L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-07-2013

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE 2013 Copia di copie Statua di Artemide Efesina. Copia romana da originale del II secolo a.C., la scultura in marmo e bronzo è conservata ai Musei Capitolini di Roma. La dea era venerata nel santuario di Efeso, in Anatolia (l'attuale Turchia) e a noi è nota solo da riproduzioni successive ed in special modo dalle monete emesse dalla zecca della città, a partire dall'età ellenistica. La dea è rigidamente diritta e protende le braccia. Il busto regge più file di mammelle quale simbolo di fecondità o, secondo altri, degli scroti dei tori che a lei ritualmente venivano sacrificati. Sulle gambe la veste aderente è ornata, nella parte anteriore, da leoni, tori e cavalli alati, e lungo i fianchi, da sirene alate, rosette, sfingi ed api, ripetute anche sulla fascia più bassa della veste, laddove essa lascia spuntare la tunica che si apre a ventaglio sui piedi. Il volto, le mani ed i piedi sono realizzati in bronzo. Scelta di stile Nozze di Cana. Opera del 1376-78 di Giusto de' Menabuoi conservata nel Battistero di Padova. Rispetto alle esperienze precedenti, dovette essere colpito dalle ordinate fissità romaniche e bizantine, come testimonia il grande Paradiso nella cupola del Battistero. Nel tamburo mostrò un estro meno bizantino, come le figure inserite entro veridiche stanze illusionisticamente dipinte. Più libera invece la raffigurazione negli episodi di contorno, come nelle Nozze di Cana, dove una schiera di servitori si muove con naturalezza nella stanza, a differenza degli statici commensali. Dall'analisi di queste scelte stilistiche si evince come l'uso o meno di effetti retrò fosse una precisa componente cercata per fini espressivi e simbolici: è forse l'unico pittore del Trecento che ha consapevolezza nello scegliere via via quale linguaggio adoperare. Maestria 'morta' Natura morta con frutta e fiori. Questo olio su tela è conservato alla Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano. Datato prima metà del XVII secolo è opera di Tommaso Salini, detto Mao Salini. Pittore del periodo barocco, fu attivo principalmente a Roma, specializzato nella pittura di genere ed in particolare nella natura morta. Esordì nell'ambito del tardo manierismo romano e fu influenzato molto dall'opera di Caravaggio, con il quale condivideva anche un carattere molto turbolento. Influenzò in modo evidente la pittura di natura morta e fu maestro di Mario de' Fiori. A lui potrebbe essere attribuita la bellissima Fiasca con fiori della Pinacoteca civica di Forlì. Sua La natura morta di frutta e ortaggi, conservata a Zurigo (collezione privata) firmata e datata 1621. www.italoamericano.com Balconata barocca Palazzo Balleani. Il palazzo, di proprietà della famiglia Baldeschi-Balleani, venne realizzato dal 1720 su disegno dell'architetto romano Francesco Ferruzzi. L'elegante facciata, dagli spigoli arrotondati, è caratterizzata da una balconata barocca con ringhiera in ferro battuto, sorretta da quattro possenti telamoni, realizzata dal ravennate Giovanni Toschini, autore anche della statua con Vergine e Bambino collocata nella nicchia al centro della facciata. Il piano nobile e i piani superiori ospitano sale dalle pregevoli pitture e stucchi dorati, eseguiti da diversi artisti. Il nome della famiglia deriva da quello originale dei Baligani insediatisi a Jesi verso la metà del sec. XII, che ebbero un ruolo politico di primo piano durante le continue guerre tra guelfi e ghibellini per il possesso della città. 9 Natura quotidiana Orlando e Rodomonte combattono sul ponte. Opera del 1838, quest'olio su tela di Giuseppe Bisi è conservato a Brescia, nei Musei Civici d'Arte e Storia. Su un ponte a precipizio su un dirupo i due personaggi mitologici lottano furiosamente. A destra Fiordiligi, a cavallo, tende il braccio come per fermarli. A sinistra sorge una moschea. Dietro le figure un torrente vorticoso avvolge con la nebbia delle sue rapide le rupi circostanti. Sullo sfondo si delinea un paesaggio con mare e colline. Essenzialmente pittore paesaggista, Giuseppe Bisi delineò un proprio modo pittorico in cui la natura è osservata semplicemente nella sua quotidianità, nonostante l'epoca, in cui l'artista visse la sua giovinezza artistica, evocasse atmosfere più marcatamente romantiche.

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