L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-05-2013

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 5 DICEMBRE 2013 www.italoamericano.com 5 Nonno da prima pagina: Salvatore Caruso e i suoi 108 anni in buona salute, un caso mondiale studiato dagli scienziati dOMeNICO LOgOzzO Legge senza usare gli occhiali la prima pagina del "Quotidiano della Calabria", mentre l'eccezionalità del suo caso conquista la ribalta televisiva nazionale della trasmissione pomeridiana "La Vita in Diretta". Le telecamere di RaiUno lo hanno raggiunto a Molochio, comune di 2.557 abitanti della provincia di Reggio Calabria, per raccontare agli italiani la sua meravigliosa storia. Salvatore Caruso il 2 novembre scorso ha compiuto 108 anni. È uno dei casi mondiali di "longevi in buona salute" studiati dagli scienziati che voglio- l'associazione "Prim'olio" lo hanno scelto come testimonial ufficiale per l'olio extra vergine calabrese. La cultura e l'agricoltura. Nonno Salvatore ha questi due grandi amori. Che non ha mai abbandonato. Con la forza della volontà è riuscito a riprende gli studi e portarli brillantemente a termine. Legge i giornali e segue la tv senza occhiali. Ha pubblicato due libri e sta lavorando al terzo romanzo. Si intitola "La fine del mondo". Tra scienza e fantascienza, storia e immaginazione, dà una sua personalissima interpretazione dei misteri dell'universo e alle previsioni di Nostradamus. Su foFesta di compleanno in famiglia per il lucidissimo e attivo Nonno d'Italia, il calabrese Salvatore Caruso Salvatore Caruso legge ancora il giornale e guarda la tv senza occhiali no scoprire i segreti di "lunga vita stando bene". La prestigiosa rivista National Geographic ha dedicato ampio spazio al nonnino che è stato "esaminato" da studiosi dell'Università della Calabria. Li ha sorpresi per la sua eccezionale lucidità. Ricordi limpidi di una vita intensamente vissuta, attraverso due secoli e due guerre mondiali, momenti difficili e vicende molto dolorose, come la Caruso sta lavorando al 3° romanzo morte del padre che lo costrinse ad interrompere gli studi per occuparsi della coltivazione della terra e in particolare degli uliveti. National Geographic ha pubblicato una bella foto di nonno Salvatore tra gli amati alberi di ulivo: "Ero in fasce e mia madre mi portava qui durante il periodo della raccolta delle olive". Recentemente la Regione Calabria e gli di carta protocollo tenuti in perfetto ordine, con limpida grafia, ha esposto le sue teorie. "Mille anni fa i popoli della Terra percorsi da numerose calamità, atterriti da varie comete, credevano che la fine del mondo fosse vicina…". È questo l'inizio del romanzo di Caruso, che parte dal lontano passato per ipotizzare scenari futuri. Uomo di mille idee. "'U raggiuneri", come lo chiamano in paese, sorprenderà ancora. Sicuramente sarà un'altra lettura appassionante che dobbiamo attenderci, come con i due precedenti romanzi. Vivacità culturale incredibile. Claudio Nanni, il suo editore di Ravenna, rileva infatti che "gli anni non hanno intaccato la mente giovanile dell'inossidabile Salvatore Caruso". Inossidabile. La parola giusta per definire un ultracentenario che canta le canzoni di un tempo, accompagnato dalla chitarra suonata dai nipoti. È per la precisione. Presta la massima attenzione. E quando c'è qualche incertezza o errore li richiama: "Non è così, stai attento, sbagli". Chiaramente gli errori dei ragazzi sono voluti. Per "verificare" la sua lucidità. Salvatore e Giovanni adorano il nonno ultracentenario: "È brillantissimo. Quanti buoni consigli ci dà!". Una fortuna per i due ragazzi che vivono accanto ad un uomo ancora capace di dare esempi positivi. Lezioni di vita, iniezioni di fiducia in un'epoca in cui purtroppo c'è molta confusione e le giovani generazioni non possono contare su solidi punti di riferimento. Ricordando il mito di Kennedy a Milano: vivere da americani e morire da americani sTeFANO CARNeVALI A cinquant'anni dall'assassinio di Dallas, la figura di John Fitzgerald Kennedy è ancora significativa e vitale nell'immaginario collettivo. Tanto negli Stati Uniti, quanto in Italia. A Milano, Paolo Colombo, ordinario di Storia delle Istituzioni politiche all'Università cattolica del Sacro Cuore, ha celebrato l'anniversario della morte del 35° presidente americano, con una lezione aperta, nel suo stile: quello della storia narrata e interpretata. In un'aula stracolma, il docente milanese ha invitato il pubblico a seguirlo in un percorso che, partendo dalla tragedia di Dallas, ha attraversato gli snodi più significativi del mito americano. "Quando arrivò la notizia della morte di Kennedy, mia madre pianse", racconta Colombo. "E mia madre non aveva mai messo piede fuori dall'Italia. Com'è possibile che si sentisse così coinvolta da un assassinio avvenuto a migliaia di chilometri di distanza?". Muovendo da questo interrogativo, Colombo ha condotto gli spettatori in una coinvolgente analisi del mito americano e di quello rappresentato da Kennedy. La Frontiera, innanzitutto: l'epica della formazione degli Usa (così celebrata e apprezzata, a differenza del proces- so dell'unità d'Italia) attraverso il costante "voler andare oltre". Fino al Pacifico, proponendo al mondo la Dottrina Monroe e, proprio con Jfk, mobilitando le forze giovani e vitali della nazione, per fronteggiare il blocco sovietico e conquistare addirittura la Luna. In questa sua 'ansia di andare oltre', Kennedy è da considerarsi un perfetto prototipo dell'americano, ma è anche "paragonabile a un bambino, che sogna di scoprire e di oltrepassare ogni limite. Con errori, qualche incertezza ma tanta curiosità e molto coraggio". Proprio in questo parallelo con i bambini Colombo individua la ragione delle lacrime di sua madre, di una mamma che ha visto frustrati i sogni di un bambino e il suo coraggio innocente". Il passaggio successivo della lezione è ruotato attorno al coraggio di Kennedy. I grandi obiettivi del presidente (compattare una nazione sfruttandone le forze più vitali; far sì che ogni cittadino si adoperasse per il bene del Paese, prima che del proprio; conquistare la Luna) erano stati scelti "non perché facili, ma perché difficili". Tutte queste decisioni confermavano lo straordinario coraggio di un'amministrazione e di un uomo politico che, nonos- L'epica statunitense e il mito di Jfk che fece storia anche in Italia tante i suoi limiti, sapeva fare della parola un'arma potentissima, costruttiva e motivante. Con un audace parallelo, l'oratoria di Jfk viene paragonata addirittura a quella degli eroi greci, in grado di utilizzare i discorsi per convincere, incoraggiare e sedurre. Ed è il lato della seduzione il 'lato oscuro' della Luna rappresentata da Jfk. La passione del presidente per le donne sarà sempre fonte di discussione, polemiche e infelicità. Soprattutto per la sua amante più famosa, Marylin Monroe, e per sua moglie Jacqueline. Se la Monroe uscirà di scena con un suicidio, Jacqueline proverà la disperazione definitiva, vivendo in prima persona, con coraggio esemplare, tutti gli istanti della maledetta giornata di Dallas: dallo sparo fatale, alla grottesca necessità di assistere al giuramento del presidente Johnson che, in tutta urgenza, raccoglierà l'eredità di Kennedy. Frontiera, leggenda, limiti da superare, sogno e fascino della parola. Il tutto unito dal 'filo rosso' del coraggio. Questo il tragitto descritto, con l'ausilio di filmati e contributi musicali dalla tradizione a stelle e strisce, con assoluta efficacia da Paolo Colombo. Questa l'eredità che, ancora oggi, mantiene intatto il mito di Jfk.

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