L'Italo-Americano

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L'Italo-Americano PAGINA  10  GIOVEDÌ  5  S ETTEMBRE  2013 Champions League: Real Madrid e Barcellona per Juve e Milan. Girone di ferro per il Napoli, meglio Lazio e Fiorentina in Europa League ANdReA TedesCHI Si chiama Champions League, lega dei Campioni, e per questo partite facili non esistono. Certo è che può capitare di pescare nelle urne del sorteggio della prima fase a gironi, avversari se non cuscinetto, quantomeno abbordabili. Ma per le squadre italiane della dirigenza, all'allenatore livornese tocca in sorte una vecchia (e scomoda) conoscenza: il Barcellona, per la terza volta negli ultimi tre anni sorteggiato in abbinamento con il Milan. Non sarà più lo squadrone dominatore d'Europa e del mondo, e l'esordio in panchina dell'argentino Ge- Neymar, punta del Barcellona, che sfiderà il Milan in Champions League quest'anno non è andata proprio così. Cominciamo dal Milan, ultima arrivata tra le pretendenti al titolo dopo il vittorioso spareggio contro il Psv Eindhoven che per qualche giorno ha allontanato le nubi sul futuro rossonero del tecnico Massimiliano Allegri. Smaltita la rabbia per le critiche piovute soprattutto da parte rardo Martino potrebbe causare qualche disorientamento, ma l'innesto di Neymar accanto al fenomeno Messi la rendono una delle compagini più accreditate al trionfo finale. Ostiche anche le altre due avversarie, dal passato glorioso e capaci di essere sempre difficili soprattutto tra le mura amiche: l'Ajax di Amsterdam, campione d'Olanda lo scorso anno, e il Celtic di Glasgow vincitore del campionato scozzese. Non va meglio alla Juventus, che trova sulla sua strada il nuovo Real Madrid con una vecchia conoscenza in panchina. Carlo Ancelotti una decina di anni fa venne allontanato in malo modo dalla dirigenza bianconera dopo due secondi posti, e c'è da giurare che nonostante l'aspetto pacifico il mister emiliano non abbia dimenticato. Il feeling ritrovato dal Real con la stampa e il pubblico di casa, dopo il burrascoso rapporto con Jose Mourinho, potrebbe consentire alle spendaccione merengues di portare a casa la "Decima" Coppa dei Campioni. Un traguardo che il portoghese oggi tornato alla guida del Chelsea (fortunato, visto l'abbinamento con Schalke 04, Basilea e Steaua Bucarest) non è riuscito a raggiungere nonostante lo scudetto 2011/2012 conquistato con 100 punti. Per la Juventus il vero ostacolo da superare per accedere al secondo turno saranno i turchi del Galatasaray, che nell'ultima annata hanno accolto Didier Drogba e Wesley Sneijder, piuttosto desiderosi di dimostrare di non essere finiti come calciatori. Più "morbido" sulla carta il Copenhagen, ma la storia ha dimostrato come nessuna partita in Champions sia da sottovalutare. Il mister emiliano Carlo Ancelotti alla guida del Real Madrid Infine, il Napoli di De Laurentiis. Inseriti in quarta fascia nonostante il secondo posto in campionato, gli azzurri incontreranno i vicecampioni dell'anno scorso del Borussia Dortmund, Arsenal e Olympique Marsiglia. Tre avversarie ostiche, indebolite in teoria rispetto alla stagione scorsa ma sicuramente in grado di fare ottima figura a livello continentale. È probabilmente il girone più equilibrato, e molto conterà soprattutto l'esperienza del tecnico Benitez, che in avvio di campionato ha dimostrato di aver già trasmesso alla squadra il proprio spirito. Se il Napoli, che non sembra aver patito troppo il trasferimen- to di Cavani al Paris Saint Germain si ripeterà anche in Coppa, potrebbe diventare un avversario difficile da battere per chiunque. Partenza morbida invece per le due italiane impegnate nei turni di coppa in Europa League. Eliminata l'Udinese negli spareggi dallo Slovan Liberec, la squadra della Repubblica Ceca, la Fiorentina vincitrice sul Grasshoppers pesca nell'urna gli ucraini del Dnipro, i portoghesi del Paços Ferreira e i romeni del Pandurii. Per la Lazio, qualificata direttamente dopo la vittoria in Coppa Italia, i turchi del Trabzonspor, i polacchi del Legia Varsavia e i ciprioti dell'Apollon Limassol. Abbagnale, la storia continua: il figlio di Us Open, dal derby azzurro Giuseppe oro mondiale (sempre) in Corea all'impresa: avanti le italiane Venticinque anni dopo, un Abbagnale ritorna sul tetto del mondo. Manco a dirlo, con lo stesso armo (nel canottaggio così si chiamano le imbarcazioni) che ha costruito la leggenda di papà Giuseppe e zio Carmine, insieme al timoniere Peppiniello di Capua: il due con. Era il 1988 quando il trio d'oro del remo italiano conquistava in Corea del Sud, a Seoul, la seconda affermazione olimpica consecutiva dopo quella di Los Angeles di quattro anni prima. La loro leggenda si sarebbe infranta (in par-te) solo ai Giochi di Barcellona del 1992, quando un'altra coppia leggendaria di fratelli, i britannici Searle, li relegarono al secondo posto. Ma se una passione è di famiglia, si sa che può diventare contagiosa. Il terzo fratello, Agostino, di ori olimpici ne ha vinti addirittura tre, tra due e quattro di coppia. Ma nel 2013 pare sia arrivata l'ora della seconda generazione degli Abbagnale: Vincenzo, primogenito di Giuseppe, ha infatti vinto l'oro nel due con, insieme a Luca Parlato e al timoniere Enrico d'Aniello, ai mondiali in corso a Chungju, guarda caso ancora in Corea del Sud. "Ero in Corea, ero sulla stessa barca di papà: non potevo non avvertire la pressione. Poi in gara ho pensato solo a me stesso, a Vincenzo Abbagnale ha vinto l'oro nel due con di cannottaggio in Corea mettere la punta davanti agli altri. Però l'emozione più grande è stata vedere piangere papà quando mi ha fatto i complimenti", ha confessato Vincenzo Abbagnale subito dopo la vittoria. Una bella soddisfazione anche per Giuseppe Abbagnale, oggi presidente della Federazione Italiana Canottaggio. Non parlategli però di favoritismi: le vittorie giovanili, le prime convocazioni in nazionale, le medaglie iridate juniores sull'otto, Vincenzo se le è conquistate con tanto lavoro. E del resto uno sport come il canottaggio non ti regala nulla. Per ripetere davvero le imprese di papà e di zio, però, Vincenzo dovrà cambiare strada, o quanto meno barca. Dal 1996 il due con non è più disciplina olimpica, dal momento che il Cio ha preferito sacrificarla a barche più "spettacolari" come l'otto. Nell'otto Vincenzino ha dimostrato di saperci fare. Speriamo che tra tre anni a Rio de Janeiro sia in grado di dimostrarlo. In Corea anche la coppia italiana Battisti-Fossi, oro europeo e oro ai Giochi del Mediterraneo di Mersin, ha ottenuto la sua medaglia: bronzo al termine di una gara emozionante e in continua rimonta, alle spalle di Norvegia (oro) e Lituania (argento) pur partendo dall'ultima posizione. Un risultato che fa ben sperare per il futuro del canottaggio tricolore. Per accedere ai quarti scontro in casa tra due italiane ma nel frattempo, da numero 136 al mondo, si può superare il terzo turno a Flushing Meadows battendo in tre set, nella sorpresa generale, l'ex regina del ranking internazionale e attuale numero 8, Caroline Wozniacki. È questione di uno stile italiano fatto di grinta e tenacia che sta contrassegnando questa fortunata stagione di tennis azzurro al femminile. Una tenacia che sta portando almeno un'azzurra ai quarti dell'ultimo Slam stagionale. Dopo Flavia Pennetta (che per proseguire deve superare la romena Simona Halep), Roberta Vinci e Camila Giorgi si sono qualificate per gli ottavi di finale dell'Us Open di tennis, in corso a New York. Le due azzurre ora dovranno purtroppo scontrarsi per contendersi il piazzamento ai quarti, dopo che la Vinci ha avuto la meglio in un altro derby italiano con Karin Knapp, sconfitta 6-4, 6-3. Da impresa la qualificazione della Giorgi, 21enne marchigiana, che ha eliminato la danese Caroline Wozniacki, nella lista delle favorite, battendola in tre set 4-6, 6-4, 6-3 in due ore e mezzo di gioco. Il suo buon tennis si era già fatto notare a Wimbledon, dove era arrivata ai quarti, ma negli ultimi due mesi era stata costretta a una sosta per infortunio alla spalla. Ora promette di recuperare il tempo perso: "Sognavo di giocare su questo campo . Era il mio obiettivo. Ho mantenuto la concentrazione e il tifo a favore mi ha sicuramente aiutato. Ho commesso errori, certo, ma il mio gioco è questo. Sogno una coppa, ma non so quale... Per ora, però, penso solo alla prossima sfida". Allegro il fuoriprogramma che ha contrassegnato il match della tarantina Pennetta agli Us Open. Uno scoiattolo ha improvvisamente invaso il campo, sfuggendo anche alla Kuznetsova che provava a rincorrerlo, prima di lasciare il terreno di gioco. La tennista Camila Giorgi

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