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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 17 OTTOBRE 2013 Libro di lino e pietra Sarcofago a rilievo policromo. Originario della Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, risale al secondo venticinquennio del IV sec. a.C. e si trova oggi nelle prestigiose sale dedicate alla civiltà etrusca dei Musei Vaticani di Roma. Fu rinvenuto in una tomba a camera originariamente con le pareti decorate da pitture, detta dei Sarcofagi, per la presenza di altri tre esemplari nella stessa pietra, il mar-mo del Circeo. Sul coperchio del sarcofago lungo quasi due metri, decorato alle estremità con acroteri come il tetto di un edificio, giace il defunto adorno di gioielli; vicino alla testa è rappresentato un "liber linteus" deposto ripiegato, ovvero un libro scritto su un drappo di lino. Sulla fronte della cassa e su un fianco è scolpito a bassorilievo, ravvivato da policromia, un corteo funebre con musici e sacerdote con lituo, il bastone ricurvo a mo' di pastorale. Schema inedito Morte e assunzione della Vergine. Il rilievo marmoreo fu scolpito da Andrea di Cione detto l'Orcagna per il tabernacolo della Loggia di Orsanmichele (1355-59) di Firenze. Sulla parete posteriore del tabernacolo, l'artista realizza una complessa varietà di soluzioni compositive che precorrono gli esempi della scultura fiorentina del Quattrocento. Nel riaccostare gli aspetti giotteschi (privati delle loro valenze plastiche e strutturali) l'artista sviluppa uno schema inedito: la tradizionale divisione a polittico viene rotta dalla disposizione delle figure che, aboliti i diaframmi tra gli scomparti, si dispongono liberamente anticipando soluzioni della pittura fiorentina dei decenni successivi. L'uso di colori foschi e di contorni taglienti conferisce alle immagini una monumentalità un po' meccanica, in un'interpretazione ricca degli schemi gotici. Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Olio da radiografare San Matteo e l'angelo. Dipinto a olio su tela di Giovanni Gerolamo Savoldo, databile al 1530-1535 circa e conservato nel Metropolitan Museum of Art di New York. Destinato originariamente a uno studiolo privato, è uno dei più begli esempi dei notturni per cui Savoldo era famoso. L'evangelista Matteo è rappresentato a un tavolo durante la scrittura, mentre un angelo alla sua destra, gli suggerisce cosa scrivere. La luce proviene dalla candeletta poggiata in primo piano. Di grande forza è la veste di Matteo che, accesa da bagliori e effetti chiaroscurali suggestivi, ha la consistenza pesante del velluto, ottenuta con pennellate dense che sono uno degli stilemi più riconoscibili dell'artista. Radiografie hanno evidenziato il disegno di una donna nella parte destra. www.italoamericano.com Trasposizione Annunciazione. Rilievo in marmo della pala dell'altare di Sant' Ignazio di Filippo della Valle a Roma. Filippo della Valle nel 1750 terminò il monumentale bassorilievo con l'Annunciazio-ne a Sant'Ignazio, degno completamento del San Luigi Gon-zaga eseguito cinquant'anni pri-ma da Pierre Legros (anche l'altare riprende, in forma semplificata, l'architettura dell'altare di San Luigi, disegnato da Andrea Pozzo). La trasposizione scultorica della pala d'altare era un'esperienza che aveva molti precedenti secenteschi, ma difficilmente era stata conseguita un'equivalenza, tanto sottile e raffinata. Il rilievo è graduato al pun-to da riuscire a sfruttare al massimo le possibilità atmosferiche e luministiche, con una levità di segno che rammenta la pittura di un Batoni, già vagamente neoclassico. 9 Tenue raffinatezza Fiori di campo. Opera del 1953 (oggi della Fondazione Cariplo) di Filippo De Pisis. È il risultato delle correnti artistiche dell'impressionismo e del fauvismo apprese a Parigi. Le nature morte del pittore ferrarese, gettate con pennellate leggere sulle tele conquistarono un pubblico raffinato: le tinte tenui, polverose, l'incompiuto, gli in-chiostri acquerellati incantavano i signori e le signore di Ferrara, Bologna e Padova, mentre in Francia i contemporanei Matisse e Chagall acquisivano riconoscimenti dagli intellettuali. Il tratto guizzante dissolve i volumi e rende dinamici e luminosi i paesaggi dove riecheggia una natura florida, mite e dolce, che lo distingue dagli altri pittori della sua epoca. La maestria trasmette un gusto delicato come un dorato pomeriggio nei campi.