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GIOVEDÌ 4 SETTEMBRE 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 13 U n t e m p o l a S i c i l i a e r a a l centro di una c a t e n a d i approvvigiona- mento globale a cui la mag- gior parte dei viaggiatori non pensa mai. Per tutto il XIX secolo, l'entroterra dell'isola ha alimentato la domanda mondiale di zolfo, elemento che alimentava nuove indu- strie chimiche e prodotti di uso quotidiano, dai fertiliz- zanti ai fiammiferi, dal sapo- ne e al vetro. Secondo alcune stime, la Sicilia copriva la maggior parte della domanda globale negli anni Novanta del XIX secolo, a dimostrazione di quanto profondamente le zolfare, come gli abitanti del posto chiamano le miniere, abbiano plasmato l'economia e la società dell'isola in quel periodo. Oggi, quella storia è forse più significativa per le persone che hanno fatto fun- zionare l'industria e per i cambiamenti sociali che il loro duro lavoro, e spesso la loro sofferenza, hanno contri- buito a innescare. Per capire perché lo zolfo fosse così importante, biso- g n a p e n s a r e a l l ' i n d u s t r i a prima del petrolio e della pla- stica: l'acido solforico era il prodotto chimico più utilizza- to all'epoca e la Sicilia aveva giacimenti accessibili concen- trati in una fascia centrale tra le attuali province di Enna, Caltanissetta e Agrigento. Il minerale lasciava l'entroterra su carri e ferrovie a scarta- mento ridotto, poi via nave da porti come Licata e Porto Empedocle, raggiungendo fabbriche in tutta Euro- pa. Questo predominio inne- scò persino una situazione di stallo diplomatico nel 1840, quando un tentativo borboni- co di concedere un monopo- lio francese incontrò la resi- s t e n z a b r i t a n n i c a , a dimostrazione del peso stra- tegico dello zolfo siciliano ben oltre i confini dell'isola. I m e t o d i d i e s t r a z i o n e erano rudimentali e rigorosi, fino alla fine del XIX secolo. Dopo che i minatori tagliava- no la roccia, la fusione avve- niva spesso in cumuli e strut- ture in pietra a cielo aperto chiamate calcarelle e cal- caroni, dove parte del mine- rale veniva bruciata per fon- dere il resto. Lo zolfo liquido veniva quindi lasciato deflui- re per solidificarsi in lastre. Funzionava, ma era fumoso, dispendioso e pericoloso, con esalazioni di anidride solforo- sa che si diffondevano sulle colline. I forni successivi migliorarono le rese, ma non raggiunsero mai l'efficienza del nuovo processo Frasch adottato negli Stati Uniti, che abbassò i costi così drastica- mente che le miniere siciliane iniziarono a perdere terreno sui mercati mondiali. N e l l e m i n i e r e , l a f o r z a lavoro includeva uomini con picconi e strumenti esplosivi e, notoriamente, ragazzi noti come "carusi". Molti inizia- rono da preadolescenti, tra- sportando carichi in spalla attraverso gallerie anguste e su per ripidi passaggi, spesso p e r l u n g h e o r e e c o n u n a paga bassa. I resoconti dell'e- poca descrivono anticipi e indebitamenti che legavano le famiglie a padroni e capi- squadra e lasciavano ai bam- bini poche vie d'uscita. Il bilancio fisico – infortuni, malattie respiratorie, crescita stentata – era grave e gli inci- denti erano comuni. Queste condizioni suscitarono criti- che in patria e all'estero e divennero un punto di riferi- mento per il primo attivismo sindacale sull'isola. Una data è ancora oggi un simbolo dei pericoli del sotto- suolo: il 12 novembre 1881. Un'esplosione di gas nella m i n i e r a d i G e s s o l u n g o , vicino a Caltanissetta, uccise 65 minatori, tra cui molti ragazzi. L'evento sconvolse la S i c i l i a c e n t r a l e e r i m a n e parte della memoria locale; oggi i visitatori possono visi- tare il piccolo cimitero noto come Cimitero dei Carusi, dedicato alle vittime più gio- v a n i . S e b b e n e l ' i n d u s t r i a abbia continuato a funziona- re per decenni, la tragedia divenne un simbolo dei rischi che i lavoratori affrontavano quotidianamente e del diva- rio tra il valore del minerale e il prezzo pagato da chi lo estraeva. C o n l ' a u m e n t a r e d e l l a pressione, i minatori si uniro- n o a i c o n t a d i n i e a d a l t r i lavoratori in un'ondata di organizzazione nota come Fasci Siciliani (1893-94: nessun legame con il fasci- smo del XX secolo). Assem- blea e scioperi si diffusero in tutto l'entroterra, tra cui un grande congresso di minatori a Grotte, in provincia di Agri- gento, dove i partecipanti chiedevano un salario mini- mo, orari di lavoro ridotti e un'età minima legale (quat- tordici anni) per il lavoro in miniera. Lo Stato represse il movimento, ma seguirono alcune riforme e le proteste s e g n a r o n o u n a s v o l t a n e l modo in cui i lavoratori sici- liani si facevano valere pub- blicamente. Tuttavia, fu l'economia, non solo l'attivismo, a rimo- dellare definitivamente il set- tore: la concorrenza della p i r i t e e , s o p r a t t u t t o , d e l m e t o d o F r a s c h n e g l i Stati Uniti fecero scendere i prezzi e ridussero la doman- da di zolfo siciliano. Molti siti arrancarono fino alla metà del XX secolo, favoriti dalla domanda bellica, ma le chiu- sure si moltiplicarono dopo gli anni '50, con diversi com- plessi un tempo attivi che caddero in disuso negli anni '70 e '80. Ciò che lasciarono alle spalle è un paesaggio caratteristico di pozzi, rovine di forni, binari ferroviari, officine e alloggi per operai, frammenti che raccontano una lunga storia di energia, tecnologia e lavoro nel Medi- terraneo. Oggi, diversi luoghi pre- servano questo patrimonio e lo rendono accessibile. Il Parco Minerario di Flori- stella-Grottacalda, appena f u o r i E n n a , r i u n i s c e d u e miniere storiche su circa 400 ettari: sentieri si snodano tra calcaroni, gallerie e casseri, mentre su un altopiano sorge Palazzo Pennisi, residenza del proprietario della minie- ra, la cui presenza è un duro promemoria del distanzia- mento sociale dell'epoca. Il parco è stato istituito con legge regionale nel 1991 ed è considerato uno dei siti di archeologia industriale più significativi dell'Italia meri- dionale. È una tappa pratica per i viaggiatori che attraver- sano la Sicilia centrale e un collegamento diretto con il mondo descritto sopra. A breve distanza in auto verso sud-ovest, il Museo della Miniera di Zolfo di Trabia Tallarita, vicino a Riesi, si trova sull'altopiano gessoso-zolfo. Al suo apice, negli anni '20, questa minie- ra dava lavoro a migliaia di persone e operava come una piccola città-azienda con ser- vizi per lavoratori e famiglie. Il museo offre mostre sulla geologia, gli utensili, la vita quotidiana e le più ampie rotte commerciali che tra- sportavano lo zolfo siciliano all'estero. Per i lettori che pianificano itinerari tra Piaz- z a A r m e r i n a e l a c o s t a , è un'aggiunta facile che forni- sce i dettagli umani dietro le statistiche. C o z z o D i s i , u n a d e l l e grandi miniere dell'agrigenti- no, chiuse alla fine degli anni '80 e successivamente riaper- ta come sito museale; proget- ti di ricerca e lavori di conser- vazione hanno documentato i suoi ampi spazi sotterranei e le formazioni minerali. L'ac- cesso può variare in base allo stato di manutenzione (con- trollare sempre le informa- zioni aggiornate), ma anche quando è chiusa, la storia del sito contribuisce a completa- re il quadro regionale. S e i l p a s s a t o s o l f o r o s o della Sicilia può insegnarci qualcosa, è guardare oltre il bagliore dei cristalli nelle teche dei musei: le miniere alimentarono nuove indu- s t r i e e p o r t a r o n o d e n a r o all'entroterra, ma misero anche in luce profonde disu- guaglianze e scatenarono dibattiti su lavoro, infanzia, salute e ruolo dello Stato, tutti dibattiti che appartengo- no alla più ampia storia del- l'Italia moderna. Passeggian- d o p e r i t e r r e n i d i Floristella-Grottacalda o sfo- g l i a n d o l e f o t o g r a f i e d e l museo di Trabia Tallarita, si vedono entrambe le cose: la portata del risultato e il costo. Questa doppia immagine è ciò che rende la storia degna d i e s s e r e r a c c o n t a t a , e i l motivo per cui questi luoghi meritano un posto in qualsia- si itinerario serio nel centro dell'isola. I Carusi di Sicilia: nel passato delle miniere di zolfo dell'isola La solfara di Tallaria, vicino a Riesi e Sommatino, Caltanissetta (Photo: Simoncountry96/Dreamstime). In basso a destra, giovanissimi "carusi" (Photo: Realy Easy Star/Alamy Stock Photo) HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI