L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-13-2025

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GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE 2025 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO 'Flowers. Dal Rinascimento all'Intelligenza artificiale' al Chiostro del Bramante di Roma D illo con i fiori. Quante volte abbiamo pensato, prima di regalare un bou- quet, magari per un compleanno, una laurea o per augurare un buon inizio per un'attività pro- fessionale, al significato attribui- to ai fiori? No, le rose gialle meglio di no. Meglio i girasoli? O magari un'orchidea. La storia dell'arte pullula di opere in cui compaiono fiori, se non ne sono addirittura i protagonisti. Ma in quest'ultimo caso solo a partire dalla fine del Cinquecento. Una mostra a Roma, al Chiostro del Bramante, accende la curiosità su un tema che per certi versi potrebbe anche risulta- re "spinoso". "Flowers. Dal Rinascimento all'intelligenza artificiale", a cura di Franziska Stöhr con Roger Diederen, in collaborazione con Suzanne Landau, affascina già dal titolo e voglio sottolineare sin da ora che il catalogo, edito da Silvana Editoriale, è uno dei più belli che mi sia capitato di sfogliare negli ultimi anni. Colorato, ipnotico e persino pop. Anche i testi, anzi- ché dei classici saggi, vengono sostituiti da dialoghi; più che interviste, quasi degli spunti desunti da colloqui amichevoli tra specialisti e studiosi del setto- re. E così si scoprono molte cose, come ad esempio che Narciso, il bellissimo e giovane uomo che si innamorò del proprio volto riflesso sulla superficie dell'ac- qua, come narrato nelle Metamorfosi ovidiane, venne sì trasformato in un fiore, ma non necessariamente in un narciso; piuttosto, in ciò che Carlo Linneo, il famoso botanico sette- centesco, definì Narcissus poeti- cus. E questo non è esattamente la stessa cosa, bensì la consape- volezza che "ciò che rimane di Narciso è un fiore in una storia, l'aspetto poetico e il linguaggio", come sottolinea Isabel Kranz. Pare, infatti, che questa storia, come molte altre, sia stata tradot- ta così tante volte che non è chia- ro, in verità, a quale fiore si facesse esattamente riferimento nel testo originale. Sulla stessa scia va letta la leggenda di Clizia, dapprima amante di Apollo e poi respinta da quest'ultimo. Ovidio racconta che la ninfa, a causa del dolore per la fine dell'amore tra lei e il dio Sole, si trasformò in una pianta la cui sommità fu coronata da un fiore, che si rivolgeva sem- pre verso il suo amato. Sono le interpretazioni successive che hanno dato un nome al fiore in questione, il girasole appunto. Affascinante. Persino i monaci di Cluny, nell'XI secolo, durante i periodi in cui si rispettava il silenzio, comunicavano esclusi- vamente con i fiori. Ciascuno aveva il suo esatto significato. Ma c'è anche un aspetto squi- sitamente scientifico che riguar- da il rapporto tra fiori e insetti. Austin Young (Fallen Fruit), Temple of Flowers. Courtesy Austin Young, photo: Giovanni De Angelis Oggi sappiamo con certezza che non solo entrambi possono per- cepire i suoni, ma che addirittura si formano campi elettrici tra il fiore e l'ape, in grado di comuni- care all'insetto l'esatta quantità di polline e nettare ancora dispo- nibile nel fiore. Insomma, oggi la neurobiologia vegetale sta effet- tivamente dimostrando che quan- to già descritto da Darwin nel The Power of Movement in Plants (1880), finora considerato un testo non propriamente scien- tifico, ma a tratti esoterico, è la pura, strabiliante realtà. È a questo punto che la mostra ci apparirà ancora più straordinaria. Ammirare questo mondo vegetale con gli occhi di Alice (devo specificarlo? Nel Paese delle Meraviglie) ci por- terà a scoprire un mondo fanta- stico, che prende le mosse da quattro bellissime tele di Antonio Rasio dedicate alle sin- gole stagioni e datate 1685-95 fino ad arrivare alla porcellana Bicycle Basket with Flowers (2015) di Ai Weiwei, passando attraverso l'Annunciazione di Giuseppe Castellano del 1714, con i candidi gigli offerti dall'Angelo alla Vergine, giusto per rimanere, in un modo o nell'altro, in ambito italiano. Ma anche l'installazione della Testa a nido d'ape dell'imperatore Adriano (2023), ottenuta dalla deposizione di cera all'interno di un alveare su un modello a strut- tura reticolare in poliammide stampata in 3D, dall'originale bronzeo del 130 d.C. e realizzata presso il Billy Rose Art Garden del The Israel Museum di Gerusalemme, ha davvero del- l'incredibile. Difficile raccontare a parole qualcosa che riempie gli occhi di stupore. Ma, come sempre, se solo si riesce ad accendere una piccola luce di curiosità, l'inten- to è stato raggiunto. Per quanti verranno a Roma entro il 18 gen- naio 2026, la visita alla mostra "Flowers' è vivamente consiglia- ta. ADELINDA ALLEGRETTI Rebecca Louise Law, Calyx, 2023 Dried flowers, copper wire, variable dimensions (Ph Giovanni De Angelis) Mostra Flowers, Chiostro del Bramante (Ph Giovanni De Angelis) - Studio Drift (Lonneke Gordijn und/and Ralph Nauta), Meadow (Ph Giovanni De Angelis)

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