L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-18-2025

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smo che si nutre di influenze e stimoli, di incontri e ten- denze, che non la rende né u n s e t t o r e p r o d u t t i v o n é un'isola ma un mondo itine- r a n t e c h e s i m e s c o l a c o n tutto, che incontra tutto, che trasforma tutto, che porta nel vissuto quotidiano non solo quell'eredità artistica ed estetica della sfilata-spetta- colo che attira gli sguardi e fa parlare di sé, sempre e comunque, ma soprattutto quelle rivoluzioni sociali e culturali che lo stile "unisex" di Albini aveva solo antici- pato 50 anni fa. Lettera dell'editore NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2025 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | L a moda italiana è eleganza, creati- vità, alta qualità ma anche nomi i l l u s t r i c h e a questo settore produttivo hanno dato l'anima e l'im- pronta digitale che, come sappiamo, è unica. Armani, V a l e n t i n o , V e r s a c e , D o l c e & G a b b a n a , P r a d a , Gucci, Fendi, Ferragamo, C u c i n e l l i s o l o p e r c i t a r e alcuni stilisti che rendono l'Italia orgogliosamente ini- mitabile, ha un lungo elenco d i m a r c h i c h e v a n n o b e n oltre la semplice creazione di abiti e accessori. Le loro col- lezioni sono una vetrina del know how artigianale e sono caratterizzate da un saper fare che declina il "made in Italy" in un'etichetta che può contare su un patrimonio culturale, una tradizione sar- toriale, una creatività che affonda le radici nella storia e nella passione per il bello. Ogni capo è il risultato di un meticoloso processo di pro- duzione che scommette su qualità e originalità. I l f a t t u r a t o d e l s e t t o r e moda in Italia è impressio- nante: nel 2022, si stima che il mercato abbia generato oltre 90 miliardi di euro. Nel 2 0 2 3 è s a l i t o a o l t r e 1 0 2 miliardi di euro con una cre- s c i t a d e l + 4 , 1 % r i s p e t t o all'anno precedente. Oggi le crisi internazionali e i dazi stanno incidendo sui risulta- ti più recenti ma è importan- te ricordare quanto questa economia sia diffusa: sono circa 60.000 le imprese e 600.000 gli addetti. Detto altrimenti, non c'è solo il capo bello, il paio di scarpe giusto. C'è un sistema di suc- cesso altamente qualificato e strutturato, oltre che detta- gliato e distribuito sul terri- torio, che si concretizza, si rende visibile a Milano, una delle quattro capitali mon- d i a l i d e l l a m o d a , q u a n d o o s p i t a l ' a n n o l a F a s h i o n Week, evento che attira desi- gner, influencer e appassio- n a t i d a o g n i a n g o l o d e l globo. O quando le collezioni sfilano sulle passerelle di Roma e Firenze, con eventi spettacolari che celebrano la bellezza del territorio non s o l o d e l l e c r e a z i o n i d e l l e m a i s o n , d i v e n t a n d o u n momento di networking fon- damentale per i professioni- sti del settore e il Sistema Italia. Il "made in Italy" allo- ra gioca un ruolo cruciale poiché i consumatori di tutto il mondo associano il mar- chio italiano a prodotti di alta qualità, a design sofisti- cato, a una tradizione arti- gianale che pochi altri Paesi possono vantare. Non è un caso, insomma, che l'Italia sia oggi uno dei principali esportatori di beni di moda a l i v e l l o m o n d i a l e e a b b i a esportazioni floride nei prin- cipali mercati di destinazio- ne: dagli Stati Uniti alla Ger- m a n i a , d a l l a F r a n c i a a l Giappone. Facciamo però un passo indietro per recuperare un passaggio che fa capire il valore della moda che non è solo economico ma fonda- mentalmente culturale e tor- niamo a Walter Albini. Nato a Busto Arsizio il 3 marzo 1941 è considerato il padre d e g l i s t i l i s t i i t a l i a n i . A diciassette anni aveva inizia- to a lavorare come illustrato- re delle sfilate di Alta Moda per diverse riviste. Da Roma, dove lo aveva portato il lavo- ro, ancora giovanissimo va a P a r i g i e l ì i n c o n t r a C o c o Chanel. Una folgorazione. Alla fine degli anni Sessanta diventa il vip della moda ita- l i a n a : b e n 5 b r a n d s o n o sotto la sua direzione creati- va. A Milano presenta la sua storica "collezione unitaria". Per la prima volta nella sto- ria della moda italiana veni- va lanciata una linea coesa di prêt-à-porter che contava ben 200 modelli provenienti da 4 diverse aziende. Se fino a quel momento la moda era Haute Couture, qualcosa per pochi, Albini ha l'idea di fon- dere moda e industria finen- do per creare quel connubio che oggi chiamiamo "Made in Italy", ovvero il nostro marchio più forte in assolu- to, e che prende l'avvio negli anni '80. Non solo. Diven- terà il padre spirituale della Milano Fashion Week e del racconto di una collezione c h e o g g i c h i a m i a m o c o n nomi che allora non esiste- vano: storytelling e brand i m a g e . T u t t o c o n c o r r e a creare un immaginario rico- noscibile legato a un mar- c h i o , a u n a f i r m a , a u n mondo creativo. E' questa visione poliedrica che oggi fa della moda un macroco- Unica e inimitabile: l'impronta digitale che rende la moda italiana un'icona universale

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