venivano s p e s s o a c c o m p a g n a t i d a cantanti e musicisti che par- tivano dall'Italia per suona- re e poi tornavano indietro. Era un cinema "muto" solo di nome: i suoi film erano strutturati come sceneggiate musicali, con precise indica- zioni su cosa cantare e quan- do. Questo legame tra musi- ca e immagini fu la chiave del loro enorme successo nelle Little Italy". Da cosa è nata l'idea di un documentario su Elvira Notari? Mi sono sempre interes- sato a storie italiane e italoa- mericane: nei miei lavori precedenti c'è sempre un filo conduttore che ritorna. La scoperta di Elvira Notari è a r r i v a t a m e n t r e s t a v o finendo un documentario su un impresario teatrale italia- n o e m i g r a t o n e g l i S t a t i Uniti, che aveva creato un v e r o e p r o p r i o i m p e r o d i sale cinematografiche. In quel momento ho iniziato a occuparmi del cinema e del suo ruolo nella formazione dell'identità delle comunità italiane d'America. E cosa ha scoperto? Ho scoperto che i film ita- liani erano molto richiesti nelle Little Italy: non solo i grandi kolossal del cinema muto, ma anche i film sce- n e g g i a t a , i m e l o d r a m m i p o p o l a r i d i r e g i s t i c o m e Elvira Notari. Da lì mi si è aperto un mondo. Ancora p i ù s o r p r e n d e n t e è s t a t o s a p e r e c h e l a s u a c a s a d i produzione aveva persino aperto una succursale negli Stati Uniti, realizzando brevi documentari commissionati dalle comunità immigrate. V e n i v a g e s t i t a d a J a m e s Crapanzano che si occupava della distribuzione e racco- glieva le commissioni delle comunità italoamericane. Così nacque un vero ponte tra Napoli e New York. Q u a l e a s p e t t o d e l l a ricerca su Elvira Notari l'ha colpita particolar- mente? Un passaggio fondamen- t a l e è s t a t o l e g g e r e Streetwalking on a Ruined M a p d i G i u l i a n a B r u n o , uscito negli anni '90. È stato uno dei testi che ha risco- perto la figura di Notari e mi ha convinto definitivamente a intraprendere questo pro- getto. Anche Bruno, come me, ha guardato a Elvira da New York: un altro punto di contatto. Infine, ciò che mi ha colpito molto è stata la q u a s i t o t a l e a s s e n z a d i memoria su di lei. Nessuno la conosceva: un'ingiustizia che mi ha spinto ancora di più a raccontarla. Si è fatto un'idea del perché sia stata dimen- ticata dalla storiografia ufficiale? Non c'è una sola risposta, ma diverse concause. Innan- zitutto, si conosce ancora poco del cinema muto: si stima che circa il 90% delle opere sia andato perso, per- ché i film erano girati su materiali deperibili e alta- mente infiammabili, spesso distrutti per motivi di sicu- rezza. Siamo quindi "fortu- nati" ad avere tre film e due documentari della Notari: di tanti altri registi, invece, non resta nulla. C'è poi il discorso legato a l t i p o d i c i n e m a c h e l e i f a c e v a . I s u o i e r a n o f i l m popolari, sceneggiate napo- letane, prodotti con budget ridotti e una struttura fami- liare. Dora Film, una piccola società a gestione familiare diretta da Elvira, era una vera officina artigianale: il marito operatore, il figlio attore, parenti e amici nel cast, la nonna che colorava a mano le pellicole. La critica del dopoguerra guardava a questi lavori con sufficienza, preferendo i grandi kolossal in costume girati a Torino, Milano o Roma. Il periodo storico ha avuto un ruolo in questo contesto? Sì. A complicare le cose ci fu la censura fascista, che ostacolò fortemente un cine- ma popolare, dialettale e radicato nel folklore. Solo dagli anni '70, grazie a stu- diosi come Giuliana Bruno, Vittorio Martinelli e Mario Franco, la sua opera è stata rivalutata. La riscoperta è s t a t a f a v o r i t a a n c h e d a i movimenti femministi, che hanno riportato in primo piano la prima regista donna i t a l i a n a . D a a l l o r a i l s u o cinema, dall'essere al margi- ne della storia, è tornato len- tamente a farsi strada. Oggi, negli ultimi 10-15 anni, assi- stiamo a un vero proliferare di studi, rassegne e opere ispirate a lei. A l i v e l l o s t i l i s t i c o , come ha scelto di rac- contare la sua storia? Il punto di partenza non potevano che essere i suoi film superstiti: 163 minuti in totale. Sono la sua vera voce, l'unico lascito diretto che ci r i m a n e . D a l ì a b b i a m o costruito un racconto dop- pio: da una parte la vicenda s t o r i c a d e l l a N o t a r i , c o n l ' a i u t o d i s t u d i o s i c o m e M a r i o F r a n c o e G i u l i a n a Bruno; dall'altra la storia del recupero della sua memoria, dagli anni '70 fino a oggi. A questo intreccio abbiamo aggiunto un terzo livello: q u e l l o c o n t e m p o r a n e o . Seguiamo artiste e artisti che si ispirano a lei: dalla scrit- t r i c e F l a v i a A m a b i l e a l l a fotografa Cristina Vatielli c o n T e r e s a S a p o n a n g e l o , fino ai laboratori collettivi di ricamo di Francesca Con- s o n n i e a i m u s i c i s t i c h e riportano in vita i suoi film sonorizzandoli dal vivo. In questo modo, la storia di Elvira dialoga costantemen- te con il presente. Guardando oggi i suoi film, cosa pensa possano insegnarci? Il primo aspetto è il rac- conto delle figure femminili: personaggi complessi, sfac- cettati, molto diversi dagli stereotipi femminili dell'e- poca. C'è poi la drammatica attualità dei finali segnati da f e m m i n i c i d i , p u r t r o p p o ancora un tema vivo oggi. Ma non è solo questo. I suoi erano film popolari, parlava- n o l a l i n g u a e i l d i a l e t t o della gente comune, raccon- tavano la Napoli reale, lon- tana dai fasti e dalle idealiz- zazioni. Ed è proprio questo che il regime fascista non t o l l e r a v a . R i v e d e r l i o g g i , restaurati con grande cura d a l l e c i n e t e c h e , c o l p i s c e a n c o r a : s o n o o p e r e c h e hanno forza, potenza visiva e un'energia sovversiva che f o r s e N o t a r i n o n e r a d e l tutto consapevole di espri- mere, ma che oggi appare evidente. P r e s e n t a r e i l d o c u - mentario a Venezia: che emozione è? Enorme. Non potevamo immaginare un palcoscenico migliore. È la conclusione di anni di lavoro insieme ad Antonella Di Nocera e alla sua Parallelo 41, una produ- zione napoletana che per noi è stata un partner fonda- m e n t a l e e c h e p r e n d e i l nome proprio dal parallelo c h e u n i s c e N a p o l i a N e w Y o r k . A r r i v a r e a V e n e z i a significa portare i film di Elvira sul palco più presti- gioso del cinema italiano. È un riconoscimento non solo p e r i l n o s t r o l a v o r o , m a soprattutto per lei: un modo per restituirle il posto che merita nella storia del cine- ma. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Con l'apertura di un ufficio della Dora Film a New York, Notari divenne la pioniera di un primo ciclo di distribuzione transatlantico, anni prima che il neorealismo portasse le sto- rie italiane nei cinema d'essai statunitensi. CONTINUA DA PAGINA 5 … foto di una vita … (Photo courtesy of "Elvira Notari. Beyond Silence" documentary) Un'immagine tratta da uno dei film di Notari (Photo courtesy of "Elvira Notari. Beyond Silence" documentary)