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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE 2013 www.italoamericano.com 5 Inattesa scoperta culinaria nella Sun Valley: c'è da leccarsi le dita con i buoni sapori della Toscana fra le montagne dell'Idaho BRUNo pozzI Da qualche anno ho scoperto un posto dove un toscano vero vorrebbe sempre arrivare a mezzogiorno e mangiare una pastasciutta calda e fumante con un ragù che poteva fare solo Ada o Crolinda nella trattoria di Lucca della mia zia Natalina Vellutini. A tre minuti da Sun Valley il ristorante Cristina's ti accoglie in un'atmosfera di festa e allegria. Fra queste montagne e valli dell'Idaho la locanda è un miraggio di cibo fresco fatto di prodotti locali. La proprietaria e vera cuoca è Cristina Ceccatelli Cook (guarda caso si sposò con un architetto dal cognome Cook), una toscana verace nata a Terranova Bracciolini vicino a S. Giovanni Valdarno. Lei, però, dice di essere fiorentina d'adozione. Laureatasi a Firenze in Pedogogia, Psicologia e Letteratura, è rimasta nel capoluogo toscano ad insegnare alle scuole magistrali fino al 1989. Questa bella donna, asciutta e piena d'energia, visse da bambina nella tenuta di famiglia alla Fattoria di Riofi. Imparò a vedere insaccare salami, prosciutti e salsicce, a cucinare fagiani, e lepri. Ad assaporare quella cucina nostrana che ti fa quasi perdere i sensi. Le ricette venivano passate da una generazione all'altra. Tutta la famiglia contribuiva all'arte di stare a tavola. Venne nell'Idaho nel 1981 a trovare un'amica e conobbe il fratello. Si trasferì a Boise nel 1989 e aprì un ristorante e una panetteria, poi, nel '93 acquistò una casetta che poi convertì in una tipica trattoria di campagna a Ketchum. Si entra e si beve vino rosso e si stuzzica il palato assaggiando pezzetti di grana da una forma enorme di formaggio messo su un tavolino rotondo in bella vista. Pane fresco e fragrante. Sembra d'essere a S. Andrea in Percussina vicino a Firenze, alla cantina di Machiavelli con la fettunta, la salsiccia e fagioli toscani. Cristina ha saputo accoppiare le carni, i pollami, il pesce ed i prodotti della terra con affettati e formaggi che vengono dall'Italia. Basta vedere il menù: Gli antipasti: burrata, salsiccia, pecorino romano, marinata di vegetali, carciofi al tegame, pane e intingoli di funghi, cavolfiore al sugo e finocchi al burro, ecc.. Zuppe: cipollata, peperoni arrostiti e pomodoro, brodo di pesce, zuppa di farro, fagioli e calamari, zuppa di avocado freddo ecc. Pasta. Polenta, e risotto di tutti i colori e sapori. Tramezzini, panini e polpette per tutti i gusti. Piatti forti: insalate tricolori con pollastrella arrostita al succo di limone, contorno di avocado e cuori di palma. Polpettone e purè di patate, bistecca alla fiorentina, peposo della formacine. Meglio non raccontare della pasticceria: farebbe invidia a Robiglio o Gigli, pasticcerie rinomatissime di Firenze. Vi do un po' di esempi: torta al gianduiotto, cenci della Gioconda (questo è il nome della mamma di Cristina), crostata di marmellata e, per finire l'Archemes di Firenze che fu creato dagli Alchimisti dei Medici che lo chiamarono "élisir di lunga vita" oppure il famoso limoncello della casa. Si parla spesso di arte e di artisti, di coloro che fanno dipinti o scrivono romanzi. Io vi dico che da Cristina s'incontra l'Arte di fare e gustare cucina in buona compagnia. La clientela del locale è preziosa perchè ogni giorno crea un'atmosfera da bistrò di paese che gusta un cibo finalmente semplice, ma gustoso e dettato dalle stagioni come da noi in Toscana. Cristina cucina e cuoce le sue ricette tutti i giorni iniziando molto presto ogni mattina, per la sua entusiastica clientela locale, le celebrità di passaggio o le persone importanti che hanno fatto di Sun Valley il loro ritiro personale. Lei le offre baccelli e pecorino, crostini di fegatino, pasta e fagioli, lenticchie e minestrone. Ho intervistato Cristina che mi ha detto tante cose. Ma quelle che mi hanno colpito sono legate alla sua famiglia: la mamma che era bellissima e che si chiama Gioconda; il padre Emilio che venne in America ad inorgoglirsi della figlia. Quel padre che una volta disse alla figlia: "Ringraziamo il Signore per aver buttato via lo stampo dopo la tua nascita". Mi ha parlato del figlio Cristian che fa l'avvocato a Chica- Ristorante e Panetteria: Cristina's ha i profumi e i sapori di una volta go, delle centinaia di banchetti e ricevimenti organizzati nelle belle dimore e chalet di Sun Valley. Mi ha parlato con orgoglio della forchetta inventata dai fiorentini e portata alla corte di Francia da Caterina dei Medici. Mi ha fatto assaggiare il tiramisù e il limoncello con la sua ricetta e formula segreta. Cristina ha già scritto tre meravigliosi libri che contribuisco- no alla serie di libri con ricette scritte dai cuochi toscani, a partire da Pellegrino Artusi. Le prefazioni dei suoi libri sono scritte da persone importanti come Renee Behnke, presidente della ditta Sur La Table, Elaine Wynn, director of Wynn Resorts, Van Gordon Sauter ex-presidente della Cbs News e della Fox News. Le chiedo qual è la ricetta per il suo sugo preferito e, guarda caso, mi dà quella di mia madre Tecla: prezzemolo, aglio, cipolla, carota, sedano, peperoncini, funghi secchi in salamoia, salvia, pepe, sale e olio toscano. Le ho poi chiesto il nome della sua pietanza preferita: lo spezzatino di vitella o di manzo. Le domando cosa ne pensa del suo successo e lei risponde: "Mi piace pensare al mio ristorante non come a un commercio ma come a un posto intimo e confortevole, con un via vai di gente, come succedeva nelle trattorie che ho freguentato durante la mia giovinezza. Il vino della casa dev'essere sempre buonissimo. L'odore del soffritto e del pane appena sfornato deve riempire l'ambiente". Cristina's, il ristorante, è famosissimo anche per le colazioni e le frittate. Essendo una pasticceria e panetteria, il breakfast diventa una festa di sapori e fragranze che attira la gente da tutta la valle. Forse a Los Angeles dovrebbero rispolverare quel treno che una volta andava dalla Union Station a Sun Valley con Gary Cooper e Tony Curtis, Charlton Heston, Lucille Ball e Marilyn Monroe per andare a mangiare un boccone da Cristina e passare qualche giorno in buona compagnia. Insomma questo ristorante, che vive solo di giorno, fa onore alla Toscana e all'Italia ed è un posto di cultura e di arte culinaria nel cuore dell'America. Boom di nuove etnie a Vancouver, dove vivono 76mila italo-canadesi ANNA MARIA zAMpIERI pAN Stiamo vivendo una crescita demografica definita eccezionale dagli esperti del settore. Il fenomeno non è dovuto allo sbarco di qualche decina di "giovani in fuga", individui o piccole famiglie in cerca di un futuro sereno, quanto invece alle nuove "ondate" di immigrati provenienti soprattutto dai Paesi asiatici. I dati dell'ultimo censimento della popolazione - che registrano 2 milioni 313.328 residenti nella Vancouver metropolitana dimostrano una crescita costante annua di oltre il 9 per cento. Il culmine era stato toccato nel 1991, con il 37% di crescita. Un secolo prima, nel 189, gli abitanti erano 21.887. Ad attirare il nostro interesse, e non solo quello di geografi e sociologi, è soprattutto la previsione che le cosiddette "minoranze visibili" prevarranno sui "bianchi", raggiungendo nel giro di qualche anno una maggioranza del 59 per cento. I whites, secondo la definizione ufficiale canadese, sono i discendenti degli immigrati europei colonizzatori (vi rientriamo, perciò, anche noi di origine italiana), mentre visibili minorities sono, tra le altre, cinesi, sudasiatici, filippini, coreani, west asiatici. Un insieme di gruppi etnici, questi ultimi, che la crescente ondata migratoria spingerà a diventare maggioranza. Quanto alla minoritaria popolazione aborigena non si prevedono sviluppi particolari, se non nel processo di reciproca accettazione e augurabile cooperazione. Dedicare attenzione ai costumi e alla ricca produzione artistica dei "nativi" della West Coast (il 2.82 per cento della popolazione metropolitana) è non solo un dovere di chi è arrivato dopo, ospite e poi comproprietario della loro terra, ma anche un arricchimento spirituale. Utile riflessione questa, anche per noi italo- Negli ultimi anni, a Vancouver, stanno progressivamente aumentando le 'minoranze visibili' canadesi, siamo circa 76 mila (il 3,4 per cento della popolazione). Sta infatti a individui, enti ed associazioni che abbiano trovato un proprio spazio vitale nella composita realtà multietnica e multiculturale della grande Vancouver, uscire dai confini limitanti del gruppo etnico, per quanto culturalmente ricco e appagante. Ciò significa aprirsi alle altre etnie, cooperare a progetti comuni, offrire e ricevere esperienze di impegno, ma soprattutto lavorare insieme per una visione del futuro: senza timore e liberi da qualsiasi tentazione razzista. Con la nuova immigrazione asiatica stiamo assistendo, sia pure nel contesto di un rilevante agnosticismo religioso, all'aumento del numero dei fedeli di fede cristiana, aperti alla testimonianza ecumenica. A Vancouver i cattolici sono attualmente il 19 per cento, i protestanti il 17,4, altri cristiani il 4,4, gli ortodossi l'1,7. Da segnalare poi il 6,8 di sikhs, il 3,4 di buddisti, il 3,2 di musulmani, l'1,8 di induisti e l'1,8% di ebrei. Secondo le previsioni degli esperti, il maggior gruppo religioso rimarrà nei prossimi due decenni quello cristiano, seguito immediatamente da sikhs, musulmani e buddisti.