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L'Italo-Americano PAGINA 12 GIOVEDÌ 5 S ETTEMBRE 2013 Mostra del cinema di Venezia: il festival 'necessario' che guarda avanti ma non dimentica il passato e 70 anni di storia AlBeRTo BARBeRA dIReTToRe MosTRA dI VeNezIA Sostengono alcuni che "la storia corre, il cinema cammina, i festival segnano il passo". La sintesi, crudele, riassume una certa insofferenza diffusa nei confronti del cinema contemporaneo e di quelli che, fino a poco tempo fa, erano giudicati appuntamenti irrinunciabili per promuovere i nuovi film e fare la Le quattro sezioni in cui si articola il festival - Concorso, Fuori Concorso, Orizzonti e Venezia Classici - propongono un'istantanea della situazione del cinema contemporaneo, volutamente stratificata e non omogenea. Ci sono gli autori affermati dai quali non sarebbe né giusto né logico prescindere, in quanto rappresentano la ragione della nostra passione per il cinema e la Il direttore della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia Alberto Barbera cono-scenza dei nuovi autori. Ci sono sfumature maggiori nell'annotazione di Paul Schrader, secondo il quale "è un mondo che cambia. I festival sono nello stesso tempo più e meno potenti di un tempo. Lo sono di più, perché si presentano come i nuovi curatori di musei e gallerie. Di meno, perché i nuovi canali di distribuzione diretta indeboliscono l'esclusività della partecipazione festivaliera". Chi non si fa troppi problemi è il pubblico, presenza fedele e costante in migliaia di festival grandi e piccoli che continuano a sbocciare qui e là, spesso rimpiazzando eventi giunti a conclusione del proprio ciclo vitale. C'è una punta di orgoglio, invece, nel dire che questa 70° edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica fornisce – se non delle risposte – almeno qualche indicazione sul perché i festival siano ancora necessari e di come possano adeguarsi alla mutata situazione in cui si trovano ad operare. Nel compilare la playlist dei titoli proposti quest'anno, si è cercato di tener conto della crescente frammentazione e schizofrenia che sembra caratterizzare l'universo delle immagini in movimento, sempre più contrapposte per modalità produttive, incoerenza dei modelli spettacolari di riferimento, esplorazioni delle nuove potenzialità offerte dalle tecnologie digitali, aperte alla sperimentazione delle inedite piattaforme distributive e promozionali. Ma anche segnate dalle complicazioni economiche, dalla riduzione di risorse finanziarie che un tempo sembravano pressoché illimitate, dalle inedite strategie di promozione e dalle difficoltà di 'bucare' l'opaca resistenza del mondo della comunicazione. certezza della sua continuità. Ci sono esordienti e registi in cerca di quella auspicata consacrazione, cui il festival può contribuire, in maniera talvolta decisiva, grazie al prestigio e all'autorevolezza della sua selezione. Ci sono i cosiddetti film di genere, nei confronti dei quali non esiste alcuna forma di prevenzione, ma che non sempre è fa-cile collocare all'interno del pa-linsesto di un grande festival. Ci sono i documentari, che acquistano progressivamente maggior peso nella programmazione veneziana, al punto che ben due figurano nel Concorso di Venezia 70. Una "prima volta", che prende atto non soltanto della qualità di queste opere ma del progressivo sconfinamento operato nel cinema moderno fra il cosiddetto cinema di finzione e quello di documentazione, nel segno di una riconosciuta identità facente capo a comuni processi di creazione. Segno di un arricchimento estetico e linguistico di cui tutti sembrano giovarsi. Ci sono i film restaurati e i documentari sul cinema che segnalano il peso crescente dell'investimento (in tutti i sensi: culturale, estetico, emotivo, distributivo) sul patrimonio immenso rappresentato dall'eredità del cinema del passato, che torna in circolazione per alimentare la conoscenza dei giovani spettatori, favorire la vocazione di nuovi registi e accrescerne il bagaglio formativo con riferimenti culturali e linguistici dai quali sarebbe deleterio prescindere. Ci sono i cortometraggi, palestra preziosa degli autori di domani, ai quali da sempre la Mostra conferisce medesima dignità artistica dei feature film, non confinandoli in una "riserva" ma inserendoli a pieno titolo nel programma della sezione Orizzonti. C'è il Mercato del Film, che si presenta rafforzato e accresciuto nei servizi e negli spazi messi a disposizione degli operatori commerciali, dopo la lusinghiera accoglienza riservata alla sua I 70 anni della Mostra saranno celebrati con microfilm di 70 autori mondiali prima edizione lo scorso anno. C'è, infine, la conferma della Sala Web, dopo la sperimentazione avviata lo scorso anno, che offre alla platea virtuale del web la possibilità di vedere in streaming i film della sezione Orizzonti in contemporanea con la presentazione ufficiale al Lido. Non mancano le novità. La prima è rappresentata dai tre lungometraggi realizzati nell'ambito di Biennale College Cinema, il progetto di sostegno, sviluppo e finanziamento di opere prime lanciato lo scorso anno, che vede concludersi in maniera concreta e positiva la sua edizione inaugurale, in attesa di conoscere i nomi dei 12 autori selezionati per la seconda edizione il cui annuncio verrà dato nel corso della Mostra. La seconda è il progetto speciale Final Cut in Venice, che si propone di sostenere economicamente la post-produzione di 4 film africani selezionati nel corso di un workshop nell'ambito del Mercato del Film e destinato a un pubblico di produttori, buyers, distributori e programmatori di festival internazionali, per fa-vorire possibili partnership di co-produzione e accesso al mercato distributivo. La Mostra taglia, per la prima volta nella storia della Settima Arte, il traguardo della 70° edizione. L'anniversario sarà celebrato in modo originale, grazie al contributo di 70 autori da tutto il mondo che hanno accolto il nostro invito a realizzare un micro-film di durata compresa fra i 60 e i 90 secondi. Oltre che liberamente consultabili in streaming sull'apposito sito realizzato dalla Biennale di Venezia, insieme con 40 frammenti di cinegiornali storici selezionati e restaurati dall'Archivio Storico dell'Istitu-to Luce, saranno tutti proiettati al festival. Il passato e il futuro del cinema si danno così idealmente la mano, in un'edizione della Mostra che guarda in avanti, con la certezza che la sua funzione è tutt'altro che esaurita. Attrice e top model, bellezza e bravura per la madrina veneziana Eva Riccobono Eva Riccobono ha aperto la 70° Mostra di Venezia sul palco della Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido, in occasione della cerimonia di inaugurazione, seguita dalla proiezione in 3D del film di apertura (fuori Concorso) "Gravity", diretto da Alfonso Cuarón e interpretato da Sandra Bullock e George Clooney, una produzione Warner Bros Pictures. Il 7 settembre Eva Riccobono, madrina della rassegna in corso fino al 7 settembre l'attrice condurrà la cerimonia di chiusura, quando saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali della Mostra. Eva Riccobono nasce a Palermo, da padre italiano e madre tedesca. Giovanissima diviene una delle più famose top model del panorama internazionale, richiesta dai più importanti fotografi del mondo. Sfila per le griffe più importanti e di molti diviene testimonial di campagne mondiali. Sul piccolo schermo debutta nel 2002, affiancando Fiorello nel programma "Stasera pago io". Sette anni dopo, Fiorello la richiama per il suo nuovo show "Il più grande spettacolo dopo il week end". Debutta cinematograficamente nel 2008 al fianco di Carlo Verdone nella commedia "Grande Grosso e Verdone", film a episodi in cui interpreta il ruolo di Blanche, donna dei sogni del protagonista. Nel 2012 interpreta una prostituta eroinomane nel discusso ma premiato film di Paolo Franchi "E la chiamano estate," vincitore del premio per la miglior regia al Festival Internazionale del Film di Roma. Dalle passerelle al set, al Lido Ma è il 2013 che vede consolidata l'evoluzione artistica della Riccobono: grazie al ruolo di Simonetta nel film di Marco Ponti "Passione Sinistra", vince il Ciak d'Oro come miglior attrice non protagonista. Poi ottiene una nomination ai Nastri d'Argento. Sempre nel 2013 è interprete del film di Luigi Cecinelli "Niente può fermarci", che affronta il tema della paura del futuro da parte del mondo giovanile, in chiave di commedia scacciapensieri. Infine, ha da poco ultimato le riprese del nuovo film di Renato De Maria, "La vita oscena" dall'omonimo romanzo di Aldo Nove.