L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-30-2025

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GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2025 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Sinner rinuncia alla Davis: ragioni e polemiche attorno alla decisione del campione che ambisce a tornare numero 1 Jannik Sinner (Ph © Zhukovsky | Dreamstime.com) STEFANO CARNEVALI pee hanno sempre potuto godere di voragini, con Acerbi e compa- gni sempre sorpresi e disposti malissimo, quasi incapaci di pre- vedere lo sviluppo del gioco (vedasi il gol di McTominay, per il 2-1), o in palese difficoltà fisi- ca (la vana rincorsa del reparto, nell'azione del 3-1 firmato da Anguissa è indicativa). QUI NAPOLI: LA QUA- DRATURA - Sull'orlo del bara- tro, ancora una volta Conte è riu- scito a ritrovare compattezza e q u a d r a t u r a d e l l a s q u a d r a . Cortissimi, estremamente com- patti e capaci di non mollare su nessun pallone conteso, il Napoli è riuscito a battere l'Inter con le armi che - di solito - risultano proprie dei Nerazzurri. Ha gioca- to da squadra, che non si è disu- nita (a differenza di quanto suc- cesso ad Eindhoven) quando gli uomini di Chivu hanno schiac- ciato sull'acceleratore e saputo cinicamente approfittare di ogni errore degli avversari. La mossa del ruolo di falso nueve affidato a Neres è stata ispirata: assente Hojlund e in fatica Lucca, Conte ha giustamente scelto di non dare punti di riferimento alla coriacea - ma statica - difesa nerazzurra. Il Napoli è parso gio- varsi dell'infortunio (grave, arri- vato calciando il rigore dell'1-0) patito da de Bruyne. Al posto del f a n t a s i s t a b e l g a è e n t r a t o Oliveira, esterno difensivo, con Spinazzola che ha potuto alzarsi: più equilibrio, più dinamismo e p i ù g r a t t a c a p i d a t i a l l a f a s e difensiva dell'Inter (costretta a grandi rincorse e sempre più in difficoltà nel chiudere gli spazi alle spalle di Çalhanoglu). UNO SPETTACOLO - La s f i d a d e l ' M a r a d o n a ' è s t a t a divertente, accesa e caratterizza- ta da bei gol e ha confermato come la Serie A faticherà a tro- vare un 'padrone'. Tutto lascia b e n s p e r a r e : u n C a m p i o n a t o aperto e combattuto è garanzia di emozioni e divertimento. L a Final Eight di Coppa Davis - prevista a Bologna dal 18 al 23 novembre - rappresenta una grande occasione per il tennis azzurro. Gli exploit di Sinner e compagni negli ultimi anni hanno consentito alla disciplina di scalare le gerarchie di gradi- mento del Belpaese, trasforman- dosi (come capita spesso, quan- do ci sono vittorie in serie) in uno degli sport più seguiti, com- mentati e tifati. Proprio le due vittorie consecutive in Coppa Davis (la precedente risaliva addirittura al 1976) hanno con- tribuito non poco alla crescita di popolarità del tennis e la possibi- lità di centrare uno storico 'tris' (per di più in una fase finale gio- cata in casa) è, come detto, una grande occasione per esaltare il movimento. DOLOROSO "NO" - La campagna Davis 2025, però, è partita con un'inaspettata com- plicazione. Il 20 ottobre, Filippo Volandri, capitano della Selezione azzurra, ha diramato le convocazioni per le partite di Bologna e, dall'elenco, era assente il nome più atteso: il numero 2 del Mondo, Jannik Sinner. Il commento è stato piut- tosto laconico ("Jannik Sinner non ha dato la sua disponibilità per il 2025. La Coppa Davis è, e resterà, sempre casa sua e sono certo che Jannik tornerà presto a far parte della squadra. Nel frat- tempo, posso contare su un gruppo unito, pronto a lottare e a dare tutto per l'Azzurro"), men- messo in difficoltà soprattutto dal punto di vista fisico. IL CORO DELLE POLE- MICHE - I grandi successi otte- nuti negli ultimi anni dal movi- mento, hanno fatto sì che, in Italia, l'interesse per il tennis sia letteralmente 'esploso'. Questo ha generato effetti sicuramente positivi (l'aumento dei pratican- ti, il sostegno generale garantito a tutta la disciplina, la crescita di sempre più atleti), ma ha anche 'polarizzato' maggiormente il dibattito: se prima il tennis era guardato con un certo distacco e una buona dose di aplomb, oggi si sono costituiti veri e propri schieramenti (simili alle tifoserie del calcio), che assumono posi- zioni 'forti' su ogni tema e figu- ra (specie se di primo piano, CONTINUA DA PAG 38 come Sinner). Ecco allora che - ancor più che la rinuncia ai preliminari del torneo del 2023 - questo "no" alla Davis 2025 di Jannik risulta aver generato polemiche. I prin- cipali media sportivi hanno inau- gurato campagne volte a stimo- lare un "ripensamento" da parte del tennista, opinionisti hanno banalmente rimesso in discussio- ne il patriottismo di Sinner, ex giocatori hanno provato a soste- nere l'assoluta importanza della Davis e la necessità urgente di considerare la Nazionale come un punto di arrivo, una sorta di "restituzione" garantita al Paese dei privilegi che i grandi sportivi ricevono dalla propria attività. UNA SOLA VERITÀ? - È difficile dare torto a Sinner. Uno sport - individuale e caratterizza- to da numerosissimi tornei in giro per il mondo - come il ten- nis richiede un'accuratissima gestione delle energie. E va detto come l'importanza della Davis sia decisamente inferiore (non solo dal punto di vista eco- nomico) rispetto a quella dei tor- nei dello Slam. Jannik ha ragio- ne nel ricordare le due recenti vittorie dell'Italia, come a dire che un'ulteriore affermazione nel torneo per Nazionali aggiun- gerebbe poco al nostro movi- mento. Eppure non si possono minimizzare le obiezioni dei cri- tici: il "no" di Sinner, per lo meno a livello simbolico, è cer- tamente pesante. È però necessa- rio uscire dalla retorica o da alcune visioni anacronistiche dello sport: posizioni incapaci di 'pesare' la decisione di Sinner e di contestualizzarla, sopravvalu- tando la Davis e dimostrando una certa miopia riguardo alle esigenze di un tennista sempre in lizza per essere il Numero 1 del Mondo. Insomma, probabilmen- te non c'è una sola verità ma forse ognuno avrebbe potuto fare qualcosa di più "giocando" meglio la partita. I CONVOCATI - A oggi sono: Lorenzo Musetti, Flavio Cobolli, Matteo Berrettini, Simone Bolelli e Andrea Vavassori, una squadra di tutto rispetto che, anche senza il cam- pione più forte, potrebbe ben figurare. Gli Azzurri si gioche- ranno i Quarti di Davis contro l'Austria e poi, in caso di vitto- ria, incroceranno Belgio o Francia. La super Spagna di Alcaraz (che ha confermato di partecipare) potrebbe aspettare l'Italia solo in finale. Stante la situazione non sembra esserci spazio per un ripensamento ma, in teoria, Sinner ha tempo per ripensarci sino al 17 novembre, che sarà la vigilia dei quarti di finale. Chiedere un lieto fine a questa vicenda sarebbe troppo? tre il presidente federale Angelo Binaghi si è dimostrato compren- sivo, anche se molto dispiaciuto: "Capiamo e rispettiamo la deci- sione di Jannik, che per noi resta molto dolorosa e arriva al termi- ne di una stagione lunga e inten- sa, nella quale ha ancora una volta dimostrato di essere un punto di riferimento straordinario per tutto il movimento tennistico italiano. La Coppa Davis rappre- senta per lui e per tutti noi un simbolo di orgoglio e di apparte- nenza: siamo certi che tornerà presto a indossare la maglia azzurra con la stessa passione e determinazione di sempre. Allo stesso tempo, voglio sottolineare la grande fiducia che riponiamo nel gruppo guidato da Volandri: una squadra solida, unita, capace di trasformare ogni difficoltà in una spinta". LE RAGIONI DI SINNER - Ma cosa ha spinto Sinner a rinunciare alla settimana (perché, alla fine, per quanto intensa, si tratta di una settimana) di Bologna? In un'intervista rilasciata a Sky Sport, poche ore dopo le convocazioni diramate da Volandri, l'altoatesino - come suo solito - è stato chiaro e diret- to, raccontando come la "non semplice" decisione fosse stata presa assieme al team, per avere più tempo per riposare e prepa- rarsi al meglio al primo appunta- mento del 2026, gli Australian Open di inizio anno. Il numero 2 del mondo ha precisato come, una settimana in più di lavoro (e riposo) ben fatto, non sia una "banalità", aggiungendo anche che le due vittorie consecutive in Davis hanno inciso sulla sua decisione. Difficile dargli torto. Lo sport odierno - specie uno sport individuale - è caratterizza- to da rigorosa pianificazione sia della preparazione degli atleti, sia del dispendio di energie durante le competizioni. Con calendari - anche per via del business che ruota attorno alle varie discipline - sempre più fitti, questa programmazione si è complicata notevolmente. È del tutto evidente, poi, come, nella scorsa stagione (dove ha giocato più di 60 partite), Jannik sia parso, in più di un'occasione, a corto di energie: ci sono stati alcuni ritiri e le poche sconfitte patite sul campo sono per lo più arrivate contro avversari (Alcaraz su tutti) che lo hanno

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