L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-5-2013

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GIOVEDÌ  5  S ETTEMBRE  2013 La Vignetta della Settimana Pronto, sono il Papa di Renzo Badolisani 'CIAO, SONO PAPA BERGOGLIO' Le telefonate, ormai, si susseguono. In Vaticano il segretario particolare compone il numero telefonico e passa il cellulare direttamente al Papa. Che chiama i fedeli, sparsi in ogni angolo del mondo, li rincuora, li invita a pregare per lui e per la Chiesa, diventando, all'improvviso, il migliore amico degli interlocutori. Senza far sentire loro il peso del ruolo che riveste. È accaduto un mese fa, all'inizio di agosto. Profondamente colpito dalla lettera inviatagli da Michele, il fratello di un piccolo imprenditore di pompe di benzina di Pesaro, assassinato da due rapinatori, Papa Bergoglio ha composto quel numero di cellulare. 'Pronto, Michele? Sono Francesco, il Papa. Dammi del tu...'. È nato così questo inedito (e rivoluzionario) modo del Pontefice di interfacciarsi direttamente con i propri fedeli. Tono confidenziale, passata l'inevitabile sorpresa, riconosciuta la voce di Bergoglio, anche Michele Ferri - che aveva scritto in Vaticano chiedendo quale poteva essere il senso di quello che era accaduto alla propria famiglia - si è sciolto, confidando al Papa i propri, attuali disagi. Bergoglio ha poi chiesto di parlare anche con la mamma della vittima, Rosalba. Che è scoppiata - anziana e oggettivamente sorpresa - in un pianto dirotto, tale addirittura di impedirle di parlare col Papa. 'Non preoccuparti, ti richiamerò tra qualche giorno'. Promessa mantenuta, la scorsa settimana Bergoglio ha composto nuovamente il numero di quella casa invasa dal dolore, parlando con la signora Rosalba. 'Non so rispondere a ciò che mi avete chiesto, credo che la cosa migliore sia pregare'. La telefonata, ovviamente, è stata prima svelata da alcuni giornali locali, puntualmente riportata, da lì a qualche giorno, anche da tv e networks. Qual è, allora, il senso di questa nuova, inedita e romantica (oggettivamente) strategia di Bergoglio? Quella, probabilmente, di far entrare la Chiesa nelle case di tutti. Alimentando un segno di attenzione verso i problemi (più gravi) della gente. Quelli che minano l'anima e rendono più vulnerabili. La scorsa settimana, invece, il Papa ha contattato il proprio continente, parlando al telefono con una ragazza argentina violentata nei giorni antecedenti da un poliziotto. Anche in questo caso, Bergoglio ha rincuorato, trasmettendo un senso di vicinanza e di mutua assistenza. Qualche buontempone sul web (anche con un filo di irriverenza) ha stigmatizzato il comportamento (che ormai sfiora la consuetudine) del Papa, accusandolo apertamente di ipocrisia. Resta, al contrario, la consapevolezza di trovarsi di fronte a un Papa profondamente diverso dai predecessori. Quel coinvolgente 'buonasera' con il quale si presentò sul balcone di Piazza San Pietro la sera della sua proclamazione, annunciava, probabilmente, un modo nuovo di vivere il rapporto con i fedeli. Fondato sui comportamenti reali e sulle esortazioni a non mollare davanti ai rovesci della vita. Ovviamente, le due situazioni (non si può escludere, in verità, che ce ne siano state altre) hanno fatto sì che il sito 'pontifex.it' e la home-page di Papa Francesco abbiano registrato un consistente aumento di fedeli. Che scrivono al Papa, aspettando, chissà, un contatto diretto. 'Pronto, sono Papa Bergoglio... Raccontami tutto...'. L'Italo-Americano PAGINA  3 La spesa? In Italia costa meno farla a Pistoia e di più nelle grandi città Rispetto all'anno precedente, secondo l'Istat, la spesa alimentare degli italiani è rimasta sostanzialmente stabile. Questo è dovuto alle strategie di contenimento messe in atto dalle famiglie per fronteggiare l'aumento dei prezzi: è stata ridotta la qualità, ma anche la quantità dei generi alimentari acquistati. Un'inchiesta di Altroconsumo (associazione a difesa dei consumatori) ha però scoperto che ci sono notevoli differenze tra le regioni e le città italiane. Monitorando quasi un milione di prezzi in un'inchiesta che ha coinvolto 907 punti vendita di 68 città italiane, è risultato che Pistoia è il luogo, in media, più conveniente per fare la spesa: in un anno una famiglia di Pistoia spende 5.876 euro. La situazione è analoga a Firenze e Pisa: nelle tre città toscane la concorrenza riesce ad imporre un abbassamento dei prezzi dei punti vendita. Molto buoni i prezzi anche a Cuneo in Piemonte e Verona in Veneto: la spesa costa circa 6.000 euro. Tra le città più care, invece, troviamo Ragusa, Messina e Siracusa in Sicilia (circa 6.700 euro), Sassari in Sardegna, Reggio Calabria e Aosta (6.800 euro l'anno). Le grandi città si posizionano tutte poco sopra la media nazio- nale: Napoli, Torino (6.400 euro di spesa) poco meglio di Milano (6.500 euro) e Roma. Il paniere di prodotti preso in considerazione per il confronto sui prezzi, comprende 482 prodotti di marca: quelli maggiormente acquistati dalle famiglie italiane tra alimentari, prodotti per l'igiene personale e per la casa. In generale, aumenti più elevati sono stati rilevati sui vini, gli olii d'oliva (normale o extravergine) e il tonno in scatola. Costano un po' meno, invece, il latte (sia fresco sia Uht), gli yogurt, il pane a fette e i cracker, e diversi articoli per l'igiene personale (carta igienica, colluttori, bagno schiuma). Se si sceglie invece di acquistare prodotti a marchio commerciale o non di marca negli hard discount, il risparmio sulla spesa fi- nale cresce ulteriormente, superando anche il 50%. Risulta inoltre che con le promozioni si risparmia in media il 22%. Scegliere se approfittare delle offerte, oppure abbandonare il prodotto di marca, può aiutare a spendere meno. Gli sconti, però, vanno scelti con moderazione. Confrontando il costo di una spesa fatta nel punto vendita più economico di una città con una spesa ottenuta a base di promozioni, in media e sempre secondo l'indagine di Altroconsumo, si può ottenere un risparmio quantificabile in 60 euro l'anno: risparmio che verrebbe eroso, tuttavia, dagli spostamenti in auto. A conti fatti, perciò, piuttosto che inseguire i ribassi stagionali, conviene andare con costanza nei negozi in cui la spesa costa meno tutto l'anno. Torna a salire la fiducia dei consumatori dopo due anni di crisi profonda Sarà l'effetto rilassante delle vacanze, sarà un po' di stanchezza per l'attenzione prolungata ai conti di casa. Fatto sta che tra gli italiani, sia cittadini sia imprese, l'ottimismo è tornato a salire e con essi anche i consumi, come non succedeva da due anni. I tecnici dell'Istat (Istituto nazionale di statistica) che hanno analizzato i dati, spiegano l'aumento di fiducia come una tendenza in linea con i dati europei e con le prospettive di ripresa. Uno scenario in miglioramento che, però, non è al momento assecondato nè da una consistente produzione per l'industria e che è con- trassegnato ancora da un profondo disagio delle famiglie italiane, colpite da impoverimento e soprattutto dalla disoccupazione. Le famiglie in particolare, nel biennio 2012-2013, hanno tagliato i consumi del -7,8% riducendo persino la spesa alimentare di 302 euro (-4,5%). La fiducia si vede un po' di più tra le aziende, confortate soprattutto dalla crescita delle esportazioni, tanto che nell'agroalimentare, secondo le stime, si potrebbe raggiungere il record storico di 34 miliardi nel 2013. Per le industrie e il commercio al dettaglio (meno per il settore costruzioni) un livello così alto di ottimismo non si registrava dal dicembre 2011. Merito del calo dello spread che nel mese di agosto è sceso a valori minimi da due anni con effetti positivi sul costo del denaro e sugli investimenti, al punto che c'è chi azzarda previsioni più rosee tra il terzo e il quarto trimestre 2013.

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